«Potrebbe essere stata la primavera del 2010… o forse l’autunno del 2009. Sta di fatto che a Le Mans ho comprato un quadro. E quindici anni dopo posso dire che è un Modigliani originale». Paolo Guzzini, imprenditore e collezionista d’arte, il sospetto l’aveva avuto subito. In quel mercatino vicino all’autodromo, «pieno di rigattieri francesi e di gente da tutta Europa», un’opera senza firma aveva attirato la sua attenzione.
«A vederla non mi diceva più di tanto – ammette – però mi sono insospettito, così l’ho girata e ho visto il timbro che c’era dietro. Lo conoscevo, era anche in altri quadri della mia collezione». Dopo alcune ricerche, la conferma: «Era quello di un negozio per gli artisti che vivevano a Montmartre ad inizio Novecento». L’opera, allora, viene acquistata: «A quanto? Non ricordo precisamente. Qualche migliaio di euro».
Così, mentre il quadro rimaneva nella sua casa a Recanati, sono iniziate quelle che Guzzini chiama indagini. «L’intuizione è arrivata ad un mio amico, Alberto Mazzacchera, un critico d’arte. Mi ha detto: “Senti, andiamo a parlarne con l’Archivio di Modigliani”. Ci siamo andati. Ai tempi si trovava a Roma. E si sono interessati subito. Ma servivano delle certezze, quindi lo abbiamo fatto analizzare in un istituto accreditato». Un lavoro di «almeno un decennio».
Oltre alla (ri)conferma del periodo storico, sono stati decisivi tre elementi. Il primo è il colore: «Un bianco molto povero, a buon mercato. E Amedeo Modigliani non aveva tanti soldi, come altri pittori dell’epoca». Poi il soggetto: «In questo caso, quello di Mario Cavalieri, amico dell’autore dal suo soggiorno a Venezia. Proprio lui lo ospitò a Parigi». Infine, «dalle radiografie è risultato che sotto al dipinto ce n’era uno già iniziato. In pratica lui ha cancellato quello che c’era e ci ha dipinto sopra».
«Ma ho dovuto aspettare anche altri anni per dare la notizia, perché attendevo che uscisse il nuovo tomo, il sesto, dell’Archivio (pubblicato il 6 dicembre 2024 a San Marino, ndr). L’opera doveva essere presentata come nuova scoperta. Così, arriviamo a quindici anni in totale».
Resta una questione: quanto può valere adesso il dipinto, considerando che potrebbe essere una delle prime dell’artista? «Proprio in queste ore darò inizio al processo di valutazione, ma le stime arriveranno fra mesi. Sono sincero, al momento non ne ho idea, dipende anche da dove verrà fatta. Ma non mi interessa più di tanto, non è mia intenzione vendere. Per ora – conclude sorridendo Guzzini – resta con me e farà parte della mia collezione».
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