«Ogni volta che piove forte, ho paura di perdere tutto ciò che possiedo», dice Marco, un giovane di 20 anni che vive nel quartiere Ostiense di Roma. La sua città natale, una volta famosa per le sue bellezze storiche e culturali, ora è costantemente minacciata dalle conseguenze del cambiamento climatico. Le alluvioni sono diventate un evento comune, causando danni ingenti alle case e alle attività commerciali del quartiere.
La vita quotidiana per Marco e la sua famiglia si è adattata alle nuove condizioni ambientali. La loro dieta è cambiata drasticamente, con l’aggiunta di insetti come alternative proteiche e l’uso di orti urbani per coltivare verdure e frutta. “«Non è il tipo di alimentazione a cui ero abituato, ma è diventata una necessità per sopravvivere».
Dopo la crisi del settore edilizio causata dalle alluvioni frequenti, Marco ha cambiato lavoro. Ora fa il volontario per un’organizzazione che si occupa di aiutare le comunità colpite dai disastri ambientali. Il ragazzo racconta che la madre, infermiera, ha dovuto imparare a trattare pazienti con malattie legate al caldo e all’inquinamento, il padre, che ripara macchine, deve farlo utilizzando meno energia possibile.
Nonostante gli sforzi per adattarsi, le conseguenze del cambiamento climatico sulla salute mentale e fisica di Marco sono evidenti. «Ho sviluppato una forte ansia legata alle alluvioni e ho visto molti amici e familiari soffrire di depressione a causa della perdita di case e beni. Non è facile vivere in una città che sembra essere sempre in pericolo».
Il quartiere Ostiense, in cui vive Marco, è stato particolarmente colpito dalle inondazioni. «Abbiamo dovuto imparare a convivere con l’acqua. Abbiamo costruito barriere per proteggere le nostre case e cambiare la nostra routine quotidiana per evitare di uscire durante i temporali». L’acqua potabile è diventata un problema a causa dell’aumento degli allagamenti e delle inondazioni. «Abbiamo un sistema di filtrazione e purificazione per essere sicuri di bere acqua pulita e sicura. Inoltre, ci siamo organizzati con i nostri vicini per condividerla in caso di emergenza».
Marco ha dichiarato anche di avere una maggiore predisposizione alle malattie respiratorie a causa dell’aumento della contaminazione dell’aria.
Negli anni, la dieta di Marco e della sua famiglia è cambiata molto. «Con l’aumento della temperatura globale, molti raccolti sono stati compromessi, quindi abbiamo dovuto adattarci a nuovi alimenti. Ad esempio, mangio molti insetti in alternativa alla carne, come grilli e larve di mosca, che sono ricchi di proteine e hanno un impatto ambientale inferiore rispetto all’allevamento di animali. Inoltre, cerco di mangiare più frutta e verdura locale che crescono nella mia zona, poiché sono più resistenti alle condizioni climatiche estreme e hanno meno probabilità di essere contaminati da pesticidi». Le verdure tradizionali come insalata o pomodori non ci sono più «perché non crescono qui a causa del caldo e dell’umidità. Ci sono, invece, molti frutti tropicali come banane e papaya, e anche alcune piante che prima non erano comuni qui, come il cactus».
La comunità di Ostiense si è unita per affrontare le sfide quotidiane. I residenti si sono organizzati per proteggere il quartiere dalle alluvioni e hanno realizzato un sistema di allerta in caso di emergenza. Hanno anche creato una rete di supporto per aiutare i membri della comunità che sono stati colpiti dalle condizioni climatiche estreme. «Siamo tutti insieme in questo», ha detto Marco, «e stiamo facendo del nostro meglio per prenderci cura l’uno dell’altro e del nostro quartiere». Per quanto riguarda il futuro, Marco non può fare a meno di sentirsi incerto. «Non so cosa ci aspetta, ma spero che le persone comincino ad agire in modo concreto. La mia è una battaglia quotidiana, ma non mi arrenderò e continuerò a combattere per un futuro migliore».