Esclusiva

Gennaio 23 2025
«Ti senti come se fossi un subumano» il rapporto di Amnesty Internazional su Gaza

L’ong sostiene che Israele stia commettendo un genocidio nella Striscia nei confronti dei palestinesi

«Qui è come un’apocalisse, non c’è spazio per montare tenda, devi proteggere tuoi figli da insetti. Il tutto mentre cerchi di proteggerti dai bombardamenti. Ti senti come se fossi un subumano».  Questa è una delle oltre 212 testimonianze raccolte dall’organizzazione non governativa Amnesty International nel rapporto “Ti senti come se fossi un subumano”. Una documentazione che descrive la tragedia umanitaria in corso a Gaza che per l’ong è un genocidio. 

«Il nostro paragone – spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty – non è la storia, bensì il diritto. Più precisamente, la Convenzione sul genocidio».  Secondo Grazia Careccia, vicedirettrice per il Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International, «Israele ha compiuto atti proibiti con l’intento di distruggere la popolazione palestinese di Gaza». 

Il rapporto, frutto di un lavoro investigativo complesso, si basa su testimonianze dirette, analisi di immagini satellitari e dati raccolti da esperti militari, medici e operatori umanitari. Israele, infatti, non permette l’ingresso degli osservatori di Amnesty nella Striscia di Gaza dal 2012, complicando ulteriormente l’indagine sul campo. Nonostante ciò, il team dell’ong ha ricostruito il quadro di quanto accaduto tra luglio 2023 e luglio 2024. La popolazione palestinese è stata sottoposta a condizioni di vita insostenibili, mirate, secondo il report, alla distruzione fisica totale o parziale del gruppo. 

«Secondo una ricerca di The Lancet – ha commentato Ruba Salih, docente di antropologia dell’università di Bologna, durante la presentazione a Roma –  il numero di vittime della guerra potrebbe toccare le 186mila. Tra cui 6mila studenti, più di mille paramedici, e 108 giornalisti uccisi».

Le testimonianze raccolte descrivono una realtà di privazioni estreme: fame, freddo, mancanza di cure mediche. «Le scuole sono state rase al suolo, il sistema sanitario è collassato, e gran parte delle infrastrutture sono inabitabili».

 La denuncia dell’ecocidio e il ruolo della comunità internazionale 

Tra le accuse contenute nel rapporto c’è anche quella di ecocidio, termine che Amnesty usa per descrivere la distruzione ambientale nella Striscia di Gaza. L’impatto delle operazioni militari ha lasciato il territorio devastato e invivibile, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria. Secondo l’ong «non c’è stato alcun principio di proporzionalità negli attacchi». Gli ordini di evacuazione forzata, che hanno costretto oltre un milione di persone ad abbandonare le proprie case, sono stati definiti “marce della morte”. 

Francesca Albanese, relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori palestinesi, invitata da Amnesty per commentare il reporter, ha sottolineato che «il genocidio a Gaza non si ferma, nemmeno durante i cessate il fuoco». Albanese ha denunciato l’inerzia della comunità internazionale, che sembra incapace di fermare la violenza e le violazioni sistematiche del diritto internazionale. 

Il rapporto si chiude con un appello alla società civile globale. Amnesty invita a non distogliere lo sguardo dalla crisi a Gaza e a denunciare apertamente le violazioni dei diritti umani. «La paura è contagiosa, ma lo è anche il coraggio», ha dichiarato Careccia, invitando le istituzioni e i cittadini a prendere posizione. 

Amnesty ricorda che «i corpi martoriati dei palestinesi sono sotto gli occhi di tutti. Il problema è che non vengono considerati umani».

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