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Esclusiva

Aprile 1 2021
L’Etna non si placa

Il vulcano attivo più alto d’Europa, “Mamma Etna” per i siciliani, torna a catturare l’attenzione del mondo. Le testimonianze dei cittadini e le parole degli esperti.

«Questa notte abbiamo assistito alla diciassettesima esplosione eruttiva, che si è conclusa solo alle 11:30 di stamattina. È stato uno dei più lunghi e intensi parossismi dal 16 febbraio». A parlare è Boris Behncke, vulcanologo di 59 anni di origine tedesca, trasferitosi nell’isola nel 1997 per amore dell’Etna.

Eruzione dell’Etna

«È già dall’estate scorsa che stiamo seguendo la risalita di nuovo magma, ricco di gas, da una profondità di 15-18 km verso la superficie. Stanotte, le fontane di lava hanno superato i 400 metri di altezza e la nube eruttiva ha raggiunto persino i 9000 metri sul livello del mare, disperdendosi in direzione sud-ovest».

I parossismi, spiega il dottor Behncke, sono eventi brevi e violenti che si manifestano con colonne eruttive, alte fontane di lava e colate laviche che si espandono rapidamente in area sommitale e durano qualche ora.

Fin da bambino, il suo desiderio è sempre stato intraprendere questa carriera. Il fascino per il vulcano attivo più alto d’Europa e patrimonio dell’Unesco lo ha portato spesso a viaggiare a Catania, fino a quando non ha deciso di realizzare lì il proprio sogno.

«Da ragazzo mi arrabbiavo perché le esplosioni più interessanti avvenivano solo quando io ero in Germania. L’Etna per me è il vulcano più affascinante e gratificante al mondo. È ben accessibile, studiato e sorvegliato ed è artefice di fenomeni spettacolari che non sono solo un’attrazione estetica ma, per noi esperti, rappresentano anche uno stimolo».

È stata intensa e prolungata l’attività parossistica dal mese di febbraio. Le fontane di lava, in alcuni casi, hanno superato i 1500 metri di altezza e non si sono manifestate con lo stesso ritmo; per questa ragione, non è possibile sapere quando si arresteranno del tutto. Nell’anno 2000 ci sono stati 66 parossismi in 7 mesi, con un’alta frequenza di 2-3 episodi eruttivi al giorno. Tra il 2011 e 2015 si sono invece registrate 50 manifestazioni totali, spesso con settimane di intervallo.

L'Etna non si placa
Parossismo 15 marzo 2021

«Prevedere un parossismo è come prevedere uno starnuto. Sai che sei raffreddato e stai per starnutire, ma a volte succede e altre volte no. Lo stesso vale per l’Etna” conclude il dottor Behncke.

Innumerevoli sono state anche le scosse di terremoto nelle ultime settimane, che hanno allarmato gli abitanti della zona.

«Con questi boati continui è veramente difficile dormire. Da febbraio sembrano non fermarsi più, né di giorno né di notte. Sui muri di casa si sono create delle piccole crepe e quando pulisco la mia terrazza colma di cenere, il giorno dopo è punto e a capo. Anche camminare in auto per strada è diventato pericoloso perché si scivola. Stiamo vivendo una situazione di disagio». Questa è la testimonianza di Daniele, residente nel paese etneo di Valverde.

Ma Turi Cageggi, giornalista siciliano specializzato e appassionato dell’Etna, rassicura i concittadini: «Piccoli movimenti sismici non sono sinonimo di grandi terremoti. Sono solo conseguenze dei parossismi, che non rappresentano un pericolo né per le persone né per le coltivazioni, perché si tratta di colate laviche brevi e di fontane di lava ad alta quota».

Alcuni ricercatori siciliani stanno sperimentando un progetto per far in modo che la cenere vulcanica possa essere utilizzata per diverse applicazioni nei settori dell’ingegneria civile e ambientale. A supportare l’ipotesi sono i risultati del progetto REUCET (Recupero e utilizzo delle ceneri vulcaniche etnee), condotto da un team di studiosi dell’Università di Catania e finanziato dal Ministero dell’ambiente.

L'Etna non si placa
Cenere etnea

«Da un punto di vista legislativo, la cenere che cade sulle strade e quindi nei luoghi pubblici è un rifiuto speciale e deve essere smaltita come tale; ciò comporta un costo notevole. Quella sui balconi o sulle grondaie delle abitazioni private si può invece riciclare per essere utilizzata nell’edilizia, essendo un materiale isolante ed ecologico, o nell’agricoltura come fertilizzante» spiega Cageggi.

L’uso delle ceneri vulcaniche consentirebbe il duplice vantaggio ambientale di ridurre il consumo di risorse naturali e di evitare lo smaltimento, promuovendo la transizione verso un’economia circolare.

L’obiettivo dei ricercatori è quello di sottolineare la necessità di intervenire sulla normativa vigente e sensibilizzare i cittadini a contribuire al recupero e alla raccolta delle ceneri etnee.