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Esclusiva

Luglio 6 2021
Intensa, trasversale, rivoluzionaria. Addio a Raffaella Carrà

La celebre showgirl è morta il 5 luglio all’età di 78 anni. Verrà ricordata per la simpatia, la professionalità e le sue idee innovative. Interviste alla giornalista e scrittrice Laura Delli Colli e al regista e sceneggiatore Italo Moscati

«Il carattere e la sua storia l’hanno resa un’icona di semplicità. È stata una persona che non ha mai perso il senso delle proprie origini. Coraggiosa nel prendere posizioni, si è sempre dimostrata all’avanguardia rispetto al costume e alla società di questo Paese». In un’intervista a Zeta, Laura Delli Colli – giornalista, scrittrice e Presidente della Fondazione Cinema per Roma – ricorda così Raffaella Carrà, morta il 5 luglio a 78 anni per una grave malattia.

All’anagrafe era Raffaella Maria Roberta Pelloni, nata a Bologna il 18 giugno 1943 e cresciuta a Bellaria, in provincia di Rimini, sulla riviera romagnola. A otto anni l’arrivo a Roma, per studiare all’Accademia nazionale di danza e al Centro sperimentale di cinematografia. A poco più di venti lo pseudonimo che l’ha resa celebre, da un’intuizione del regista Dante Guardamagna: unire il nome che ricordava l’artista urbinate Raffaello Sanzio con quello del pittore Carlo Dalmazzo Carrà. Semplice, immediato.

Anche per Italo Moscati – sceneggiatore, critico televisivo e teatrale – tutto parte dalle sue radici. «La città dove era nata aveva una solidità culturale. Un’impronta universitaria forte, che la frenava nella modernità ma non le impediva di avere ambizioni. Raffaella ha respirato questa atmosfera e in seguito ha assecondato il desiderio per lo spettacolo. Negli anni ci ha messo grande capacità e intelligenza, entrare in Rai non era semplice».

Intensa, trasversale, rivoluzionaria. Addio a Raffaella Carrà

Presentatrice, cantante, ballerina, attrice. Quella risata inconfondibile e travolgente, il caschetto biondo, la sensualità mai volgare che l’hanno fatta diventare un simbolo della televisione italiana e dello show business. Simpatica, garbata, una professionista curiosa e poliedrica, in grado di interpretare ruoli diversi: dalla soubrette sexy che mostra per la prima volta l’ombelico, a Maga Maghella che duetta con Topo Gigio.

«Anticonformista, sapeva giocare con il sesso – prosegue Delli Colli – Si è inventata il ballo del Tuca tuca, in cui mostrava una fisicità che la televisione pubblica aveva nascosto a lungo. Basti pensare che all’inizio, in Rai, le ballerine indossavano calze nere e spesse, con un funzionario che misurava i centimetri che dovevano coprire le diverse superfici del corpo. Per questo ha rappresentato una rivoluzione, segnando mode, proponendo look nuovi e cambiamenti eleganti e provocatori, sempre nei confini del buon gusto. Ma aveva altre capacità. Sapeva parlare inglese molto bene e ha raggiunto set cinematografici di un certo livello. Non dimentichiamoci che ha recitato con Frank Sinatra».

«Ha fatto film con attori straordinari – afferma Moscati – nel periodo in cui Cinecittà non era più quella di prima, chiusa nei suoi confini ideologici. Nel 1952 il debutto, con Tormento del passato del regista Mario Bonnard. Poi Europa di notte e La lunga notte del 43’, Maciste, l’uomo più forte del mondo e Ulisse contro Ercole. La sua capacità di messa in scena non era scolastica, aveva una forte spontaneità».

E la televisione? Carramba! Che sorpresa, Fantastico 3, Canzonissima, Pronto, Raffaella?, sono solo alcuni dei varietà più celebri. Senza dimenticare tormentoni musicali come A far l’amore comincia tu, Forte forte forte, Ma che musica maestro, valsi ventidue dischi di platino e d’oro. Non gli unici riconoscimenti di una carriera che comprende tredici Telegatti, i Gran premi Internazionali dello Spettacolo. Intere generazioni l’hanno seguita e amata. Sperimentava, si cimentava in sfide suggestive: come quando durante il programma Carramba che fortuna – nel 1998 – palleggiò con il suo grande amico Diego Armando Maradona.

Intensa, trasversale, rivoluzionaria. Addio a Raffaella Carrà

Per Moscati «era in grado di passare da un momento all’altro della programmazione e aveva la sensibilità per il mondo che si aggiornava. Ma il suo talento più grande era lanciarsi nelle esperienze più variegate e riuscire a superarle, con qualità. Si muoveva bene, aveva ironia, passione e tutti gli strumenti per esprimerle. È stata intensa, trasversale. Ha trovato il modo di fare interventi con i presentatori, per improvvisare gag e battute che davano risalto allo spettacolo. Un’eroina della comunicazione televisiva, la cui bravura intimidiva grandi personaggi».

Il cordoglio arriva anche dalle testate straniere. Soprattutto in Spagna, paese che l’aveva ‘adottata’ e nel 2018 conferito l’onorificenza di Dama dell’Ordine al merito civile. «Una grande soubrette, che ha inventato pezzi di televisione, trasmissioni che sono state a contatto diretto con il pubblico – sostiene Delli Colli – Basti pensare all’uso del telefono. Era protagonista dell’entertainment in maniera completa, tanto da diventare internazionale. A metà degli anni’70 ho seguito il programma televisivo Milleluci, dove Raffaella divideva la scena con Mina. Due figure diverse, ma con tratti comuni, anticonformisti. Tenevano il palco con la loro eleganza ed esprimevano il ruolo di donna moderna». Di Raffaella Carrà verranno ricordate le prese di posizione e il suo atteggiamento di libertà rispetto a certe tematiche. «Ha segnato un momento in cui era complicato aderire alle battaglie di genere. È diventata un’icona, la prima a superare alcune barriere, a vivere in modo aperto la propria sessualità. E lo ha fatto in maniera semplice, non programmata».