I cinquanta milioni di pellegrini del Giubileo non sembrano poi così tanti, se si pensa che la metropoli indiana di Prayagraj è pronta ad accoglierne oltre quattrocento milioni in sole sei settimane. La festività induista del Kumbh Mela si prospetta come il più grande raduno religioso nella storia dell’umanità e uno dei più densamente affollati (fino a 750.000 persone/km2 contro i 900.000/km2 dell’Hajj di La Mecca).
Prayagraj è solo una delle quattro città dove ogni tre anni si celebra il Kumbh Mela, ma di gran lunga la più importante. «Secondo la tradizione, nella lotta tra dei e demoni per il possesso dell’elisir dell’immortalità, alcune gocce della pozione caddero sulla terra, nei quattro luoghi dove oggi si svolgono le cerimonie», spiega Shwetank Rao Tripathi aka Monu, guida locale di Varanasi. «Nei pressi di Prayagraj si fondono le acque di tre fiumi sacri: Ganga, Yamuna e Saraswati». I primi due esistono tuttora, il terzo è scomparso migliaia di anni fa, ma per la religione induista continua a scorrere in una “forma metafisica”. «I fedeli si bagnano nelle acque come rituale di purificazione per avvicinarsi alla mokhsa (“liberazione”)».
Il termine Kumbh si riferisce alla brocca dove, secondo la leggenda, era custodito il nettare sacro, mentre Mela si traduce con “raduno” o “fiera”. Esistono alcune varianti: l’Ardh Kumbh Mela (“a metà”) si celebra ogni sei anni, il Purna Kumbh Mela (“completo”) ogni dodici. Il 13 gennaio è iniziato il Maha (Purna) Kumbh Mela (“grande”), il più raro e imponente, con una periodicità di 144 anni. «Quella di quest’anno non sarà un’edizione come tutte le altre», continua la guida. «Nella mia vita ho vissuto solo altri due Purna Kumbh Mela, ma i numeri attesi per il 2025 stracceranno tutti i record». Il fenomeno si spiega in parte con la crescita demografica dell’India negli ultimi decenni, in parte con una maggior propensione a viaggiare. «Non è da sottovalutare l’impatto dei social. Prima la conoscenza dei riti era limitata. Oggi tutti i giovani hanno Facebook, Instagram e YouTube, che alimentano la curiosità per le celebrazioni».

L’afflusso di turisti non interesserà solo Prayagraj ma tutta la regione dell’Uttar Pradesh. «A Varanasi molte strutture alberghiere sono al completo da mesi e i prezzi sono alle stelle: è un’occasione straordinaria per il business del turismo». Monu accompagnerà in prima persona i fedeli alle cerimonie: «Organizziamo pacchetti di sei giorni: due notti a Varanasi, una o due notti a Prayagraj e il resto del tempo ad Ayodhya, meta sempre più popolare a causa del nuovo tempio di Rama». Il rito del bagno nel fiume rappresenta il fulcro della festività, ma il tutto sarà contornato da una serie di eventi culturali. «La musica sarà un elemento portante. Suoneranno molti musicisti, compreso il mio maestro di tabla, Abhijit Bharadwaj, molto famoso nel settore.».
Come ci si può aspettare da un evento di tale portata, non mancheranno le sfide organizzative. Per gestire l’enorme afflusso di visitatori nell’area di Prayagraj il governo sta costruendo una città temporanea, con 160.000 tende e 150.000 bagni chimici, e ha commissionato migliaia di nuovi treni e autobus di linea per facilitare gli spostamenti. La sicurezza sarà garantita da oltre mille agenti di polizia, con l’ausilio di 2.700 videocamere connesse a un software di intelligenza artificiale. Per la prima volta, inoltre, i droni aerei saranno affiancati da sofisticati droni in grado di registrare video ad alta definizione fino a cento metri sotto il livello dell’acqua.
«Il Kumbh Mela è un’esperienza che consiglierei a chiunque per migliorare il proprio karma», conclude Monu. Le prenotazioni dei tour guidati non arrivano solo da indiani. «Abbiamo molti turisti da Europa e Stati Uniti. L’induismo non è solo una religione ma una filosofia di vita che tutti possono abbracciare».