Esclusiva

Giugno 6 2025
Cento domande per cento italiani, il libro di Livio Gigliuto

«La maggior parte dei quesiti non ha un grande significato politico, ma racconta come viviamo la quotidianità»

«Il caffè lo prendi a casa o al bar?» «Quale tipo di salume preferisci?» questi due interrogativi possono sembrare banali, ma in realtà dicono molto di più di noi di quanto possa fare una domanda secca su quale partito votiamo. Ed è proprio questo il focus attorno cui Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto di ricerca statistica Piepoli e del Consorzio Opinio Italia, ha costruito il suo libro “100% Italia”, edito da Paesi edizioni: cento domande per cento intervistati.

Il titolo richiama l’omonimo game show televisivo andato in onda dal 2022 al 2024 diretto da Nicola Savino in cui i concorrenti devono rispondere ad alcune domande in base al risultato dei sondaggi fatti su un campione di cento italiani presenti in studio. Tre di questi erano seduti all’interno della libreria Eli, vicino Piazza Vescovio, a Roma, per assistere alla presentazione del libro di Gigliuto con il conduttore radiofonico Roberto Vicaretti e il giornalista e autore del talk show politico “Omnibus” su La7 Andrea Pennacchioli.

Gigliuto racconta che quando i sondaggisti cercano di raccontare il paese lo fanno in maniera tradizionale rispettando le richieste delle aziende o dei politici, ma la fotografia che viene fuori è parziale perché solo un italiano su due va a votare «quindi i sondaggi politici raccontano solo una parte del Paese. Nel libro provo a farlo in maniera seria: ci sono domande sul rapporto con Dio, sulle unioni civili, temi che fanno parte del normale dibattito pubblico e poi ce ne sono alcune strane, come quelle sul caffè, ma che dicono molto più di noi rispetto alle altre».

Dopo la presentazione, Gigliuto spiega meglio cosa intendeva: «La maggior parte dei quesiti non ha un grande significato politico, ma raccontano come viviamo le cose della quotidianità. Nelle pieghe di queste domande, a volte mi sono accorto leggendo i dati dopo che le opinioni erano completamente diverse in base all’orientamento politico». Infatti, gli elettori di centrosinistra preferiscono prenderlo a casa, mentre quelli di centrodestra hanno detto che di solito lo prendono al bar. E questo «possono essere solo numeri, solo una casualità, però forse racconta un certo modo di vivere la socialità».

Dal libro viene fuori che gli italiani sono appassionati di politica, ma non dei partiti che invece fanno fatica a entrare in contatto con le persone. La domanda “compreresti un auto usata da Giorgia Meloni?” non vuole chiedere se qualcuno andrebbe a votare per il presidente del Consiglio. «È una domanda molto americana», commenta Andrea Pennacchioli. Infatti, il quesito era stato posto a proposito del presidente americano Richard Nixon e venne fuori che gli statunitensi non avevano fiducia in lui. Invece, una leggera maggioranza di italiani comprerebbero l’automobile: il sondaggio indica quindi che «anche se non voti per lei Meloni riconosci che è una persona affidabile, è una cosa che va oltre i valori».

Un’altra domanda è “preferiresti andare a cena con Elly Schlein o con la premier?”. Il 55 per cento sceglie Meloni, ma c’è un dato, sottolinea Gigliuto: «Il fatto che il 18 per cento degli elettori del Partito democratico andrebbe a cena con la presidente del Consiglio ci racconta il profilo di quel personaggio: con la segretaria del Pd parlerei di politica con Meloni passo una serata più divertente. Anche questo fa parte del capitale che determina i risultati politici, ma chi contrasta Fratelli d’Italia dovrebbe partire da questo».

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