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Esclusiva

Maggio 19 2022
Una politica “eccentrica” ma professionale

Enrico Letta e Giorgia Meloni animano il dibattito in occasione della presentazione del libro di Giovanni Orsina

«Si può vivere senza politica?» Un dilemma che da ministro tecnico Paola Severino si è posta spesso e che ha rilanciato alla presentazione del libro “Una democrazia eccentrica” del professor Giovanni Orsina, direttore della Luiss School of Government. Occasione propizia per rinnovare la discussione visto che l’evento ha visto come ospiti il segretario del PD, Enrico Letta, e la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, capi dei due partiti che secondo gli ultimi sondaggi raccolgono la metà delle preferenze degli elettori.

Che la risposta sia “no” da parte di entrambi si capisce dal fatto che il discorso vira subito sull’ultimo motivo di frizione all’interno della maggioranza, l’elezione a presidente della commissione esteri di Stefania Craxi. L’esclusione del candidato del M5S dalla corsa aveva causato la risposta piccata del leader del movimento Giuseppe Conte. «Draghi deve prendere atto che si è formata una nuova maggioranza che va da Fratelli d’Italia a Italia Viva», aveva commentato piccato l’ex premier. Pronta la risposta di Meloni, che ha rivendicato di non «essere mai andata al governo con chi avevo escluso di allearmi», per poi rivolgere lei un invito all’avversario: «Se Conte non è d’accordo con le decisioni del governo sia coerente e passi all’opposizione».

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Tocca quindi a Enrico Letta spegnere la provocazione sul nascere. Nel pomeriggio il segretario del PD era stato a pranzo con la premier finlandese Sanna Marin, in visita a Roma per ufficializzare la richiesta di adesione alla Nato, proprio in compagnia del leader dei 5 Stelle. Da un lato Letta ha confermato la tenuta del “campo largo” del centro sinistra, dall’altro ha sottolineato come la situazione internazionale imponga di «evitare inutili motivi di tensione che possono far deragliare il governo. Non possiamo permetterci di scivolare per caso verso le elezioni per non perpetuare i vizi della nostra democrazia». 

Qui Meloni ha colto l’occasione per alzare la posta. La leader di FDI ha attaccato il sistema parlamentare italiano che ha definito “fallimentare”, un’affermazione che arriva pochi giorni dopo l’affossamento della proposta di legge sul semipresendizialismo. Ma non è stata la bocciatura la cosa che ha infastidito l’ex ministra. «Ciò che più mi ha colpito è stata la mancanza di volontà di dialogare. Il sistema politico italiano così com’è non funziona, io sono disposta a parlare di tutto, ma non a far finta che il problema non esista». Subito dopo ha lanciato la provocazione a “Enrico”: «Visto che i tempi per una riforma costituzionale in questa legislatura non ci sono, perché alle prossime elezioni non eleggiamo una nuova assemblea costituente?». «L’assemblea costituente sarà il prossimo parlamento», la replica di Letta.

Un duello verbale, quello tra i due leader di partito, che è proseguito a suon di stoccate incrociate. Ma come ha detto Paola Severino in apertura «ciò che conta è la professionalità della politica che risiede nel confronto acceso di idee e nella conseguente ricomposizione, una volta fuori dalle aule, della frattura ideologica». E così, anche Meloni e Letta, che per tutta la discussione si sono chiamati per nome, alla fine hanno trovato un punto d’incontro. Alla possibilità di governare insieme, di concerto, hanno opposto un secco «Per me è no».