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Esclusiva

Febbraio 23 2023
Un anno di trend mediatici sulla guerra in Ucraina

I modi e i numeri della discussione sul conflitto provocato dall’aggressione russa sono mutati costantemente dallo scorso 24 febbraio

Il 24 febbraio 2022 la cronaca, le immagini, le storie dell’aggressione russa in Ucraina hanno reso la realtà di un evento che sembrava fuori dalle possibilità nella mentalità di generazioni nate dopo la seconda guerra mondiale. Un conflitto armato alle porte d’Europa, un avvenimento che si è imposto in un contesto originale, nel tempo della comunicazione, dei social, dei media vecchi e nuovi.

L’attenzione per gli avvenimenti bellici in Ucraina è stata capitalizzata in un modo inedito, la discussione ha dominato le varie piattaforme. Zelensky, presidente del Paese offeso, ha da subito ricoperto un ruolo visibile facendosi protagonista di tutti gli spazi mediatici che definiscono la comunicazione contemporanea. Sui social e sulle televisioni, agli eventi come i Golden Globe e la Mostra del cinema di Venezia, è stato capace di attirare tramite la sua persona una concentrazione più o meno costante sul destino del popolo ucraino.

Un anno di trend mediatici sulla guerra in Ucraina
Profilo Instagram del presidente ucraino Volodomyr Zelensky

Si è visto come la guerra sia diventata un tema predominante non solo dei contesti informativi, ma di ambiti e spazi “mondani”. L’ultimo esempio per quanto riguarda l’Italia è rappresentato da Sanremo. Sulla Rai, durante la finale del festival della canzone italiana, sarebbe dovuto essere trasmesso il discorso di Volodymyr Zelensky. Tra le polemiche è stato affermato il principio secondo cui quello non fosse lo spazio adatto e si è finiti per mettere in scena la lettera del presidente ucraino letta dal presentatore Amadeus.

Non è un caso, quindi, che nelle analisi degli interventi Twitter della settimana compresa tra il 6 e 12 febbraio, realizzate tramite Tweet Archiver, emerga come la discussione collegata alle parole “Russia” e “Ucraina” rimandi a termini come “Sanremo”, “sabato”, “Meloni”, “Macron”, “Fedez”. Nei giorni in cui le polemiche italiane hanno avuto come conseguenza il limite delle modalità dell’intervento di Zelensky a Sanremo, infatti, il presidente ucraino ha incontrato Macron e Scholz a Parigi. I commenti sull’assenza della presidente del Consiglio italiana all’incontro con gli altri due leader europei si sono sommati a quelli sulla scelta di non far intervenire direttamente il presidente ucraino al festival della canzone italiana come avvenuto in altri contesti simili.

È un dato di fatto, comunque, che con il tempo l’attenzione delle persone e di conseguenza il modo di coprire e raccontare la guerra sia cambiato. Nemmeno la forza della personalità del presidente ucraino, infatti, ha potuto evitare che si verificassero i fisiologici alti e bassi nell’interesse delle persone.

Osservando l’andamento qualitativo del numero di notizie sulla tv pubblica italiana si vede come il picco di attenzione, comunque con trend decrescente, per quanto riguarda le trasmissioni tv e web, si sia verificato tra il 24 febbraio e il 13 giugno 2022. Sulla tv si è registrata una densità maggiore di contenuti dedicati al conflitto rispetto al web. Durante l’estate l’attenzione all’Ucraina e la guerra è diminuita, per crescere nuovamente, seppur in numeri minori rispetto al primo periodo del conflitto, tra ottobre 2022 e gennaio 2023.

Queste tendenze sono le stesse che si registrano anche su altre piattaforme. Zelensky ha registrato una crescita improvvisa ed esponenziale di follower sia sul suo profilo Twitter che su quello Instagram tra febbraio e marzo 2022. Da quel momento la sua popolarità social ha continuato a crescere fino all’estate, quando l’arrivo di nuovi seguaci si è stabilizzato. Tra ottobre 2022 e gennaio 2023, invece il suo seguito è tornato a crescere.  

Questi cambi di interesse sono andati di pari passo non solo con gli avvenimenti sul campo, ma anche con il numero di pubblicazioni fatte dal presidente ucraino. Da maggio a gennaio il numero di tweet lanciati da Zelensky non ha superato quota cento: anche per questo motivo, probabilmente, si registra un notevole calo nelle reaction ai suoi post nei mesi estivi e autunnali.

Anche sul profilo Instagram le reazioni social indirizzate ai post del presidente ucraino sono diminuite progressivamente: dalle 129 milioni di marzo 2022 alle 27 milioni del mese di gennaio 2023. La perdita è stata di 100 milioni di reaction.

La progressiva assuefazione non solo alle notizie, ma anche alle discussioni social relative alla guerra, è testimoniata anche dal calo delle ricerche operate sul web attraverso tre termini chiave: “Ucraina”, “guerra in Ucraina, “Russia”, “Russia e Ucraina”.

Un anno di trend mediatici sulla guerra in Ucraina
Dati ricavati da Google Trends

Tutte le chiavi hanno raggiunto il picco di ricerca tra il 20 e il 27 febbraio, nei giorni che hanno preceduto l’effettivo scoppio del conflitto ma in cui già le voci che anticipavano una possibile aggressione russa erano insistenti.

La frequenza delle ricerche è rimasta alta, seppur in progressiva diminuzione, fino alla metà di maggio 2022. Dopo quel momento le persone hanno ridotto il numero di indagini su Google relative al conflitto tra Russia e Ucraina.

Da tutti questi elementi si può vedere come, a un anno dalla guerra, l’attenzione nei confronti dell’Ucraina si sia stabilizzata nella tragica ordinarietà del conflitto. Osservando i trend mediatici emerge come la discussione, soprattutto in Italia, sia concentrata sulle questioni diplomatiche, sugli aspetti che ineriscono alle modalità dei rapporti tra Stati e sulla rilevanza dei diversi attori politici che agiscono sullo scenario del conflitto.

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