Esclusiva

Gennaio 18 2025
Vite in piazza contro il Ddl sicurezza

A Roma e in altre città il presidio di Amnesty International e Rete no ddl sicurezza, contro il disegno di legge in discussione al Senato

«Se lo avessero fatto quando ero giovane io? Scontri tutti i giorni», c’è anche Luca al presidio indetto da Amnesty International e Rete no ddl sicurezza per venerdì 17 gennaio a Roma in piazza Sant’Andrea della Valle. Ha sessantotto anni e sulle spalle ha una bandiera dell’Unione sovietica, cimelio di una militanza nella sinistra extraparlamentare, prima Pdup, partito di unità proletaria, poi Pci: «Alle ultime elezioni ho votato Pd, gli altri sono tutti partitini». Non è in piazza solo per sé: «Hanno tolto l’abuso di ufficio e se la prendono con chi fa i rave. Come mio figlio».

presidio no ddl sicurezza
Luca

Dopo l’approvazione alla camera il disegno di legge sicurezza 1660 è arrivato al Senato. Martedì 14 gennaio sono cominciate le discussioni nelle commissioni affari costituzionali e giustizia. Con le opposizioni in parlamento sono riprese anche quelle di piazza con manifestazioni indette in molte città d’Italia, tra cui Bologna, Napoli, Reggio Emilia, Trento: «Sono settimane che si parla sui media di violenza associata a questa manifestazione. C’è qualche violento qui intorno? Non mi sembra» dice Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Decine di candele si accendono attorno allo striscione: «A pieno regime contro il Ddl paura». Le bandiere gialle dell’ong sventolano accanto alle tricolori dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, a quelle rosse di Cgil e sindacati studenteschi. C’è anche una bandiera con la A cerchiata degli anarchici e una della Palestina.

Azem frequenta la facoltà di lettere moderne alla Sapienza. Viene dalla Tunisia ed è in Italia dal 2012. Parla in un angolo della piazza con i suoi quattro amici, quando risponde tiene gli occhi bassi sembra rifugiarsi nella kefiah che porta al collo: «Sono qui per protestare contro questo provvedimento liberticida. Ciò che mi ha toccato di più, in quanto immigrato, è che non si potranno più vendere sim a chi non ha il permesso di soggiorno. Un immigrato però può risiedere in Italia anche senza, e anche se non lo ha perché bisogna impedirgli di comunicare con la sua terra e con la sua famiglia, che è la cosa più umana che si possa fare?».

presidio no ddl sicurezza

Appena Azem finisce di parlare il presidio diventa un corteo. Cordoni di polizia bloccano le strade verso i punti più sensibili, come il Senato, poco distante. I manifestanti sfilano su corso Vittorio Emanuele fino a Largo Argentina dove entrano sulle note di Bella Ciao: «In Parlamento i numeri sono quelli che sappiamo, ma nelle piazze possiamo rendere la vita difficile al Ddl» urla al microfono Luca Blasi, assessore del municipio III e portavoce della Rete no ddl sicurezza.

presidio no ddl sicurezza

Sul disegno di legge anche perplessità delle Nazioni Unite: sei relatori speciali dell’Onu in una lettera inviata al governo italiano hanno espresso preoccupazioni su possibili violazioni dei diritti umani e suggerito modifiche per adeguarlo agli standard internazionali di legalità, proporzionalità e non discriminazione.

La mobilitazione punta all’Europa: «Il 3, 4 e 5 febbraio una carovana sarà a Bruxelles per promuovere una conferenza stampa al Parlamento Ue» conclude Blasi. «Non permetteremo che l’Italia diventi una nuova Ungheria e Giorgia Meloni una nuova Orban».

Leggi anche: Roma, il no alle zone rosse dei comitati di quartiere