Esclusiva

Gennaio 24 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Gennaio 29 2025
Con ago, filo e creatività la reclusione diventa speranza

Le borse in PVC realizzate dalle detenute con il progetto “Made in Carcere” verranno vendute online e negli Info Point ufficiali

«Gli occhi felici dei bambini in Brasile, lo sguardo brillante e pieno di gratitudine delle donne recluse che hanno avuto una seconda possibilità grazie al lavoro. Questo è il mio stipendio, ciò che mi ha fatto cambiare vita». Luciana Delle Donne, ideatrice della prima banca online in Italia e manager con carriera ventennale nel mondo della finanza, nel 2006 ha deciso di dedicarsi agli ultimi.
Dopo la fondazione della cooperativa sociale Officina Creativa, ha dato il via al progetto Made in Carcere, un modello innovativo nel mondo dell’imprenditoria sociale, che oggi definisce «un sogno realizzato».

Con ago, filo e creatività la reclusione diventa speranza

Inclusione sociale e impatto ambientale, due concetti che diciassette anni fa erano ancora un taboo tra le mura delle prigioni. Luciana li ha uniti in nuovo esempio di economia circolare, rigenerativa, riparativa e trasformativa. Nelle carceri di Lecce, Taranto, Trani e Matera le detenute hanno a disposizione dei laboratori sartoriali, dove realizzano gadget personalizzati con materiali di recupero, che se dispersi nell’ambiente inquinerebbero il pianeta. 


«Una provocazione all’indifferenza verso questo pezzo di mondo spesso dimenticato» prosegue Luciana, «che trasforma il disagio in bene, in nome della sostenibilità». Da anni Made in Carcere parla infatti di “BIL”, il Benessere Interno Lordo che fa da parodia al PIL, non più profitto ma serenità, un nuovo modo di vedere le cose. 

Con ago, filo e creatività la reclusione diventa speranza

Per il Giubileo 2025, grazie a un accordo tra la società Airone Gifts e il Dicastero, le borse in PVC realizzate dalle donne recluse a Taranto e Trani verranno vendute nell’Info Point ufficiale in via della Conciliazione 7 a Roma, a pochi passi da San Pietro. «Il legame tra l’Anno Santo e Made in Carcere è nella parola perdono. Il 2025 sarà pieno di luce e speranza, con lo sguardo rivolto alle persone dimenticate, alle situazioni scomode» sottolinea Luciana.

La preparazione delle sacche è iniziata questa estate, e proseguirà per i prossimi mesi. Non solo: per il Giubileo, verranno cucite dalle detenute anche le croci morbide di “Stringila”, in accordo con la fondatrice Elisabetta Bertelli, simili a dei cuscini, da abbracciare durante la preghiera. 

Le aree di lavoro sono colorate, accoglienti, arredate con eleganza come delle vere maison di alta moda. Uno stimolo alla creatività, un luogo di bellezza e socialità. L’assenza di libertà che diventa un’opportunità professionale in uno spazio non più misero, ma familiare. Grazie a Made in Carcere le donne acquisiscono non solo competenze tecniche della sartoria, ma anche lavorative da spendere in tutti gli altri mestieri: seguire le regole, rispettare gli orari e le consegne, relazionarsi con i colleghi. Un percorso formativo di crescita e consapevolezza.


«Lavorare restituisce dignità non solo alle detenute, ma anche alle loro famiglie. Possono mandare i figli a scuola, all’università, pagargli l’apparecchio per i denti, organizzare il loro diciottesimo compleanno. Tutto frutto del loro guadagno» rimarca Luciana, con il tasso di recidiva che si abbatte e si riduce quasi a zero. 

La reclusione serve non a punire, ma a ricostruire. Questo è lo scopo di progetti come Made in Carcere: portare la speranza in un luogo in cui sorridere non è facile. «Hanno sbagliato, ma non sono persone sbagliate» è il messaggio che Papa Francesco ha rivolto ai carcerati dopo l’apertura della Porta Santa nel penitenziario romano di Rebibbia. Tendere la mano, dare un’occasione di riscatto a chi ha compiuto dei reati. Quale migliore ricorrenza del Giubileo, l’anno del perdono, della speranza e della fiducia per dare lustro a iniziative come questa.

Non si tratta solo di acquistare una borsa o un gadget colorati, realizzati a mano, con cura, da una squadra di “green heroes” sensibili alla sostenibilità ambientale, dietro c’è molto di più.

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