Su una vecchia lavagna a quadretti, con gessetti colorati, sono segnate le attività che da lunedì si susseguiranno alla Casa della Solidarietà “Stefano Rodotà” di San Lorenzo, a Roma. Uno spazio confiscato alla criminalità organizzata e trasformato dal Secondo Municipio della Capitale e dalla Rete dei Numeri Pari in un luogo pronto ad accogliere tante realtà di attivismo.
Sedici le associazioni che ne fanno già parte al momento dell’inaugurazione di venerdì 31 gennaio, tra queste Casa internazionale delle donne, Baobab Experience, Unione Inquilini, Anpi. «Sono le prime, ma sappiamo che fra di voi ci sono già tanti che vogliono partecipare» dice entusiasta ai tanti arrivati per l’occasione Elisa della Rete dei Numeri Pari. Ospite d’onore per il taglio del nastro, Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera – Contro le mafie: «Questo luogo è un soffio di speranza in un paese che sta perdendo umanità. Ma attenzione, non vogliamo solo essere delegati alla solidarietà. Certo che la praticheremo, ma continueremo a chiedere a gran voce giustizia».
A rappresentare le istituzioni l’assessore alle politiche abitative Tobia Zevi, in fascia tricolore per fare le veci del sindaco Roberto Gualtieri: «Questo spazio è ancora più importante perché frutto di un lavoro corale, sviluppato all’interno del Forum sui beni confiscati. Roma e la prima città ad averne uno. Quindi sì, l’infiltrazione è forte, ma lo è anche la partecipazione».
Gli onori di casa, però, li fa la presidente del Municipio II Francesca Del Bello, che sul progetto ha speso tante energie: «Faccio l’inaugurazione in tuta da ginnastica perché fino all’ultimo stavamo a lavorare. Questo è un luogo di tutte le associazioni di San Lorenzo».
La nuova Casa della Solidarietà, che sorge al posto di una vecchia vineria abbandonata, vive a stretto contatto con il dirimpettaio Social Market, un altro bene confiscato affidato a Nonna Roma. Qui le famiglie indigenti del quartiere possono fare la spesa usando solo dei punti assegnati mensilmente dal municipio.
Tante anche le parole spese per ricordare l’uomo a cui è dedicato questo nuovo spazio sottratto alla criminalità: il giurista e deputato scomparso nel 2017 Stefano Rodotà, tra gli autori della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, di cui è presente la moglie Carla. «Stefano diceva che solo la traccia di presenze effettive di solidarietà, consentono di definire un sistema politico come democratico», ricorda Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari.
A partire da lunedì 3 febbraio la Casa della Solidarietà di San Lorenzo sarà aperta per corsi, sportelli di ascolto e aiuto, eventi culturali. «È un periodo molto brutto nel mondo, eppure in questo piccolo municipio sono successe due cose straordinarie, il 9 gennaio abbiamo inaugurato il welcome center e oggi questo», commenta Andrea Costa di Baobab Experience, associazione di supporto alle persone migranti che qui terrà alcuni dei suoi corsi. «Fra i nostri studenti c’è Lam, uno dei ragazzi torturati dal libico Almasri. Grazie alle loro denunce quel criminale è stato giudicato colpevole dalla Corte Penale Internazionale, ma si sono messi a piangere quando ha sentito che è stato rilasciato. Spesso i migranti vengono accusati di essere scafisti, ma veri trafficanti sono le mafie».