«I disagi di martedì non mi stupiscono, perché succede almeno una volta al mese che ci siano problemi alla linea ferroviaria» racconta Camilla, 32 anni, insegnante in un liceo della capitale e pendolare da Latina. «Sono arrivata alla stazione Termini alle 18:15 e il guasto alla rete elettrica era successo da appena cinque minuti. La situazione era questa: i treni erano bloccati fuori dalla stazione, con le persone intrappolate a bordo, e nessun convoglio poteva entrare o uscire per l’assenza di corrente. Al netto del guasto, che può capitare, è mai possibile che la principale stazione ferroviaria della capitale d’Italia non abbia un sistema sostitutivo per far fronte a situazioni simili? È normale che un guasto paralizzi l’intero paese?»
Sono giornate nere per il trasporto ferroviario in Italia. Disservizi che, secondo il Codacons, hanno raggiunto 104 episodi di forti ritardi o sospensioni dall’inizio dell’anno. «Sono tornata a casa alle 21:45, dopo ore al freddo, senza risposte né chiarimenti», prosegue Camilla che non nasconde lo sconforto. «Quando, finalmente, la circolazione è ripresa, i tabelloni erano in tilt, dagli altoparlanti arrivavano annunci contraddittori, era il caos». Anche in mattinata, un guasto sull’Alta Velocità nel tratto tra Valdarno e Arezzo aveva causato ritardi fino a 50 minuti, mentre alle 14 un altro problema tecnico si era verificato presso Terontola. Anche nel sud Italia i disagi non erano stati da meno. Poi mercoledì nuovi rallentamenti sulla tratta Roma-Firenze, linee bloccate e altro ancora.
Per fare chiarezza, è intervenuto Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato: «Nonostante i disagi che hanno coinvolto un migliaio di passeggeri, l’azienda trasporta quotidianamente oltre due milioni di persone con un’efficienza riconosciuta a livello europeo», spiega l’Ad sottolineando come FS stia investendo 10 miliardi di euro per modernizzare la rete ferroviaria.
Dichiarazioni che, però, non sono bastate a calmare gli animi. Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, ha difeso l’operato del governo, annunciando un piano di investimenti da 100 miliardi, «con oltre 1.200 cantieri già attivi». I disservizi? «Ritardi accumulati da precedenti governi». Non si è fatta attendere la risposta delle opposizioni. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha chiesto le dimissioni del ministro, mentre la segretaria del PD, Elly Schlein ha accusato il governo di «bloccare il Paese». Carlo Calenda, leader di Azione, ironizza definendo «un paradosso kafkiano» l’esposto presentato mercoledì dalle stesse Ferrovie dello Stato, poi finito all’attenzione della Procura di Roma, che denuncia il “tempismo perfetto” del caos ferroviario.
Per pendolari come Camilla, però, le promesse non bastano più: «Il servizio deve funzionare oggi, non domani. È inaccettabile essere trattati così, senza risposte e senza un minimo di organizzazione. Basta annunci».
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