Esclusiva

Giugno 28 2025
Capri, quando il successo diventa una minaccia

L’isola accoglie circa 12.000 visitatori al giorno: troppi per reggere. Cosa fare salvare il territorio dall’overtourism secondo gli studi

Alle dieci del mattino, il molo di Marina Grande ha l’aspetto di una stazione centrale all’ora di punta. Gruppi compatti marciano seguendo bandierine colorate, trolley sfrecciano tra taxi incolonnati, e le file si allungano fino alla funicolare. A Capri, anche l’attesa è diventata parte del paesaggio. 

L’isola misura appena dieci chilometri quadrati, e nei mesi da aprile a settembre accoglie ogni giorno in media quasi 12.000 turisti, esclusi i pendolari. La popolazione residente è di poco superiore ai 13.000 abitanti: ciò significa che ogni giorno Capri si riempie oltre il doppio della sua capacità demografica stabile. Secondo il report di Sociometrica redatto al termine della scorsa stagione turistica, l’emergenza è diventata strutturale. Solo nei primi nove mesi del 2024, Capri ha contato oltre 2,2 milioni di sbarchi: +1,4% rispetto al 2023. Una crescita che conferma l’intensificarsi dei flussi e lascia prevedere un nuovo aumento entro la fine dell’anno.

Capri, quando il successo diventa una minaccia

A generare la maggiore pressione sull’isola sono gli escursionisti, che secondo il report hanno composto il 90% dei visitatori nel 2024. Sono persone che sbarcano al mattino e ripartono nel pomeriggio, consumando in poche ore spazio, infrastrutture e risorse ambientali. Il rapporto è di dieci escursionisti per ogni turista che pernotta. Non è una questione di volumi, è uno squilibrio sistemico: il turismo giornaliero scarica tutto il peso sull’isola. Il risultato è un’occupazione istantanea e ripetuta, che riempie e svuota Capri ogni giorno.  

Capri, quando il successo diventa una minaccia

A mostrare con precisione quanto il turismo pesi su Capri è il Tourism Exposure Index, un indicatore che somma due dati chiave: quanti turisti ci sono ogni giorno rispetto agli abitanti e quanti ne circolano per ogni chilometro quadrato. Sommando questi elementi, l’indice raggiunge quota 2,01. La soglia di sostenibilità è fissata a 1: Capri ha superato il doppio del livello ritenuto accettabile. È stato possibile misurare con precisione questo dato perché a Capri è possibile misurare con esattezza sia pernottanti che escursionisti. 

Per il sindaco di Capri, Paolo Falco la questione è logistica. «Oggi arrivano circa 72 mezzi al giorno, molti dei quali hanno raddoppiato o triplicato la capienza rispetto al passato», spiega. «Dove prima sbarcavano 280 persone, ora ne sbarcano 500 nello stesso tempo. Serve un’organizzazione diversa: non possiamo permettere sbarchi ogni 5 o 10 minuti». Il flusso continuo porta ad un impatto cumulativo sull’isola: smaltimento rifiuti, pressione sui servizi, sicurezza stradale, consumo di acqua. «Abbiamo incaricato un ingegnere specializzato per uno studio tecnico: vogliamo sapere quante persone possono davvero sbarcare ogni ora, senza mandare in tilt l’isola». Falco auspica una soluzione condivisa tra i territori ad alta pressione turistica e le istituzioni nazionali. 

Allo stato attuale non esiste una soluzione perfetta. Secondo lo studio di Sociometrica l’idea di spalmare i flussi lungo l’anno si infrange sui confini della realtà: la stagione turistica a Capri inizia ad aprile e finisce ad ottobre, e i visitatori non sono materia da spalmare a piacere ma persone con calendari, vincoli e desideri. Serve quindi una selezione della domanda, perché l’aumento dei prezzi non è la risposta. Lo studio propone di limitare i collegamenti marittimi. Meno corse, meno sbarchi, meno pressione. Una scelta impopolare forse, ma che non discrimina, e che ha il vantaggio di preservare l’equilibrio dell’isola. Il problema sta nelle possibilità di implementazione, perché le compagnie di navigazione seguono il mercato e i sindaci rispondono alla comunità. Ma oggi non ci sono strumenti reali per intervenire. Le norme ci sono, ma sono deboli e spesso aggirabili. Da qui la richiesta, rilanciata anche nello studio: attribuire poteri straordinari ai sindaci delle mete ad alta densità turistica.

La ministra del Turismo Daniela Santanché ha annunciato l’avvio di un tavolo tecnico-operativo con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, per affrontare la gestione degli sbarchi a Capri. La prima riunione è fissata per il 2 luglio a Roma con i Comuni firmatari della Carta di Amalfi, un patto sottoscritto per coordinare le politiche turistiche in territori ad alta pressione, uniti dalla necessità di nuove regole comuni.” «Non possiamo permettere che l’attrattività si trasformi in disagio», ha sottolineato il ministro. Al termine dell’incontro preparatorio, i sindaci di Capri e Amalfi hanno ribadito in una nota congiunta la necessità di «una nuova stagione di collaborazione», chiedendo strumenti flessibili per affrontare emergenze locali come il sovraffollamento dei moli o l’insostenibilità della viabilità costiera. Tra le richiesta, anche la possibilità di avere più margine di manovra per gestire i flussi.

Perché l’unica via per un turismo sostenibile, quella “felice” indicata dallo studio, passa da una regia pubblica forte capace di protegge i territori prima che il successo li divori