Esclusiva

Gennaio 20 2025
L’Italia non è un Paese in cui le coppie Lgbtqia+ possono amare

Sono già cinque le aggressioni di stampo omofobo avvenute nei primi 20 giorni del 2025. Fa discutere la nomina di Marina Terragni a Garante dell’infanzia da parte dei presidenti di Camera e Senato

«Frocio di merda, devi andartene». Così un ragazzo è stato insultato e preso a pugni nel cuore di Genova, riporta il Secolo XIX. A Napoli, quartiere Poggioreale, un 15enne è stato picchiato, minacciato di morte e torturato dal padre dopo aver fatto coming out. Due episodi che si aggiungono a una serie di violenze omofobe: siamo già alla quarta e quinta aggressione registrata dall’inizio del 2025.

Solo pochi giorni fa, La Repubblica raccontava la storia di Marco e Andrea, una coppia di Roma perseguitata da tre anni dai vicini di casa nel silenzio dei condomini a La Rustica, quartiere di Roma est. Prima di loro, due fidanzati sono stati circondati e attaccati da 10 ragazzi a Trastevere, quattro giorni dopo la sera di Capodanno, quando Matteo e Stephano sono stati aggrediti nella zona del Pigneto. 

Il governo guidato da Giorgia Meloni è spesso finito nel mirino delle critiche per la scarsa attenzione verso i diritti della comunità Lgbtqia+. «C’è un vento di destra nel mondo. Bene che le vittime abbiano denunciato, è l’unico modo per combattere gli omofobi, ma da soli non possiamo fare molto. Abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni», afferma Mario Colamarino, presidente del circolo Mario Mieli. Riconosce l’impegno del Comune di Roma e del sindaco Roberto Gualtieri, ma non nasconde la preoccupazione: «Il clima generale non è dei migliori».

A rafforzare queste critiche, una decisione che ha acceso nuove polemiche. Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, presidenti di Senato e Camera, hanno nominato Marina Terragni come nuova Garante per l’infanzia e l’adolescenza. La giornalista e scrittrice milanese, che si definisce «femminista radicale fino al midollo», è nota per le sue posizioni contro le «teorie gender», la «maternità surrogata» e l’inclusione delle donne transgender negli sport femminili. «La nomina non ci piace. Non ha nessuna competenza in materia e dice che i bambini trans non esistono», commenta Colamarino. Per lui, questa scelta rientra nel «tragitto della destra al governo contro la comunità trans».

 I dati

Il report di Omofobia.org, che copre il periodo da maggio 2023 a marzo 2024, ha registrato 94 episodi di omofobia che hanno coinvolto 157 vittime. Di queste, il 74% erano maschi cisgender, il 18% femmine cisgender e l’8% persone transgender. Si è registrato un aumento delle aggressioni fisiche, con una prevalenza di attacchi di gruppo rispetto a quelli individuali.

Una realtà accertata anche dalla Rainbow Map 2024 di Ilga Europe, che classifica 49 paesi europei con una percentuale da 0 a 100% sulla base delle pratiche politiche e legali per le persone Lgbtqia+.

Il nostro Paese si colora di arancione scuro, con il 25,41%, piazzandosi al trentacinquesimo posto sotto a Ungheria e Slovacchia, spesso rimproverate dall’Unione europea per il mancato rispetto dei diritti delle minoranze e dello Stato di diritto. L’Italia, posizionata di poco sopra la Georgia, peggiora rispetto al 24,76% ottenuto nel 2023 ed è lontanissima dal trio al vertice, composto da Malta al primo posto, l’Islanda al secondo e il Belgio al terzo.

Ad oggi, al contrario di Stati come Svezia, Francia e Portogallo, in Italia non esiste il matrimonio egualitario, ma l’istituto giuridico dell’unione civile, grazie all’approvazione della Legge Cirinnà nel 2016.