Un vertice di pace senza uno dei belligeranti. Il 15 e 16 giugno 2024 a Bürgenstock, un resort sul lago di Lucerna in Svizzera, si è tenuta la prima conferenza di pace sull’Ucraina, ma il presidente russo Vladimir Putin non è stato invitato dal governo elvetico.
Settantotto i Paesi, tra cui i membri dell’Unione europea, Usa e Giappone, che hanno firmato il comunicato ufficiale per mettere fine all’invasione russa di Kiev, tra questi, non figurano quelli del Sud del mondo, come India, Thailandia, Indonesia, Messico, Libia e Emirati Arabi Uniti.
La conferenza ha ripreso il piano di pace in dieci punti, Peace Formula, che il governo di Zelensky ha presentato a novembre del 2022: fondamentale è il ritiro della Russia da tutti i territori ucraini occupati. Altri tre punti che sono stati ripresi durante l’incontro sono il divieto di usare la bomba nucleare, la garanzia della libera circolazione dei prodotti alimentari e il rilascio dei prigionieri di guerra.
Concluso il primo vertice, si pensa già al successivo dove l’Arabia Saudita giocherà un ruolo di fondamentale importanza perché potrebbe ospitare la seconda conferenza. Infatti, la Cina di Xi Jinping, pur essendo stata invitata, non ha partecipato, ma potrebbe prendere parte al secondo incontro se si terrà nel Paese del golfo, territorio considerato più neutrale per le trattative anche rispetto alla Svizzera. Il principe saudita Mohammad bin Salman non ha firmato la dichiarazione finale ma, il solo fatto che abbia partecipato è un passo avanti di Riad verso il Paese invaso. Presenti, ma con delegazioni ridotte, Brasile e Sud Africa, vicini al presidente Putin.
Il giornalista e regista Valerio Nicolosi esperto di Medio Oriente commenta: «Lo smarcamento di alcuni attori importanti come i sauditi e i cinesi è in questa linea: l’Europa non è un’organizzazione sovranazionale terza, ma è parte in causa, fornisce infatti armi all’Ucraina. È vero che l’incontro è stato organizzato dalla Svizzera, ma tutto è nato da una spinta dai Paesi dell’Ue. Era difficile arrivare ad una proposta perché non c’è neutralità rispetto ad un conflitto».
La maggior parte dei Paesi del mondo condanna la Russia per l’invasione di Kiev ribadendo le risoluzioni adottate dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, difende l’integrità territoriale ucraina e chiede che i bambini deportati vengano rilasciati. Mario Furore, europarlamentare del Movimento 5 Stelle appena rieletto a Bruxelles, afferma: «La conferenza di pace non ha portato ai risultati auspicati. Una soluzione negoziale che sia duratura passa dal dialogo con tutte le parti coinvolte nel conflitto. Vogliamo vedere l’Ue più attiva nel processo di pace in Ucraina senza lasciare il testimone ad altri Paesi terzi».
Dalla conferenza emerge «il ruolo oramai marginale del vecchio continente, il vertice ha chiarito gli equilibri geopolitici: i Brics, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, pesano molto economicamente e la Turchia ha votato a favore e si è allineata con la Nato. Il Paese di Xi Jinping è riuscito a far trovare un accordo tra Arabia Saudita e Iran, nemici storici scalzando il ruolo che gli Stati Uniti hanno avuto per tutto il Novecento», conclude l’esperto Valerio Nicolosi.