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Esclusiva

Febbraio 23 2023
Un romanzo in html

Il magazine letterario Clarkesworld ha chiuso la possibilità di inviare testi perché a scriverli era l’intelligenza artificiale

Sulla pagina dedicata per l’invio dei testi al magazine letterario statunitense Clarkesworld l’ultimatum è chiaro, non sarà accettato nessun nuovo testo. Dalla direzione la scelta è stata quasi obbligata dopo che il canale è stato intasato di nuove proposte. A creare il problema non tanto i testi, quanto l’autore comune, l’intelligenza artificiale.

Il magazine ha spesso bloccato account e le loro proposte, in gran parte per l’accusa di plagio. Con un recente post ha però annunciato di averne bloccati, in un solo mese, più di 500. La direzione del sito ha accusato gli utenti eliminati di «voler fare soldi extra vendendo contenuti scritti dall’intelligenza artificiale». Ad affrontare gli stessi problemi anche giornali accademici come Science e Nature. Proprio di quest’ultima infatti sono state rese pubbliche le politiche interne: «Ogni attribuzione di autorevolezza porta con sé l’affidabilità del proprio lavoro, una responsabilità di cui però non può farsi carico l’intelligenza artificiale”, ha scritto sui social un editor della rivista.

Le potenzialità dell’IA e il recente lancio di ChatGPT hanno permesso una veloce diffusione della tecnologia in vari campi e il mondo editoriale non ne è rimasto immune. Già a febbraio lo store di Amazon offriva l’acquisto di 200 libri scritti con l’intelligenza artificiale. Alcuni di questi si proponevano anche come coach per i futuri aspiranti “scrittori tecnologici” e suggerivano consigli su quali comandi dare al programma per scrivere il miglior testo possibile.

Nel campo degli audiolibri invece l’intelligenza artificiale ha già conquistato il suo ruolo. Sulla piattaforma Libri di Apple la società di Cupertino ha messo a disposizione una sezione apposita che raccoglie i volumi letti dall’AI. Attraverso la tecnologia “text-to-speech”, il programma sarebbe in grado di riprodurre la voce umana e ricrearne intonazione e ritmo, producendo un effetto che è difficilmente distinguibile dalla voce di un attore reale. Al momento sarebbero disponibili solo volumi in lingua inglese di fiction e letteratura rosa. L’avanzamento nel campo dell’intelligenza artificiale permetterebbe una diminuzione del costo di produzione degli audiolibri e un aumento della loro disponibilità. A trarne vantaggio soprattutto le persone ipovedenti, i primi consumatori dei libri narrati.

Le critiche giungono però dagli attori che si vedono sostituiti già agli albori di questa nuova tecnologia. Secondo gli addetti ai lavori, a essere a rischio sarebbe la possibilità di cogliere e trasformare la bellezza di un testo. Infatti, come ha dichiarato al Guardian il produttore David Caron, il narratore ha il compito di «creare qualcosa di totalmente diverso dal libro stampato ma in grado di aggiungere valore in quanto forma d’arte». A essere messo in dubbio quindi non è tanto l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, quanto la sua capacità di non essere solo codici, numeri, prompt e di sapersi trasformare, a tutti gli effetti, in una forma d’arte.