Esclusiva

Febbraio 24 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 27 2025
Anora: il denaro spoglia ogni illusione

Un ritratto amaro di desideri, privilegi e sopravvivenza in un mondo dominato dai soldi

La storia parte come un videoclip colorato e provocante, per poi trasformarsi in una parabola amara sui privilegi e sul potere del denaro. Su Letterboxd, piattaforma di scambio per cinefili, si accende il dibattito sull’ultima opera di Sean Baker, regista di The Florida Project e Red Rocket

Il film si apre con una danza ipnotica di corpi nudi, immersi nella luce rossa e blu elettrico di uno strip club di Brooklyn, che evoca i toni saturi e psichedelici di un altro cineasta, Gaspar Noé, regista di Love e Climax.
Anora (interpretazione sorprendente di Mikey Madison) è una lap dancer che vive tra il club e la sua piccola casa, condividendo sogni e illusioni con la migliore amica Lulu.
Quando incontra Ivan (Mark Eydelshteyn), un giovane viziato che sembra uscito da una fiaba distorta, la trama prende una piega inaspettata. Lui è figlio di un oligarca russo e si comporta come un eterno bambino ricchissimo: festini, limousine, jet privati e spregiudicatezza, alimentata da droghe e alcol. Soprattutto, è disposto a pagare 15.000 dollari per una settimana con lei. Un gioco per lui, un’opportunità per lei. 

Quello che sembra la trasposizione moderna di una favola classica si trasforma presto in una critica feroce alla società classista e al potere del denaro. Anora e Ivan si sposano nella celebre Little White Chapel a Las Vegas (la stessa di “Una notte da leoni”), come se stessero partecipando a una scommessa assurda, ma il destino ha altri piani. 

La famiglia di lui, guidata dall’algida e spietata madre Galina (una straordinaria Ksenia Rappoport), entra in scena per smontare l’illusione con la forza dei milioni e degli avvocati.
Il matrimonio deve essere annullato, perché i ricchi possono comprare qualsiasi cosa, anche la (manipolata a loro piacimento) “verità”. 

Sean Baker costruisce un film che esplora il corpo come merce e come simbolo di resistenza. Anora è rappresentata come oggetto di desiderio, una performer che vende un’illusione, ma nel corso della storia si rivela un personaggio forte e resiliente. Impara a parlare russo, affronta gli uomini della famiglia Zakharov con la stessa determinazione con cui si muove sul palco del club. Il finale è struggente e realista al contempo. 

Dal punto di vista visivo, Baker conferma il suo talento nel raccontare l’America degli emarginati con uno stile vibrante e realistico. La regia utilizza spesso attori non professionisti accanto a talenti consolidati, e qui Mikey Madison è la regina assoluta. La sua interpretazione fisica ed emotiva è impressionante: ogni sguardo, ogni movimento racconta il viaggio di un personaggio che rifiuta di essere vittima, a costo di perdere il fiato ma mai la propria integrità. 

La dignità della protagonista è la più marcata nel bestiario parodico e caricaturale degli altri personaggi.
Il film ritrae senza filtri la vivace comunità russo-americana di Brighton Beach, un quartiere che il regista ha esplorato e studiato per anni prima di iniziare le riprese. L’idea originale, ispirata da un fatto di cronaca che coinvolgeva la mafia russa, è stata rielaborata con maestria da Baker, evitando i classici stereotipi del film di gangster. 

Il meticoloso lavoro di ricerca sul campo, condotto dal regista insieme al co-produttore Alex Coco, ha permesso di costruire una narrazione radicata nel tessuto sociale di Brighton Beach, con location selezionate  nel corso di ripetuti sopralluoghi nel quartiere. 

Premiato con la Palma d’Oro a Cannes e candidato ai prossimi Oscar in sei categorie (tra cui miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista, migliore sceneggiatura originale), Anora è molto più di una commedia.
È un film che seduce con i colori sgargianti, la colonna sonora elettronica da club e l’ironia tagliente, ma che colpisce con una critica sociale profonda. Se il mondo di Ivan è fatto di lusso e impunità, quello di Anora è fatto di sopravvivenza e lotta. In questa lotta, il corpo non è solo un mezzo di sussistenza, ma anche un’arma, un’identità da difendere. 

Il lungometraggio, dopo il successo della prima distribuzione nelle sale italiane nel novembre 2024 e l’anteprima alla 19a Festa del cinema di Roma, torna nei cinema italiani dal 20 febbraio 2025, sulla scia delle sei nomination agli Academy Awards. 

Anora è la favola crudele di una principessa senza castello, in un mondo dove il vero potere non sta nell’amore, ma nei contratti e nei conti offshore.

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