Esclusiva

Maggio 24 2025
Napoli 4 ever

I partenopei diventano i campioni di Serie A, McTominay e Lukaku decisivi per il trionfo

Quei cinque minuti sembrano durare più di 5 ore. La palla continua a schizzare per il campo in attesa del fischio finale, ma a bordo linea Spinazzola già insegna balletti ai compagni di squadra. Cominciano a volare tappi di bottiglie, le bandiere sventolano e i sorrisi si fanno sempre più frequenti. Poi, la sentenza dell’arbitro. È fatta, la Società Sportiva Calcio Napoli e i tifosi in tutta la città vincono il quarto scudetto, aggiudicandosi il titolo della Serie A di campioni d’Italia.

Un campionato combattuto fino all’ultimo, con le due contendenti, Napoli e Inter, che si giocano il titolo entrambe nella sera del 23 maggio, rispettivamente contro il Cagliari e contro il Como. L’Inter, per poter competere, aveva bisogno per forza di una vittoria. Traguardo raggiunto, ma non è bastato.

Per il Napoli è stata una partita sofferente all’inizio, con il tiro in porta mancato di Raspadori al quinto minuto. Poi la notizia che non si voleva sentire. Al 20º minuto l’Inter segna l’uno a zero grazie ad una rete di de Vrij. La situazione si rende complicata per i partenopei ancora fermi allo 0-0. In questa situazione, la vittoria sfuma come un sogno raggiunto a metà, e con l’amaro in bocca per i tifosi al Diego Armando Maradona che già ci speravano. Ci riprovano Politano e Lukaku, ma il portiere del Cagliari, Alen Sherri, si mostra solido e non lascia passare una palla.

Ci pensa McTominay, scozzese, uno degli ultimi acquisti e grande stella del Napoli di quest’anno, a ribaltare le sorti della partita. Colui che è stato nominato miglior centrocampista della Serie A, il biondo che si è fatto le ossa nel Manchester United. Con un tiro a mezz’aria su assist di Politano, McTominay segna in rovesciata l’1-0 al quarantacinquesimo. Missione compiuta: con l’Inter bloccata all’1-0 e con l’eventuale vittoria di entrambe le squadre, lo scudetto va al Napoli.

Il primo tempo finisce con una nota positiva, ma nel secondo Lukaku ricorda che la partita non è ancora finita. Partito sul lancio lungo dalla difesa, da solo in area avversaria, combatte in corsa con Mina e buca di fisico la difesa del Cagliari: tiro in porta e il Napoli si aggiudica il 2-0. Il Maradona ruggisce e lo scudetto è sempre più tangibile.

La partita continua stabile, tra vari cambi sia di una squadra che dell’altra. Per il Napoli, escono Lukaku, Raspadori, Anguissa e Spinazzola, dentro Mazzocchi, Billing, Ngonge e Neres. Per il Cagliari, Palomino, Marin e Mutandwa vanno a sostituire Zortea, Makoumbou e Viola. Poi fuori Sherri ed entra al suo posto il terzo portiere, Ciocci. Nè per una squadra nè per l’altra i cambi servono a portare sviluppi concreti e la partita si conclude al quinto minuto di recupero.

Nel Maradona si fa festa e la domanda è una sola: Conte rimarrà per un altro anno? In un’intervista a DAZN, il presidente De Laurentiis sostiene che tra lui e il mister scorre buon sangue e che, se vorrà rimanere, sarà bene accetto. Dal canto suo, Conte risponde «Io e il presidente siamo in ottimi rapporti. Siamo entrambi vincenti, anche se in maniera diversa. Il futuro? Per ora ci godiamo i festeggiamenti. C’era una pressione pazzesca, ma l’abbiamo affrontata nel migliore dei modi. È stata un’impresa straordinaria, tutto merito dei ragazzi». Presente anche il capitano Di Lorenzo, che aggiunge: «Il merito è del mister. Napoli e noi avevamo bisogno di lui. Il merito è dell’allenatore che ci ha portato a questi livelli e in così poco tempo».

Dopo l’alzata della coppa, la festa continua tra discorsi e canzoni. Si esibisce per il Maradona il cantante e DJ Liberato, con il nuovo singolo “Viennarì”, uscito il 9 Maggio. «E so quattro», afferma lasciando la scena. Dopo di lui Clementino e Gigi D’Alessio.

È festa nella città del sole. Fuori dallo stadio, fumogeni, esultanze, fuochi d’artificio che illuminano una folla in giubilo, riempiendo come con una marea di corpi le strade della città. In Piazza del Plebiscito, dove è stato allestito uno schermo con la partita, non resta un centimetro di spazio tra un tifoso e l’altro. I corpi si urtano, si strusciano e si abbracciano, saltando all’unisono al ritmo dei cori per omaggiare il quarto titolo di campioni d’Italia, l’ultimo due anni fa con una squadra diretta da Spalletti, dopo circa trent’anni di ombra. Nella notte la città brilla e si lascia trasportare dall’euforia per un traguardo che, per questa volta, almeno in ambito calcistico, la mette al di sopra di tutte le altre. Le note della canzone di Pino Daniele parlano chiaro, per Napoli il 23 di maggio esiste solo una parola: again.