«Mamma, c’era buio e sentivo il cuore battere». Sul telefono si registra tutto: le risposte spontanee, le espressioni sorprese, i commenti increduli che si moltiplicano sotto i video. È il trend del momento su TikTok: giovani madri chiedono ai loro figli se ricordano qualcosa di quando erano nel grembo materno. I bambini parlano di suoni ovattati, luci soffuse, persino di emozioni provate prima di nascere. Una rivelazione straordinaria?
«Dal punto di vista scientifico, è impossibile» spiega la Dottoressa Menghini, neuropsichiatra infantile dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. «Gli studi ci dicono che, anche quando il bambino è molto piccolo, può riconoscere la voce materna e alcuni odori legati alla mamma o al papà, ma questo non significa che abbia una memoria consapevole di quel periodo».
Esistono diverse forme di memoria e quella esplicita, legata al ricordo intenzionale degli eventi, non è ancora sviluppata nei neonati. «Possiamo chiamarla una memoria accidentale: il bambino memorizza alcuni suoni, odori, frasi, ma senza intenzionalità. A livello neurobiologico, questa è una memoria automatica, non accessibile in modo consapevole».
E allora, se non è memoria, cosa succede quando un bambino sembra raccontare la vita nel grembo? Secondo la specialista, la risposta sta nel modo in cui vengono poste le domande. «Se ripetiamo una domanda più volte o suggeriamo dettagli, il bambino può costruire un ricordo che in realtà non esiste. È lo stesso meccanismo che studiamo nei casi di sospetta violenza: se a un bambino chiediamo “Ti ricordi che la maglia era rossa?”, la prossima volta dirà che la maglia era rossa, anche se in realtà non lo era. È un fenomeno noto in psicologia e si chiama falsa memoria».
I ricordi veri, quelli legati alla memoria esplicita, iniziano solo intorno ai 3-4 anni, quando le strutture cerebrali responsabili, come l’ippocampo, hanno raggiunto un certo livello di maturazione. I bambini molto piccoli dimenticano rapidamente. «Se un bambino di pochi mesi incontra qualcuno, a 4 anni non lo ricorderà. La memoria a quell’età è breve, dura minuti, ore al massimo. Anche se un neonato potesse ricordare qualcosa dalla pancia – e non può – non lo conserverebbe fino a 2 o 3 anni».
Il trend su TikTok gioca più sulla suggestione che sulla scienza. Le risposte dei bambini possono sembrare sorprendenti, ma in realtà sono il risultato di stimoli esterni e costruzioni mentali. La memoria, quella vera, ha tempi e modalità ben precise.
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