Esclusiva

Giugno 6 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Giugno 10 2024
Vannacci (Lega): «Serve una nuova Yalta per porre fine alla guerra russo-ucraina»

A pochi giorni dalle elezioni europee, il generale si racconta a Zeta ed esprime la sua opinione su temi come la sicurezza in Italia e la comunità Lgbtq+

Patria, famiglia tradizionale e sicurezza. Questi i valori con cui si identifica il generale Roberto Vannacci, capo di stato maggiore del Comando delle forze operative terrestri, candidato con la Lega alle prossime elezioni europee in tutte le circoscrizioni e capolista al Centro e al Sud. Al momento risulta sospeso dal servizio militare. La sanzione – che durerà undici mesi – è arrivata a febbraio 2024, a seguito di un’inchiesta disciplinare avviata dall’esercito ad agosto 2023, dopo l’uscita del suo libro autoprodotto Il mondo al contrario. Il saggio ha suscitato molte polemiche, a causa di contenuti controversi espressi su temi quali donne, persone nere e Lgbtq+. Subito dopo la pubblicazione, il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva dichiarato: «Non vanno, in alcun modo, utilizzate le farneticazioni personali di un Generale per polemizzare con le Forze Armate. Vannacci ha espresso opinioni personali che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione repubblicana».

A settembre 2023 ha dichiarato di non voler occuparsi di politica e di non voler candidarsi alle Europee. Cosa le ha fatto cambiare idea?

«Ho deciso di candidarmi per le mie figlie. Mi ha convinto il voler donare loro un’Europa e un’Italia migliori, un Paese in cui possano sentirsi al sicuro. Ho capito che potevo portare i miei principi in totale indipendenza. Se sarò eletto, porterò avanti quei valori di patria, sicurezza, identità e difesa dei confini che ritengo basilari».

Si è candidato alle Europee. Che tipo di Europa vuole?

«Un mondo senza identità è un mondo al contrario, come ho detto nel mio libro. Ed è quello che sta portando avanti l’Europa negli ultimi anni. È un mondo che noi stessi non riusciamo più a riconoscere, a cui sentiamo di non appartenere. Vorrei che ci si potesse riconoscere in un’identità forte, che ci faccia sentire fieri di essere italiani ed europei».

È favorevole all’invio di armi in Ucraina e alle sanzioni alla Russia?

«Vorrei essere netto e senza ambiguità. Serve una nuova Yalta [incontro cruciale nel 1945 tra Roosevelt, Churchill e Stalin in cui si discusse il futuro dell’Europa post-bellica, ndr] per percorrere una via diplomatica e porre fine a questo conflitto. L’invio delle armi non ha prodotto alcun risultato se non quello di prolungarlo fino a oggi. Nel conflitto russo-ucraino occorre profondere ogni sforzo finalizzato alla negoziazione. Attraverso colloqui tra le parti in causa, si può finalmente arrivare a una cessazione delle ostilità».

In merito alla vittoria della Svizzera all’Eurovision, ha scritto: «Questa è la “non-Europa” che non vogliamo. IL CORAGGIO VINCE!» Il coraggio di fare cosa nell’Europa di oggi?

«La mia è stata solo un’esternazione. Si trattava di un artista un po’ sopra le righe, che non è facile incontrare abitualmente per le strade. Mi chiedo se sia stato premiato l’artista, o se questa vittoria abbia avuto l’intento di farci credere che quella sia la normalità. In realtà, si tratta di una persona eccentrica. Il coraggio è quello di difendere i nostri valori identitari».

Lei pensa che le persone della comunità Lgbtq+ si sentano tutelate da lei e, più in generale, dall’esercito italiano dopo l’uscita del suo libro Il mondo al contrario?

«La normalità è solo un dato statistico e, in più occasioni, ho detto che chi è omofobo deve andare da uno psichiatra, non ho paura di chi ha gusti sessuali diversi dai miei. Io ne critico invece le ostentazioni, l’esibizionismo, così come l’accampare diritti che prevaricano quelli della maggioranza. Voglio sottolineare una cosa che ho ripetuto spesso e che invece molti fanno finta di non sentire: i diritti umani sono inviolabili e riguardano tutti, nessuno escluso».

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