Alle 20:30 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto il discorso di fine anno a reti unificate. È il decimo di fine anno rivolto alla popolazione, durato più di 15 minuti. Tanti i temi trattati, come la pace, alla luce delle guerre a Gaza e in Ucraina. Una pace che «non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità», queste le parole del Presidente.
Libertà d’informazione e guerra
Importante il pensiero a Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran dal 19 dicembre. Secondo Mattarella, quanto accaduto sottolinea l’importanza della libera informazione. Sono tanti i giornalisti che negli ultimi anni hanno rischiato la vita per raccontare le guerre in tutto il mondo. Molti di loro hanno perso la vita. Grande sintomo del mondo di oggi è la crescente spesa per gli armamenti, che ha toccato la cifra di 2.433 miliardi di dollari. Otto volte più di quanto stanziato alla Cop29 di Baku.
Giovani e rispetto
Il discorso ha toccato i giovani, definiti «la grande risorsa del nostro Paese». È necessario però «ascoltare il loro disagio e affrontare la precarietà e l’incertezza che avvertono con grande serietà». Il centro dell’intervento è stato il rispetto, scelto dall’Enciclopedia Italiana Treccani come parola dell’anno. Il Presidente ha delineato il rispetto verso gli altri come primo passo per una società più accogliente, rassicurante e umana.
Ha ricordato l’omicidio di Giulia Cecchettin e la sorte comune di tante ragazze uccise da uomini che «non rispettano la libertà e la dignità femminile, e che in realtà non rispettano loro stessi». Le donne non devono essere viste solo come vittime. «Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro», ha sottolineato.
Patriottismo e speranza
Il Presidente ha voluto richiamare all’attenzione della nazione ciò che per lui è patriottismo. Il lavoro dei medici in prima linea, quello degli insegnanti che si dedicano alla formazione e chi si impegna nel volontariato. Patriottico è anche chi si integra nel nostro Paese e ne fa propri i valori costituzionali e le leggi. È fondamentale creare percorsi di integrazione e reciproca comprensione.
Nel 2025 l’Italia celebrerà gli ottant’anni dalla Liberazione. Una ricorrenza che «reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia e giustizia». Valori che si esprimono tramite l’ampia partecipazione dei cittadini al voto e attraverso la mediazione delle istituzioni verso il bene comune. Nonostante i tempi difficili che l’Italia vive, il Presidente Mattarella ha voluto ricordare come la speranza non debba essere solo attesa inoperosa, ma riflettersi nelle nostre libertà e nelle nostre scelte.