Esclusiva

Dicembre 28 2024
Via libera alla manovra, le misure per il 2025

Dal taglio del cuneo fiscale alle aliquote Irpef, cosa prevede la nuova finanziaria votata in Senato

Approvata in via definitiva al Senato la terza legge di bilancio del governo Meloni. 108 i sì alla fiducia chiesta dall’esecutivo, 63 i voti contrari, un astenuto. Confermato il taglio del cuneo fiscale, rese strutturali le tre aliquote Irpef, nuovi sostegni alla natalità, ma anche fondi alle infrastrutture e un nuovo Ires premiale, per un totale di circa 30 miliardi di euro di risorse, poco meno della metà finanziate in deficit. «Una manovra di grande equilibrio», secondo la premier Giorgia Meloni, «stanzia risorse record per la sanità e riduce la pressione fiscale. Teniamo i conti in ordine non rinunciando ad attuare il programma presentato agli italiani». Sul metodo, però, non mancano i malumori, anche all’interno della maggioranza. A far rumore le dimissioni del relatore del testo, Guido Liris di Fratelli d’Italia, in protesta contro i tempi serrati che, come ormai ogni anno, non permettono a entrambi i rami del parlamento di intervenire sul testo.

Le reazioni dell’opposizione 

Un passaggio lampo e senza discussioni quello al Senato, che ha tagliato fuori gli oltre 800 emendamenti presentati dalle opposizioni. «Aveva detto ‘non farò quella che prende a schiaffi il Parlamento’ e invece la presidente Meloni sta violando tutte le regole della democrazia parlamentare», attacca il leader di Italia Viva Matteo Renzi, protagonista di un acceso scambio di battute con il presidente del Senato Ignazio La Russa durante le dichiarazioni di voto. «Il governo ha fatto e strafatto tutto quello che ha voluto con il silenzio complice della maggioranza», gli fa eco Francesco Boccia, capogruppo del Partito Democratico. Punta il dito anche Stefano Patuanelli del Movimento 5 stelle: «E’ evidente che non si sta facendo nulla di quanto promesso, dalle pensioni minime a mille euro alla flat tax per tutti, alla cancellazione della legge Fornero».

Le novità nel dettaglio 

Solo gli interventi sul cuneo – bonus per i redditi fino a 20mila, detrazioni fino a 40mila – e l’Irpef valgono da soli oltre 17 miliardi. Rifinanziata anche la Carta ‘Dedicata a te’, la misura in sostituzione del Reddito di Cittadinanza, mentre si riduce di 4 punti l’Iris per le imprese che mettono da parte l’80% degli utili del 2024 per reinvestirne almeno il 30%. Rivista la web tax, valida solo per le grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni, rimane al 26% la tassa sulle criptovalute. 

Con l’introduzione del Bonus bebè arriva un contributo di mille euro per i nuovi nati in nuclei familiari con reddito inferiore ai 40mila euro, stretta sulle detrazioni invece per gli Isee oltre i 75mila euro. In manovra anche il bonus nido reso strutturale, con i congedi parentali estesi a tre mesi. Si ferma a poco più di 3 euro la rivalutazione delle pensioni minime, prorogate Quota 103, Ape sociale e Opzione Donna. Restano anche le deduzioni per le nuove assunzioni, come pure la detassazione dei premi di produttività.

Sul fronte casa il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus rimangono al 50% per le prime case mentre scendono al 36% per le altre, con un tetto da 96mila euro. Confermate anche le agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under36. Per il capitolo sanità, tra i più dibattuti, il governo ha previsto in dote al sistema sanitario nazionale un incremento di 1,3 miliardi di euro nel 2025, con una quota per i prossimi rinnovi contrattuali. Salgono le indennità per medici e infermieri, nuovi fondi anche per il bonus psicologo. 

Salta l’aumento di retribuzione per i ministri non parlamentari, che avranno a disposizione solo un rimborso trasferte, come pure il taglio del canone Rai che torna a 90 euro, a cui si aggiungono 50 milioni a sostegno dell’editoria. E ancora, un miliardo alla Tav e un altro a Ferrovie dello Stato per completare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, mentre il Ponte sullo stretto si aggiudica altri 1,5 miliardi.

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