Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Maggio 8 2020
La movida immobile

I locali notturni di Roma si preoccupano per il futuro durante l’emergenza Covid-19. Abbiamo ascoltato le loro storie. Due facce di una stessa, triste, medaglia.

“Ci hanno trascurati. In ogni discorso Conte parla di tutti i settori tranne il nostro”. Roma Nord è una delle zone più frequentate dai giovani amanti della vita notturna e Oscar Trapani, general manager del Factory, ne è rappresentante. “Le discoteche come la mia rimangono chiuse, dalle istituzioni non arrivano risposte sulla possibile riapertura. Il nostro problema è serio, ma anche in televisione vedo che viene sminuito”. Le colpe sono di scarsa conoscenza e abbondante pregiudizio. “Il mondo della notte non significa perdizione e droga, è pieno di aziende che danno lavoro a tantissime persone, dai barman ai buttafuori, passando per i ragazzi che si pagano gli studi stando alla consolle”. L’obbligo di distanziamento sociale complica l’attività degli esercizi pubblici, in particolare quella delle discoteche che nella vicinanza e nella spensieratezza hanno le loro componenti fondamentali.

La movida immobile
Una discoteca vuota.

Uscirne non è semplice, anche perché i proprietari dei locali non hanno una visione unica su come riaprire: “Abbiamo fatto varie proposte, ma per ora non abbiamo trovato una linea comune. Alcuni manager sono più interessati ad avere soldi subito per contrastare il periodo di chiusura, noi vorremmo riaprire in sicurezza al più presto per far circolare denaro. La nostra idea sarebbe di comprare test sierologici da somministrare ai clienti in fila all’esterno del locale. Così potremo impedire l’ingresso agli infetti, mantenendo all’interno della struttura la possibilità di abbracciarsi e ballare”. Infine, la richiesta alla politica: “Il governo non ci dà voce, ma vorremmo aiutare. Ci piacerebbe metterci al tavolo per trovare una soluzione insieme. In questo momento mancano esperti nel settore per comprendere appieno la faccenda, servirebbe una task force apposita per parlarne. Non possiamo andare avanti così a lungo, dovremmo sfruttare l’estate per ripartire”.

Spostandoci sette chilometri più a sud arriviamo al Gianicolo, dove Fabio Quadraccia vive una situazione simile: “Sono co-proprietario de Il Baretto, abbiamo un cocktail bar e potremo riaprire dal primo giugno. Le condizioni però sono molto svantaggiose, dato che avremo l’obbligo di chiudere alle 20. Iniziando alle 17 possiamo fare solo aperitivi, quando prima il grosso dei clienti arrivava verso le 23 e rimanevamo aperti fino alle 2 di notte. Dovremo capire se ne varrà ancora la pena”. Come abbiamo già visto, non tutti i proprietari chiedono le stesse cose: “Abbiamo bisogno di sostegno economico, anche non a fondo perduto. Servirebbero almeno 20 mila euro, perché paghiamo affitti alti e la situazione è pesante. Sarà compito nostro anche di preoccuparci dei controlli all’esterno del locale, dove ci sarà una persona per far mantenere il distanziamento sociale. Se qualcuno non rispetta le regole ci rimettiamo sempre noi”.

Un video di Vista che mostra una Trastevere spettrale.

A Trastevere, uno dei luoghi di aggregazione più affollati durante l’estate romana, il momento è drammatico: “Ho amici con locali in zona che hanno dovuto mettere i propri esercizi in svendita, perché prima di 7-8 mesi non si riparte e non puoi reggere 5 mila euro di affitto al mese. Non hanno scelta, se non vendere e cambiare lavoro”. Fabio sul governo ha poco da dire, se non che: “Si tratta di una situazione fuori dalla norma, so che non è semplice ma conviene stringere i denti ora sperando di poter poi ripartire una volta per tutte. Riaprire un mese per poi doversi fermare di nuovo sarebbe una tragedia”. Richieste diverse per rispondere allo stesso problema, quello di una categoria notturna che rischia di rimanere nel buio.