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Esclusiva

Febbraio 22 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 1 2023
No le bollette non sono aumentate per le politiche green

Un articolo apparso sul quotidiano La Verità attribuisce le cause del rincaro bollette ad un presunto scandalo in cui sono coinvolti due climatologi. Ma la notizia è falsa

No le bollette non sono aumentate per le politiche green

Sul sito nicolaporro.it l’autore Franco Battaglia riprende la notizia apparsa sul quotidiano La Verità il 14 febbraio, Climategate, le mail segrete rivelano: politiche green basate su una bufala, secondo cui i recenti aumenti delle bollette sarebbero motivati dalle scelte green di politica energetica. A sostegno di questa tesi, Battaglia riprende il caso del “Climategate”, una controversia emersa alla fine del 2009, quando uno scambio di email (tra i climatologi Phil Jones e Michael Mann) e altri documenti furono rubati dal Climate Research Unit (CRU) dell’Università di East Anglia nel Regno Unito.

La notizia è falsa perché le indagini sulla controversia del Climategate hanno già dimostrato l’infondatezza delle accuse rivolte ai due ricercatori. Inoltre, non è stata comprovata una connessione logica tra il rincaro delle bollette e le scelte di politica energetica fatte dal Governo. A maggior ragione, per il momento le fonti di approvvigionamento energetico in Italia sono ancora prevalentemente di natura fossile.

In uno dei paragrafi dell’articolo, l’autore afferma che:

«Questi geni di non comprendevano i propri risultati, né potevano comprenderli perché erano errati. Ma entra in soccorso il loro capo, Jones, che nella e-mail più famosa del climategate scrive: “Ho appena applicato il trucchetto che Mann aveva già usato con l’articolo pubblicato su Nature: per nascondere il declino (sic!), ho inserito le temperature di Briffa (cioè dagli anelli degli alberi, ndr) per il periodo 1960-80 e quelle reali per il periodo 1980-99”».

Secondo quanto appena citato, in un’email del 1999 del ricercatore Jones si parla di un “trucco” (in inglese “trick”) usato per la misurazione delle temperature, sfruttando dati sugli anelli degli alberi, che sarebbe stato impiegato invece per nascondere un calo delle temperature globali. Ma gli scienziati del CRU usavano questo metodo per stimare le temperature prima che i dati di temperatura strumentali iniziassero a essere raccolti. In particolare, Jones si riferiva al calo delle temperature implicato dalle misurazioni degli anelli degli alberi, mentre le temperature effettive, misurate da strumenti scientifici come i termometri, stavano aumentando al momento della scrittura dell’email. Con il termine “trick”, il climatologo si riferiva al “trucco” di aggiungere i dati strumentali effettivi e misurati in un grafico delle temperature storiche, per cui Jones utilizzò l’espressione in senso colloquiale per indicare una “cosa intelligente da fare” e non, come viene lasciato intendere, facendo riferimento ad un inganno.

Inoltre, Battaglia riporta alcune frasi presumibilmente riprese da un altro scambio di email avvenuto nel dicembre 2007 tra i due ricercatori, secondo cui Mann avrebbe promesso a Jones di procurargli una raccomandazione per farlo diventare Fellow presso l’American Geophysical Union (AGU). L’autore lascia intendere che, in cambio, Jones avrebbe messo una buona parola per Mann, facendolo diventare a sua volta Fellow dell’AGU.

Questo scambio alimenta nel lettore il sospetto che i due climatologi abbiano ordito un complotto per ottenere delle posizioni di prestigio all’interno dell’AGU, ma questo ragionamento non è collegato in alcun modo al tema originale dell’articolo. Lo scopo dell’autore è quello di gettare discredito su Jones e Mann, nonché di strumentalizzare lo scambio di email tra i due colleghi per avallare la tesi complottista, che sta alla base dell’articolo.

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