Esclusiva

Marzo 9 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 10 2024
Fulbright arriva alla Luiss, «uno show italo-americano»

Il programma Fulbright arriva alla Luiss Guido Carli. All’evento interviene anche l’ambasciatore americano in italia Jack Markell

Studenti da ogni parte del mondo si incontrano tra le maestose colonne di marmo dell’università Luiss Guido Carli. A riunire i giovani è il programma Fulbright, un’iniziativa nata negli Stati Uniti che ha l’obiettivo di finanziare ricercatori, insegnanti e allievi. «Siamo rimasti sbalorditi da questo posto», raccontano alcuni di loro dopo due giorni di seminari su disinformazione, debunking e fact checking. Il confronto col giornalismo rappresenta per molti un’esperienza nuova. C’è chi, come Lucas, ha studiato chimica e continua a farlo alla Federico II di Napoli, mentre Cameron e Lucero insegnano inglese ai ragazzi delle scuole superiori della Calabria. L’evento organizzato a Roma ha dato ai partecipanti all’exchange la possibilità di affacciarsi al sistema dell’informazione con un approccio diverso. «In realtà siamo un po’ confusi, è tutto inedito, ma siamo contenti di aver scoperto quali siano le sfide del nostro futuro».

Ad aprire l’incontro è stato l’ambasciatore americano in Italia Jack Markell (intervistato in esclusiva da Zeta). «I nostri Paesi stanno lavorando in tandem per affrontare la disinformazione, ne siamo molto orgogliosi – ha detto. I Fulbrighters sanno che devono saper estendere le proprie capacità e il proprio raggio di conoscenza a tutti gli ambiti, perché le fake news si diffondono in ogni settore». Combatterle è una responsabilità che tutti devono assumersi, soprattutto i giovani, affidandosi a fonti autorevoli di fronte al caos mediatico che vivono. «La stampa tradizionale è più importante che mai, adesso. È il luogo più sicuro dove andare per le persone che si sentono smarrite e non sanno quale informazione sia vera o falsa».

L’intelligenza artificiale si espande sempre di più tra i principali strumenti tecnologici e rappresenta, secondo l’ambasciatore, «tra le principali cause di diffusione di notizie false». Markell, impressionato, elogia la premier Giorgia Meloni per aver collaborato con tanti leader del settore dell’IA negli ultimi sei mesi: «Contribuiscono ad alimentare un dibattito sulla protezione e l’uso corretto di queste avanguardie». Durante l’intervento confronta gli scenari di Italia e USA, sottolineando che, anche grazie al programma Fulbright, le due nazioni «lottano fianco a fianco per far affermare i valori democratici contro i principi autoritari». Diversi i riferimenti alle trappole mediatiche diffuse in giro per il mondo, soprattutto riguardo «la campagna di disinformazione portata avanti dalla Russia per vincere la guerra contro l’Ucraina».

Il tema delle fake news non appartiene solo ai tempi moderni, come precisa il vicedirettore per la diplomazia pubblica Filippo La Rosa, «ma nel 2024 sono più pericolose rispetto al passato. Noi le contrastiamo insieme agli strumenti digitali attraverso cui si diffondono». È per questo motivo che, ogni giorno, associazioni come NewsGuard valutano l’affidabilità dei siti di tutto il mondo. La Senior Analyst, Giulia Pozzi, ha spiegato che la mission del progetto creato a marzo 2018 è ostacolare la misinformazione online. Grazie a questa iniziativa sviluppata dai giornalisti, «i siti web vengono valutati secondo nove criteri, tra i quali la credibilità, la trasparenza e l’autorevolezza delle fonti». L’associazione è attiva anche nell’ambito dell’intelligenza artificiale: finora «sono stati identificati 739 siti di news generati dall’AI che operano con limitata supervisione umana o, alle volte, anche con la sua totale assenza». È un elemento fondamentale se si pensa che, nel 2022, «il 47% degli italiani ha indicato internet come una fonte affidabile di informazione», dato evidenziato da Isabella Splendore, dirigente degli affari legali e internazionali della federazione italiana editori giornali (FIEG). 

La responsabile delle politiche pubbliche di Meta, Costanza Andreini, ha ricordato quanto sia importante utilizzare i canali giusti per diffondere il fact checking. «Creare un ecosistema migliore è compito di tutti, serve un approccio collaborativo per migliorare l’integrità del sistema». Andreini ha menzionato anche l’impegno di Meta nel periodo pandemico. Lo staff di Facebook, in particolare, si era impegnato a creare uno specifico hub per poter controllare quali fossero le informazioni sul virus: «Aggiornavamo numeri e dati in tempo reale nella maniera più precisa possibile». Al dibattito hanno contribuito anche gli interventi di Filiberto Brozzetti, professore dell’università Luiss, specializzato nella protezione dei dati; Paola Sartorio, direttrice del programma Fulbright; Jessica Cupellini, responsabile dell’unità Stratcom (uno dei comandi del dipartimento di difesa degli Stati Uniti); Vladimir Alexeev, ambasciatore della comunità OpenAI; Chloé Fiodiere, segretaria generale della Ong francese Reporter Sans Frontières, e Lorenzo Canale, del centro ricerche e innovazione della Rai. Per il direttore del master in Giornalismo della Luiss, Gianni Riotta, «è stato uno show italo-americano»: un’occasione di confronto da cui anche gli studenti del programma Fulbright sono usciti arricchiti. «Da adesso faremo più attenzione alla nostra dieta mediatica».