Esclusiva

Marzo 10 2024
Francofilm Festival 2024, a Roma il cinema parla francese

Dal 7 al 14 marzo il Festival del cinema francofono, a pochi passi da Piazza Navona

La vie en rose, cantava Édith Piaf negli anni ‘40. Forse il pezzo più iconico della cultura francese e tuttora uno dei più ascoltati al mondo. Il rosa è proposto come colore tematico della 14ª edizione della rassegna all’Institut français Centre Saint-Louis (IFCSL) di Roma.

Rosa sono i manifesti e le brochures all’ingresso, le grafiche del sito web e i generosi cestini pieni di biscotti al cioccolato che danno il benvenuto agli spettatori. La scelta cromatica non si lega né all’erotismo né all’universo femminile, come ci aspetteremmo a ridosso dell’8 marzo. Lo chiarisce l’organizzatrice della kermesse, Nolwenn Delisle, in un’intervista esclusiva. «È il colore dell’ottimismo e della fiducia nel domani. Vogliamo lanciare un segnale di speranza di fronte ai grandi mutamenti e alle sfide del presente».

Il cambiamento, in varie declinazioni (climatico, sociale, politico e personale), è il tema centrale del festival e fa da sfondo comune ai film in concorso. Molte proposte sono storie di maturazione e presa di consapevolezza, che in alcuni casi si manifesta con una svolta drastica e un riscatto dei personaggi, in altri si risolve in un apparente mantenimento dello status quo.

È quel che accade alla protagonista della proiezione di apertura (non in concorso), “Laissez-moi” di Maxime Rappaz. (Spoiler alert) Claudine è una donna sola, con un figlio disabile a carico. Tra le mura di casa è una mamma affettuosa e una sarta devota al lavoro. Ogni martedì, quando il ragazzino è dalla vicina, si concede per qualche ora alla sua seconda vita. È un rituale ben consolidato: con addosso lo stesso cappotto color panna e lo stesso paio di stivaletti marroni, Claudine prende un treno e una funivia. Nella hall di uno squallido hotel di montagna, si trasforma in una sciupauomini sicura di sé: ogni settimana punta un bersaglio diverso. Non si limita ad andarci a letto: da ognuno colleziona racconti e aneddoti da tutto il mondo. Li mette, poi, per iscritto e li legge al figlio spacciandoli per lettere del padre. È l’unico modo che la donna conosce per viaggiare ed evadere per poche ore dal ruolo di casalinga, altrimenti totalizzante.

Una delle sue avventure da una notte e via, però, sfocia in qualcosa di più profondo: un ingegnere tedesco di passaggio riesce a strappare la corazza e mettere a nudo le sue debolezze. Tra i due inizia presto una storia d’amore, malgrado lo spettro della futura separazione: con lui Claudine si riscopre donna, prima che madre. È a un passo dal riprendere le redini della propria vita e seguire l’uomo di cui è innamorata in un viaggio di tre mesi in Argentina, ma il pensiero di abbandonare il figlio per un tempo così lungo la tormenta. Una crisi di panico la blocca pochi minuti prima di salire sul bus per l’aeroporto: un “congelamento” che ricorda molto quello del personaggio di Eveline, nella raccolta “The Dubliners” di James Joyce.

«È una storia in cui tutti potremmo immedesimarci. Quante volte ci troviamo di fronte a un punto di svolta, ma non abbiamo il coraggio di prendere in mano la nostra vita e cambiare direzione?», commenta una delle spettatrici dopo la proiezione.

«Il film è stato bellissimo. Tornerò senz’altro per le prossime proiezioni, come “Les survivants” di Guillaume Renusson o “Quitter la nuit” di Delphine Girard, una delle mie registe preferite», commenta entusiasta David, studente belga qui a Roma per un master. È uno dei tanti giovani internazionali che hanno scoperto il festival attraverso un passaparola social tra amici. «Sono felice di vedere così tanti ragazzi francesi e del Belgio. È come essere tornato a Ghent».

Francofilm Festival 2024, a Roma il cinema parla francese

Molti expat vedono nel Centre Saint-Louis una seconda casa: una comunità vibrante che promette contenuti culturali e occasioni di ritrovo per tutti i francofoni che vivono a Roma. Ma in sala non si parla solo francese. Nel pubblico ci sono anche una manciata di inglesi e tedeschi e tantissimi italiani di tutte le età: molti vengono perché appassionati al cinema e alla cultura d’oltralpe. Un’elegante signora sulla cinquantina ci rivela il suo grandissimo amore per la Francia: «Ho studiato a Parigi, alla Sciences Po. Ci torno ogni volta che posso. Intanto sono felice di aver infuso la stessa passione in mia figlia, che segue un corso di francese qui all’Istituto. Sono venuta a conoscenza del festival grazie a lei».

L’organizzatrice ci tiene a precisare: «Le nostre proposte non si limitano alla Francia. Il mondo francofono è vastissimo. Abbiamo pellicole da quattordici paesi, con una grande varietà di stili e contenuti. Uno dei titoli, “Nome” di Sana Na N’hada, affronterà, ad esempio, il tema della guerra tra indipendentisti ed esercito coloniale portoghese in Guinea Bissau».

Quattordici i film presentati al festival, più due titoli fuori concorso. Il vincitore sarà decretato giovedì 14 in base al voto del pubblico e di una giuria tecnica. Grazie a una rete di sponsor e al contributo delle ambasciate, le proiezioni sono del tutto gratuite con accesso libero sino a esaurimento posti. Per alcune pellicole saranno previsti incontri con attori e registi. Buone notizie anche per chi non capisce una parola di francese: tutti i lungometraggi sono sottotitolati in italiano.

Che aspettate allora? L’IFCSL vi aspetta.

Il programma: https://www.ifcsl.com/centre-saint-louis/francofilm-festival-2024#/