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Esclusiva

Febbraio 26 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 10 2020
Lo smart working sviluppato dal virus

La diffusione del focolaio di Coronavirus in Italia sta portando le aziende private e della pubblica amministrazione a sviluppare il “lavoro agile”, una filosofia che sta trasformando il mondo del lavoro e che lega il dipendente al solo obiettivo da raggiungere, liberandolo dai vincoli di spazio e tempo.

Da quando il coronavirus è arrivato in Italia, c’è un’espressione che sta entrando nel linguaggio comune delle aziende: smart working.

L’Osservatorio del Politecnico di Milano ha definito il “lavoro agile”, come “una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione dei risultati”. Attraverso questa pratica si libera il dipendente da vincoli temporali e spaziali, legando il lavoro al solo obiettivo da raggiungere. Lo smart working si attua spostando la propria occupazione dall’ufficio a casa, ed in Italia ha già preso piede in alcune aree. Il 53% delle aziende ne fa uso, mentre il 47% si sta organizzando in questo senso. Tra quelle che lo hanno già adottato troviamo Barilla, Sky, Armani e Generali. Anche la pubblica amministrazione sta rispondendo alle nuove spinte del mondo lavorativo. Il 16% delle PA ha già avviato progetti strutturati di lavoro agile.

Ora che il coronavirus è arrivato in Italia lo smart working potrebbe avere un’ulteriore allargamento, infatti le aziende, sviluppando questa “filosofia”, possono continuare a portare avanti le attività, tutelare la salute dei loro dipendenti e venire incontro alle direttive delle autorità.

UniCredit è stata tra le prime ad incentivare lo smart working nella sua sede principale di piazza Gae Aulenti. Dopo, altre aziende del nord Italia hanno seguito l’esempio. Heineken ha chiesto ai suoi dipendenti della sede di Sesto San Giovanni, là dove fosse possibile, di lavorare da casa, lo stesso hanno fatto Tod’s, Luxottica, Assimoco, Henkel e Zambon (impresa che opera nel settore farmaceutico) che, oltre ad incentivare il lavoro da casa, hanno anche ridotto le trasferte. Wind Tre ha raccomandato ai dipendenti che operano nelle regioni di Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia di utilizzare lo smart working per le giornate del 24 e 25 febbraio.

La sede a Milano della più grande società al mondo di consulenza aziendale, Accenture, ha adottato la pratica dello smart working da poco, proprio come prevenzione al Coronavirus. I dipendenti lavorano da casa al computer e Antony Croazzo, impiegato della multinazionale, spiega come in questo modo la produttività dell’azienda non solo sia costante ma agevoli il loro stesso mestiere. “L’utilizzo dello smart working produce dei benefici e degli svantaggi. “Trascorriamo meno tempo con i nostri colleghi e questo a lungo potrebbe essere deleterio per i rapporti personali. Ma l’aspetto positivo è che siamo sottoposti a meno stress e la mattina non dobbiamo correre per andare in ufficio. Abbiamo più tempo libero”.

Meno positivo è il parere di Chiara Pappalardo, dipendente della multinazionale francese di pubblicità, marketing e comunicazione Publicis Media. La sua azienda ha utilizzato lo smart working la settimana scorsa come forma precauzionale contro il virus. “A livello economico, lo smart working mantiene la produttività costante, nonostante alcune dinamiche si rivelino più complesse come organizzare riunioni a distanza. A livello sociale non l’ho trovata una esperienza positiva. Amo lavorare in compagnia, trascorrere del tempo con i colleghi. C’è chi crede che lavorare da casa sia meno stressante perché non devi correre la mattina per arrivare puntuale. Io invece preferisco fare una bella passeggiata a piedi per raggiungere l’ufficio prima di iniziare la giornata. Penso che rimanere in casa tutto il giorno a lavorare non faccia bene a livello personale”.

Anche le startup si stanno organizzando per mantenersi operative senza far venire i loro lavoratori in ufficio. Concetta Virga, dipendente di uno startup con sede a Milano, riguardo la sua prima esperienza di smart working, ha detto: “Inizialmente non è stato semplice abituarsi a lavorare da casa in modo autonomo. Abbiamo dovuto riassettare alcune dinamiche. Io ritengo il lavoro agile estremamente positivo in quanto ti permette di gestirti liberamente.  La produttività della nostra startup è rimasta costante, potrei anche dire che sia aumentata ma non di certo diminuita”

Anche al sud, le aziende private e della pubblica amministrazione, si stanno preparando all’eventualità di far lavorare da casa i loro dipendenti. Non avendo utilizzato questa pratica in precedenza, alcune di esse si stanno trovando in difficoltà nell’organizzare il lavoro agile per quei dipendenti che in ufficio utilizzano il PC fisso. Sono però problemi superabili, e se, dopo che il coronavirus sarà passato, le aziende si saranno organizzate ed abituate per effettuare lo smart working, allora il mondo delle imprese italiane avrà fatto un grande passo in avanti verso il futuro.