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Esclusiva

Dicembre 8 2020
A costo di passare il Capodanno in camera

Il decreto di Natale ha costretto gli albergatori italiani a inventare alternative al cenone di fine anno. Servizio in camera e brindisi di mezzanotte hanno costi organizzativi che pochi albergatori possono sostenere

Una cena a lume di candela in suite imperiale è un’idea regalo originale per le coppie alle prese con l’organizzazione del Capodanno. Tanto più se a mezzanotte, affacciati a un balcone di Porta Pinciana, si riesce ad ammirare la Capitale colorata dalle luci dei fuochi di artificio. La proposta di Luca Costanzo, titolare del ristorante Mirabell, all’interno dello Spendid Hotel Royal, però, non è da tutti. «Per una coppia si parte da 1200 euro», spiega. La struttura a cinque stelle situata a via Veneto, una delle strade più caratteristiche della “Roma Bene”, è tutt’altro che economica. Anche se il pernottamento è incluso. 

Cifre simili al nord. Tra gli albergatori che cercano scappatoie per non chiudere i battenti il 31 dicembre c’è Rita Leardini, che possiede il gruppo di Hotel Leardini, a Riccione e offre una soluzione analoga. Possiede cinque alberghi, nessuno di categoria inferiore alle 4 stelle. «Stiamo studiando l’arredamento delle stanze. Tutte avranno un tavolo rotondo, l’apparecchiata da cerimonia, un bel centro tavola e lo champagne. Camerieri in smoking bianco si muoveranno tra i corridoi. Dalle stanze alle cucine “satellite” che organizzeremo sul pianerottolo, per garantire un servizio all’altezza dei nostri standard anche la notte di Capodanno».  

D’altra parte, o è così  o si chiude: come ha fatto Andy, dell’Albergo Posta Marcucci, a Bagno Vignoni, in Toscana. «Non abbiamo alternative. Dobbiamo tenere le serrande abbassate fino al 7 gennaio». Realtà più modeste, come questo tre stelle a 40 km da Siena, devono fare i conti con un bacino d’utenza limitato dal decreto del Governo del 3 Dicembre. «Il divieto di spostamento tra regioni ci penalizza, figuriamoci tra comuni. Non possiamo lavorare solo con gli ospiti toscani e non riusciamo a sostenere i costi. Un danno economico irreparabile. Sono arrabbiato, lo ammetto: abbiamo rincorso i parametri imposti da ogni decreto, ma così è troppo».

Non per Sebastiano Pranteddu, che gestisce con la moglie un piccolo albergo, L’Edera. Una struttura con dodici stanze a Nuoro, in Sardegna: «mia moglie preparerà un piatto unico e lo porterà in camera agli ospiti. Verrano le coppiette, credo. Ho chiesto in zona, qualcuno si è detto interessato all’offerta», racconta fiero. L’hotel, a conduzione familiare, può contare sulla determinazione dei suoi proprietari: «noi qui siamo pochi, se non ci si può spostare tra comuni i clienti sono i nostri amici, ma ci proviamo comunque. In tutta la Barbagia siamo meno di diecimila anime».

La regione montuosa intorno al Gennargentu vive di turismo. Ha bisogno di chi viene da Sassari e dei cagliaritani. «Io faccio il torrone, quindi comunque lavoro, sono fortunato», ma non tutti gli albergatori hanno una seconda occupazione. Sebastiano, in questo modo, può permettersi di offrire un pacchetto di Capodanno da 3 giorni tra i monti sardi con cena in camera, prima colazione, aperitivo e pranzo tipico, a 290 euro a persona.

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