Esclusiva

Dicembre 5 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 6 2024
I nuovi paesi sicuri del Decreto flussi, «Non c’è un criterio trasparente»

Al suo interno anche l'”emendamento Musk” che sposta le decisioni sui trattenimenti dei richiedenti asilo alla Corte d’Appello

Il decreto flussi approvato mercoledì 4 dicembre al Senato è stato ufficialmente convertito in legge. Al suo interno è confluito anche l’elenco dei cosiddetti paesi sicuri, «passato da decreto ministeriale a decreto legge per dargli maggiore valore istituzionale» ha spiegato Thomas Santangelo operatore legale di Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione). Dopo che i giudici del tribunale di Roma non avevano convalidato i primi trattenimenti dei migranti nei Cpr in Albania, il governo ha deciso di inserire i “paesi sicuri” all’interno del decreto flussi per evitare l’iter di approvazione, votando solo in Commissione la modifica.
Non si conoscono i criteri con cui vengono stabiliti i paesi sicuri: «Noi di Asgi avevamo fatto delle richieste di accesso agli atti al ministero e da lì abbiamo scoperto che c’erano delle schede relative a ciascun paese che supponiamo siano state usate per stilare anche questa lista». Il dl di quest’anno ha aggiornato l’elenco dei paesi e ora comprende: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. Tuttavia, i paesi Camerun, Colombia e Nigeria sono stati esclusi dall’elenco a causa di “elementi di criticità”.

Una novità introdotta è l’obbligo per il governo di fornire un’informativa annuale sull’aggiornamento di questa lista.

La protesta delle Ong

Alcune Ong hanno firmato una petizione contro il decreto, che a loro avviso potrebbe portare a un aumento delle morti in mare e scoraggiare le operazioni di salvataggio. Le organizzazioni hanno denunciato la strumentalizzazione degli strumenti di legge introdotti per aggirare il diritto internazionale, che hanno l’obiettivo di bloccare chi documenta le violazioni e chi si adopera per salvare vite umane.

Mentre il governo presenta il decreto come uno strumento per regolare i flussi migratori, le ong e altri osservatori lo interpretano come una misura restrittiva e propagandistica, volta a ostacolare le operazioni umanitarie e a rafforzare un approccio securitario alla gestione della migrazione.

Le misure

All’interno del dl è previsto un aumento delle quote di ingresso per lavoratori stranieri. Per il 2025 sono previsti fino a 110 mila visti per lavoratori stagionali nei settori agricolo e turistico-alberghiero, con 10mila ingressi fuori quota per assistenza familiare e sociosanitaria. Verrà poi concesso un permesso temporaneo di 60 giorni per i lavoratori il cui contratto è scaduto, per consentire loro di trovare un nuovo impiego. 

Inoltre la competenza per la revoca della protezione internazionale passa alla Commissione nazionale per il diritto di asilo. A partire dal 2025, le procedure per i permessi di soggiorno saranno interamente digitalizzate per ridurre i tempi di gestione.

L’emendamento Musk

Tra le nuove norme anche “l’emendamento Musk” presentato proprio dopo che l’imprenditore statunitense aveva criticato la scelta dei giudici del tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei migranti in Albania. Ora le decisioni sui trattenimenti dei richiedenti asilo saranno gestite dalle Corti d’Appello, e non più dalle sezioni dei tribunali specializzate in immigrazione. Il consiglio superiore della magistratura ha risposto subito a questa modifica dando un parere negativo. Nel documento di relazione del Csm a firma di Roberto Fontana si scrive che «l’attribuzione della competenza alle Corti d’appello imporrà una riorganizzazione degli uffici giudiziari di secondo grado”, che si troveranno investiti di un numero di reclami “non irrilevante” e “in una materia che richiede di essere trattata da magistrati che siano in possesso di specifiche competenze». 

Il periodo minimo per il ricongiungimento familiare è stato esteso da uno a due anni consecutivi di residenza in Italia. Inoltre verranno rafforzati i controlli biometrici e le procedure per l’identificazione dei migranti. Stretta anche per le organizzazioni non governative, verrà limitata la possibilità di transito e sosta delle navi che fanno operazioni di salvataggio e soccorso per motivi di ordine pubblico.

Il decreto flussi può inoltre prevedere delle limitazioni sugli ingressi dei cittadini provenienti da paesi che non collaborano al contrasto dell’immigrazione clandestina e alla riammissione degli espulsi.

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