Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Aprile 10 2021
Pornografia e noia, come è cambiata la sessualità con il Covid-19

I dati forniti da Pornhub e Google Trends hanno mostrato come – complici le restrizioni per arginare la diffusione del virus – da marzo 2020, le ricerche di contenuti per adulti online siano sensibilmente aumentate

«Facevo uso di video porno già prima del lockdown, di solito una volta al giorno, ma non tutti i giorni. Da marzo 2020 è stato come prendere la mia vita, metterla in una stanza, e dirmi: “Adesso ti ritrovi solo con te stesso e il tuo corpo”». Un ragazzo di 24 anni – che ha preferito rimanere anonimo – ha raccontato a Zeta come è cambiato il suo rapporto con la pornografia durante i mesi del lockdown, complici l’isolamento e il distanziamento sociale richiesti per tenere a freno la diffusione del Covid-19. «Essendo fidanzato nei primi tempi del lockdown nazionale non sentivo la necessità di incrementare il mio utilizzo dei siti porno, anche perché avevo dei coinquilini. Col passare dei giorni però la convivenza ha iniziato ad essere difficile e ritrovandomi in uno spazio sempre più stretto – la mia stanza – il tempo dedicato ai siti è cresciuto sempre di più, fino ad arrivare a un utilizzo di sei o sette volte al giorno, trasformandosi nel mio passatempo principale».

Parole che possono provocare stupore in un primo momento, e che abbiamo portato all’attenzione di Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa: «Il messaggio che è passato durante il periodo del lockdown era “distanziamento, distanziamento, distanziamento”, che è esattamente il contrario di un rapporto sessuale. Tutte le persone che vivevano sole e distanti dal partner hanno subito questo bombardamento continuo in cui la masturbazione è diventata l’unico “comportamento sicuro” rispetto al momento che stavamo passando. Quindi in generale, al di là della pornografia, le persone in questo periodo si sono masturbate di più». Un incremento nel ricorso al porno è testimoniato anche dai dati forniti da Pornhub, una delle piattaforme di contenuti per adulti più famosa al mondo e il decimo sito più frequentato in Italia dopo xnxx.com, anch’esso un sito di contenuti per adulti.

Studiando i dati aggiornati fino al 13 luglio 2020 forniti da questa piattaforma è possibile osservare in primis il cambiamento in percentuale del traffico nel mondo rispetto agli stessi giorni dell’anno precedente, come si evince dal grafico interattivo qui sotto riportato. Un leggero aumento nell’utilizzo di contenuto video-pornografico si è registrato già il 14 marzo 2020, quando l’Italia era in lockdown da una settimana esatta, fino ad arrivare poi alla soglia del 13,7% il 21 marzo. Il picco però si è registrato solamente il 25 marzo, quando Pornhub ha offerto gratuitamente l’abbonamento Premium (quando quasi tutti i Paesi europei erano in lockdown totale) per incoraggiare le persone a stare a casa e praticare il social distancing. In generale si registra un diffuso aumento del traffico sul sito rispetto allo stesso periodo del 2019: dalla data del picco del 25 marzo fino al 13 luglio infatti la fruizione si attesta intorno ad una media del 15%, decisamente alta considerata la media intorno al 3% dei mesi che hanno preceduto la pandemia.

Rispetto alla situazione globale il discorso è drasticamente diverso invece per la media della fruizione di video pornografici in Italia: sempre secondo i dati ufficiali di Pornhub è infatti possibile riscontrare un picco del 57% il 12 marzo 2020 (data in cui la piattaforma ha regalato un mese di abbonamento gratuito anticipatamente ai cittadini italiani, in lockdown prima di altri), ad appena tre giorni dalla proclamazione del primo lockdown del 9 marzo. Solamente il giorno prima il traffico superava di poco il 5%.

Su Pornhub ci sono state anche una serie di ricerche di video a tema Coronavirus, quarantena e covid. In particolare fino al 18 giugno 2020 ci sono state 18, 5 milioni di ricerche contenenti la parola “corona”, 1,5 milioni contenenti la parola “Covid” e 11,8 milioni con la parola “quarantena”.

Come si evince dai dati di Google Trends, negli ultimi 12 mesi in Italia i siti per adulti sono stati ricercati molto più frequentemente della locuzione “Covid-19” (con uno stacco in media tra i 60 e gli 80 punti percentuali da marzo 2020 ad oggi), e solo a fine febbraio 2021 il termine “vaccino” ha eguagliato e superato la ricerca di “Pornhub” nella frequenza dei clic. Persino le diciture “xvideos” ed “xnxx” hanno superato almeno fino al settembre 2020 sia “Covid-19” che “vaccino”, per poi lasciare il passo a “vaccino” da dicembre 2020.

Sempre secondo i dati di Pornhub, invece, la maggior parte delle ricerche sui siti video-pornografici è stata effettuata da donne, soprattutto nel mese più critico di tutti, ovvero marzo 2020. È stato proprio in quel mese che le donne hanno superato in percentuale gli uomini quasi ogni giorno, con una media tra il 3 e il 5%, raggiungendo il picco nell’utilizzo il 27 marzo (29,9% delle donne contro il 25,9% degli uomini), toccando invece il picco del distacco nella visualizzazione dei contenuti il 18 marzo (14,50% delle donne contro l’8,20% degli uomini).

«Col passare del lockdown alcune abitudini sono rimaste. Per esempio non riesco a cominciare a studiare se prima non mi masturbo – come un caffè appena mi sveglio – prima di andare a dormire e dopo pranzo», ribadisce a Zeta il ragazzo che ha condiviso la sua storia, spiegando nel dettaglio quali altri meccanismi ha osservato dentro di sé. «Col tempo poi ho notato in me una svalutazione delle persone in generale, arrivando a pensarle come oggetti a mia disposizione per il mio piacere sessuale. Quando ho rivisto la mia ragazza ho trattato anche lei come un oggetto, sentendomi poi male con me stesso. Lei mi ha fatto prendere coscienza del fatto che non provavo più emozioni a livello amoroso e passionale, c’era solo un forte desiderio carnale. Pensavo di aver risolto la cosa, ma credo non sia stato così, perché il sesso con lei era diventato quasi fastidioso, non sentivo più niente. E ho avuto bisogno infatti di un periodo di riflessione per parlarne con qualcuno».

La dottoressa Rossi conferma che perdere il contatto con la realtà è del tutto normale in un contesto di emergenza come quello accaduto, ma che è necessario che la situazione si affronti il prima possibile: «Non solo la visione di tanta pornografia, ma vivere molto tempo senza il proprio partner può far sì che quando ci si ritrova è un po’ come se fosse la prima volta. Anche i single non hanno potuto incontrare nuove persone e alcuni hanno riportato un timore del contatto, un profondo disagio nel non sapere come riapprocciarsi all’altro, che purtroppo perdura tuttora. La fotografia che ne viene fuori è che il Coronavirus ha messo con le spalle al muro la sessualità e ci ha portato alla ricerca di forme di piacere alternative: dalla pornografia al sexting ai sex toys. Ognuno si è attrezzato come meglio ha potuto».

Foto in evidenza di  Krzysztof Kamil da Pixabay