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Esclusiva

Maggio 16 2020
Dopo il silenzio il doppiaggio torna a parlare

Le ultime serie televisive mancano del doppiaggio in italiano. Angelo Maggi, voce di Tony Stark (Avengers), e Stella Gasparri, voce di Brienne di Tarth (Game Of Thrones), raccontano cosa sta succedendo

Da due mesi a questa parte i personaggi delle nostre serie televisive preferite hanno smesso di parlare in italiano. Angelo Maggi e Stella Gasparri, due attori che prestano la voce a grandi interpreti d’oltreoceano, spiegano che i lavori di doppiaggio sono stati sospesi il 9 marzo a causa della pandemia, e sono ripresi solo il 4 maggio scorso.

Attore e doppiatore, voce tra gli altri di Tom Hanks, Hugh Grant, Robert Downey Junior e del commissario Winchester dei Simpson e del dottor Cox di Scrubs

A spingere la categoria dei doppiatori a sospendere temporaneamente le attività sono state le condizioni ambientali nelle quali gli attori e i tecnici della post-produzione erano soliti lavorare.

Stella Gasparri
Stella Gasparri

Attrice e doppiatrice, ha preso parte a grandi produzioni internazionali, dando la voce all’attrice Gwendoline Christie in Game of Thrones e Star Wars.

Prima del virus

Tra gli anni cinquanta e sessanta venivano costruite grandi sale di doppiaggio. Col passare del tempo questo modus operandi è cambiato, hanno iniziato a progettarle di dimensioni ridotte, andando a modificare molte delle preesistenti. Da una sala grande sono state ricavate tre più piccole.
Gli studi di registrazione non devono disperdere il suono all’esterno, sono quindi ben sigillate, tappezzate da moquette e raramente sono fornite di finestre per il ricambio dell’aria.
Durante i lavori, in studio, sono presenti, minimo, due persone: l’attore che recita le battute e l’assistente al doppiaggio, ossia quella figura che si occupa degli aspetti tecnici delle battute pronunciate. Davanti lo studio, separata da un vetro insonorizzato, c’è la regia, dove lavorano, seduti uno di fianco all’altro, il regista e il fonico. Inutile sottolineare che queste abitudini di lavoro, innocue fino a tre mesi fa, sono diventate improvvisamente pericolose con l’arrivo del virus.

Dopo il virus

I lavori stanno riprendendo con tutte le accortezze del caso. Gli spazi sono scrupolosamente sanificati. Allo scopo si utilizzano ionizzatori o lampade ultraviolette. Prima di entrare in studio di registrazione viene misurata la temperatura; guanti e mascherina sono obbligatorie, anche le scarpe devono essere avvolte in buste di plastica. Assistente e doppiatore, così come il regista e il fonico, sono separati da pannelli di plexiglass installati durante i giorni di chiusura. I contatti fra doppiatori sono stati ridotti al minimo grazie a precisi turni che evitano loro di incrociarsi. «Le condizioni ora sono molto provanti dal punto di vista psicologico» spiega Angelo Maggi raccontando l’atmosfera in cui oggi si è costretti a lavorare. Stella Gasparri sorride pensando alla situazione paradossale che si è venuta a creare. «Quando arrivo in studio, ad accogliermi non ci sono più i colleghi, ma un termometro che mi viene puntato in fronte come fosse una pistola».

Lavoro accumulato

Durante la sospensione dei lavori, la produzione delle serie tv non si è fermata. Netflix, Sky, Hbo e altre piattaforme hanno optato per diffondere prodotti inediti rinunciando momentaneamente al doppiaggio. Ora però si sta premendo affinché la voce in italiano venga aggiunta nel più breve tempo possibile. «Si richiede un lavoro serrato, da parte di tecnici e attori, che va però a scontrarsi con la necessità di un ritorno graduale alla normalità» . Spiega la doppiatrice di Brienne di Tarth di Game Of Thrones.
Non vi è la stessa fretta per i prodotti cinematografici. «I cinema sono chiusi, e non si sente il bisogno di doppiare pellicole la cui data di uscita è ancora ignota» racconta la voce di Iron Man.

Lavoro da remoto

«Nell’ambiente si è discusso anche della possibilità di lavorare da remoto». Racconta Stella Gasparri. «Ad oggi la proposta è stata respinta. Nel caso si verificassero eventi gravi che spingessero a una nuova chiusura, allora la prospettiva del lavoro da casa potrebbe tornare sul tavolo. Il doppiatore dovrebbe, in quel caso, crearsi in casa, uno spazio insonorizzato dove poter incidere gli audio, e le società di registrazione dovrebbero invece fornire i microfoni adatti. Il problema è che, agendo così, si perderebbero alcune figure del reparto tecnico, come per esempio l’assistente al doppiaggio. Se, lavorando da casa, si riuscissero a includere tutte le figure, allora questa eventualità diventerebbe realizzabile».

Le macerie del Covid-19

Se da un lato il reparto del doppiaggio è tornato all’opera, sono ancora in tantissimi i lavoratori del mondo dello spettacolo a essere rimasti in casa, senza alcuna tutela. Angelo Maggi racconta che prima dello scoppio della pandemia, era in procinto di partire per un tour teatrale dal titolo “Il Doppiattore” dove avrebbe raccontato il doppio ruolo di attore e doppiatore. «Sono molto amareggiato, non tanto per lo spettacolo messo in pausa, ma per tutti i miei collaboratori del reparto tecnico che si ritrovano senza lavoro e con un futuro incerto all’orizzonte»