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Esclusiva

Marzo 23 2020
Suona la campanella, tutti davanti al pc

Dagli asili alle università i banchi sono vuoti, in attesa speranzosi del ritorno dei propri studenti. Ma la scuola non si può fermare, ecco come si mantiene un briciolo di quotidianità e normalità in tempi di quarantena

«È importante attivare programmi settimanali nelle scuole per tenere una certa continuità con gli alunni più piccoli» dice Tina, maestra all’asilo nido famiglia “Kiribu” ad Anagni  «I bambini ci riconoscono in webcam e gli si illuminano gli occhi quando vedono noi o i loro compagni salutarli». All’inizio la didattica era semplice, le mastre video chiamavano gli alunni su Whatsapp o mandavano nelle chat di gruppo dei genitori le canzoni che i bambini erano abituati a cantare durante il giorno. «Abbiamo iniziato gli incontri settimanali su Zoom (https://zoom.us/), un sito web che consente videochiamate gratis per 40 minuti, per  costruire insieme un lavoretto per la festa del papà. Ho prima comunicato i materiali alle famiglie per non ritrovarsi sprovviste, mentre con le mie colleghe ci siamo divise i compiti. C’era chi riproduceva il lavoro da far seguire ai bambini e chi li teneva attenti, spiegandogli cosa avrebbero dovuto fare». Gli alunni di Tina vanno dagli 11 ai 36 mesi, è difficile immaginare un bambino che a meno di un anno segua attentamente le maestre da un computer «Per loro adesso è un gioco, è come vedere i cartoni in televisione. Purtroppo con il passare dei giorni si stancheranno. In quel momento sarà compito dell’educatore fare un po’ il giullare. Serve a tutti un po’ d’allegria in questo momento, anche e soprattutto ai genitori». La positività di Tina contagia persino per telefono.

Suona la campanella, tutti davanti al pc

Antonio ha 9 anni e frequenta la “Schola puerorum – cappella musicale pontificia”, e mentre in cucina sua madre fa un dettato con i suoi studenti di prima elementare, lui organizza la sua cameretta come una vera e propria palestra. L’unica differenza è il computer sulla sedia. Quando suona la campanella il suo maestro di educazione fisica è già in tuta pronto per mezz’ora di esercizi. Bottiglia d’acqua in mano per fare un po’ di braccia, corsa sul posto e tiri con la palla o qualsiasi cosa hanno in casa. «Ti assicuro che sudano come se fossero in palestra», scherza sua madre. Antonio racconta che queste nuove lezioni gli piacciono molto «Posso usare il computer e scrivere alla lavagna, l’ho scoperta io premendo una freccetta!», racconta fieramente. Le sue lezioni sono ben organizzate: ogni giorno dalle 8.30 alle 12.30, poi un’ora il pomeriggio per due volte alla settimana per fare lezioni di canto e solfeggio. Non mancano le interrogazioni individuali su whatsapp. «Vivono questa cosa come se la maestra entrasse nelle loro case. Spesso fanno fare al computer il giro della casa per mostrare a tutti la propria cameretta, i giochi o la vista dal balcone».

Suona la campanella, tutti davanti al pc
Lezione di Educazione fisica

Anche le scuole secondarie di primo e secondo grado – medie e superiori –  si sono attrezzate come hanno potuto. Non in tutti i casi la didattica a distanza è stata  potenziata a dovere. Aurora ha 12 anni e frequenta la scuola media “Solimena-De Lorenzo” di Nocera Inferiore. Al momento riceve solo i compiti, che le vengono caricati sulla piattaforma online Argo-ScuolaNext. Argo altro non è che il registro elettronico che gli insegnanti italiani stanno già utilizzando da tempo, inserito all’interno del più ampio programma del Miur per la digitalizzazione della didattica. Ma nessuna videolezione o cose simili.

Meglio organizzata, invece, è la scuola media “Giovanni XIII” di Cava de’ Tirreni. Alcuni genitori ci raccontano che, come per l’asilo nido famiglia “Kiribu”, anche lì per ragazzi e ragazze è stato attivato un profilo personale su Zoom. Il sito web permette videolezioni anche con trenta, quaranta persone collegate in contemporanea. Una piattaforma professionale, che mette a disposizione diverse modalità di call, e di certo sufficiente per esigenze di docenti e allievi.

Suona la campanella, tutti davanti al pc
Scuola media Giovanni XIII

Per le scuole medie, quindi, alti e bassi. È comprensibile che gli istituti si siano trovati in fuorigioco rispetto a quanto avvenuto. L’emergenza Coronavirus ha spiazzato tutti, stravolgendo programmi, interrogazioni, oltre che le classiche uscite primaverili che in tutta Italia, ogni anno, portano nuove esperienze a studenti di ogni ordine e grado.

Sheila è una maturanda in Scienze Umane. Frequenta l’Istituto Superiore “Alberto Galizia” di Nocera Inferiore, la scuola è dislocata su tre diverse sedi. Ci racconta che la situazione, per quanto possibile, è ancora sostenibile. Per seguire le sue ultime lezioni da liceale Sheila usa Skype, software di messaggistica istantanea famoso in tutto il mondo perché fra i primi ad offrire la possibilità di videochiamate di un certo standard. Sebbene non sia un programma nato e pensato per la didattica online, Skype riesce comunque a tenere in contatto professori e studenti in maniera semplice e veloce.

Meno bene va all’Istituto professionale d’Istruzione Superiore “Guglielmo Marconi”. I ragazzi e le ragazze al momento stanno utilizzando WhatsApp. Negli ultimi anni il software acquistato per 19 miliardi di dollari dall’ideatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha visto notevoli progressi nelle possibilità degli oltre 450 milioni di utenti. Più funzionalità, maggiore usabilità e un vasto repertorio di emoji che si aggiorna di mese in mese. Ma per una scuola tutto questo non basta, o meglio, non serve.

Suona la campanella, tutti davanti al pc

Meglio va al Liceo Scientifico “Leopardi-Maiorana” di Pordenone. Gli studenti ci raccontano delle proprie lezioni online. Usano la piattaforma di Google G-Suite. G Suite è in pratica una vera e propria “suite” di software, strumenti e applicazioni offerte in abbonamento da Google. Fra queste troviamo Gmail, Drive, Hangouts – che per inciso utilizzano anche alla Sapienza di Roma Calendar e Google Documenti. C’è un po’ di tutto considerando che con ognuno di questi mezzi virtuali è possibile soddisfare una diversa richiesta, che sia da parte dei docenti o degli studenti.

Al “Leopardi-Maiorana” di Pordenone non tutti gli insegnanti sono però obbligati a tenere queste lezioni, c’è qualcuno che non lo fa – ci dicono – «però tutti danno regolarmente i compiti». L’orario complessivo di lavoro è leggermente inferiore alla norma. Gli studenti e le studentesse tengono online anche le interrogazioni e i voti vengono segnati sul registro elettronico. «Esistono tre tipi di colore: rosso per le insufficienze, verde per i voti dalla sufficienza in sù, e riguardano i voti ufficiali. I voti in blu, invece, sono quelli non ufficiali, ma solo indicativi di un lavoro svolto, quindi non hanno lo stesso peso».

I collegamenti seguono l’orario scolastico mattutino, ma alcuni avvengono anche di pomeriggio, come del resto ha autorizzato a fare il Miur, Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

L’opportunità di usare il web per studiare, lavorare, tenersi in contatto è oggi più che mai un fatto di risonanza nazionale. L’Italia sta affrontando questa crisi, non solo sanitaria, ma anche sociale, come può. Le aziende, alcune forse per la prima volta, stanno scoprendo cosa voglia dire la formula smart working. Le università si sono ritrovate catapultate in un sistema digitale al 100%, che non avevano né previsto né programmato. Dagli asili ai licei ogni scuola si sta attrezzando come può. Il bicchiere mezzo pieno di questa pandemia da Covid-19 forse sta proprio qua: in questa innovazione, a tratti forzata, che sia per dovere o per necessità.