Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Marzo 18 2020
Joe Biden, l’uomo che vola verso la nomination

La vita, la carriera, le gaffe e le battaglie politiche dell’uomo che si prepara a sfidare Donald Trump. Scopriamolo in questo ritratto

Capelli bianchi, piccoli occhi azzurri, smilzo, pallido, timido e poco carismatico. Joe Biden appare come l’opposto di Donald Trump, eppure è a lui che punta, deciso a prendere il suo posto alla Casa Bianca. Dopo la vittoria in Illinois, Florida e Arizona contro lo sfidante Sanders, è ancora più vicino al suo obiettivo.

«Solo perché i nostri eroi politici sono stati assassinati non significa che il sogno non viva ancora, sepolto nel profondo dei nostri cuori infranti»

La carriera di Biden è stata colma di successi. Nel ‘69 fu ammesso nell’albo degli avvocati, e tre anni dopo era già senatore dello Stato del Delaware. Rimarrà senatore fino al 2009, anno in cui divenne vicepresidente dell’Unione, il primo nella storia americana di religione cattolica.
Lo stesso non si può dire per la sua vita privata, segnata da tragedie familiari.

Il “vecchio Joe” era un rampante trentenne, da poco eletto senatore, quando nel 1972 la moglie e la figlia di soli 13 mesi persero la vita in un incidente stradale. Avvenne a pochi giorni da Natale, Neilla Hunter era in macchina con i tre figli, Beau, Robert e la piccola Naomi Christina, per comprare il tradizionale albero quando la loro auto fu travolto da un’auto guidata da un ubriaco. I maschietti sopravvissero all’impatto, riportando gravi lesioni e traumi psicologici, madre e sorellina no. Biden si prese cura dei figli da solo, pendolando in treno per ore fino a Washington, finché incoraggiato da loro stessi, si è risposato con Jill Tracy Jacobs, dalla quale ha avuto un’altra figlia, Ashley, che oggi lavora come assistente sociale ed aiuta il padre nella campagna elettorale.

Joe Biden, l’uomo che vola verso la nomination
Joe Biden con la prima moglie Neilia Hunter, scomparsa tragicamente nel 1972, e i figli Beau e Hunter in una foto del 1972

Il figlio maggiore, Beau, invece, seguendo le orme del padre, aveva intrapreso una brillante carriera politica, stroncata d’improvviso nel 2015 da un tumore al cervello che lo ha ucciso all’età di 46 anni. Beau era stato procuratore generale del Delaware, e stava candidandosi a Governatore. Beau Biden sapeva di essere malato, ma sperava che il male fosse in remissione. Durante la campagna elettorale però, le sue condizioni si aggravarono. Joe gli rimase vicino fino alla fine, tentò di vendere la sua villa nel Delaware per coprire le costose spese mediche, poi pagate dall’amico Obama. Famoso ormai il discorso che Beau Biden lesse alla Convention democratica 2008, subito dopo la nomination del padre a vicepresidente. Raccontò di come suo padre si era occupato di lui e di suo fratello dopo la morte della madre e della sorellina. Molti dei presenti dovettero asciugarsi le lacrime.

Joe Biden, l’uomo che vola verso la nomination
Beau Biden

«Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi»

L’ex vicepresidente è celebre tuttavia per essere l’uomo che dice sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato. Alcune delle sue gaffe sono rimaste indelebili e il presidente Trump ne approfitta per affibbiargli il nomignolo di “Sleepy joe”, “Pisolo Joe”.
Nel 2010, in occasione del St. Patrick Day, Sleepy Joe volle commemorare la morte della madre del primo ministro irlandese con un minuto di silenzio, noncurante del fatto che la signora fosse viva e vegeta. In un incontro elettorale con il senatore del Missouri, Chuck Graham, Biden lo invitò ad alzarsi in piedi, non ricordandosi che il senatore fosse inchiodato su una sedia a rotelle.

«Non ho avuto sempre ragione, e non ho agito sempre nel migliore dei modi in merito alla giustizia criminale. Ma almeno ci ho provato»

Anche il passato politico di Biden potrebbe risultare ostico per molti elettori democratici. Nel 1989 George H. W. Bush raggiunse l’apice della sua lotta alla droga attraverso lo strumento delle incarcerazioni di massa, non viste di buon occhio dall’ala sinistra del partito di opposizione. In quei giorni difficili per la comunità afro-americana, Biden superò a destra il piano di Bush padre eintervenne pubblicamente per sostenere che «non è abbastanza forte. Non include abbastanza poliziotti per fermare la violenza dei delinquenti, non include abbastanza pubblici ministeriche li processino, e soprattutto non contiene abbastanza carceri che li tengano lontano da noi per molto tempo». Parole dure, che hanno sempre fatto seguito a provvedimenti legislativi “senza scrupoli” durante gli anni in cui Biden è stato presidente della Commissione sulla giurisdizione del Senato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Sono stati 4 i principali acts federali, seguiti da numerosi protocolli, che hanno reso Biden famoso per il suo pugno duro sull’aumento della lotta ai piccoli spacciatori (nella maggior parte dei casi afro-americani), il forte inasprimento delle pene anche per reati minori non provati dalla polizia e soprattutto la crescita esponenziale della popolazione carceraria negli USA: il 1984 Comprehensive Control Act, il 1986 e 1988 Anti-Drug Abuse Act e il 1994 Violent Crime Control and Law Enforcement Act.

Joe Biden, l’uomo che vola verso la nomination

La storia pubblica e personale di Joe Biden non si è ancora conclusa ed è ancora ricca di sfide elettorali e politiche. Ora, all’età di 77 anni, con la nomination a candidato ufficiale del partito democratico alla presidenza degli Stati Uniti d’America potrebbe dover vivere gli anni più importanti della sua vita.

Joe Biden, l’uomo che vola verso la nomination
Joe Biden durante il conferimento della Presidential Medal of Freedom da parte dell’ex presidente Barack Obama, il 12 gennaio 2017. Il conferimento del merito civile più importante degli Stati Uniti a Joe Biden è stato l’ultimo atto politico di Obama prima di lasciare la presidenza del paese a Trump poche settimane dopo