Il centro di Roma è diventato irrazionale per un fine settimana. Il 22 e il 23 febbraio, presso la Città dell’Altra Economia, nel La capitale d’Italia diventa irrazionale per un fine settimana. Si è svolta a Roma, il 22 e il 23 febbraio, a Città dell’Altra economia, la prima edizione di Oblivion, la fiera del libro, del fumetto e dell’irrazionale. Un evento che ha riunito appassionati dei generi horror, fantasy, fantascienza e weird.
Emmanuele Pilia, direttore editoriale di D Editore e uno dei cinque membri del collettivo che ha ideato la fiera, spiega che essa è nata «da un’esigenza di fare rete nel territorio romano, dove è difficile fare eventi indipendenti. Abbiamo pensato di creare questa fiera a Roma perché è una città che, nonostante sia la città più popolosa d’Italia, ha una grande difficoltà nel generare eventi editoriali indipendenti. Volevamo fare una cosa dedicata alla letteratura di genere».
Due giorni in cui gli appassionati potranno aggirarsi tra gli stand, scoprendo titoli di autori ed editori indipendenti che potrebbero non trovare in libreria, e assistere a numerose conferenze che approfondiscono diversi aspetti dei generi della fiera, come un incontro dedicato a Femminismi e questioni di genere nel fantasy e nella fantascienza o uno relativo a Fantastico e radici: la questione meridionale nella narrativa di genere.
Carlotta Di Casoli aiuta ad accogliere i visitatori e racconta di essersi unita al progetto grazie a Emmanuele: «Mi ha chiesto di inserirmi e io ho detto “sì” alla prima chiamata. Sono felice di essere qui come “mera servitrice” dell’Oblivion». Dietro al banchetto all’ingresso rivela di trovarsi «molto a mio agio tra queste mostruosità. È un mondo al quale mi sono recentemente avvicinata e, anche grazie a Oblivion, ho avuto la possibilità di approfondire questi temi: le mie conoscenze erano relative più a Lovecraft ed Edgar Allan Poe. Mi definirei una neofita dell’irrazionale».
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Tra gli autori indipendenti che si possono incontrare aggirandosi tra le sale dell’evento, c’è Giulia Visioli, una scrittrice che si autopubblica e che «ho avuto il piacere di partecipare a Oblivion in questa prima edizione» insieme a un collettivo di altri scrittori indipendenti. Dei vari generi sui cui si incentra l’evento, lei è un’autrice fantasy: «Ho deciso di usare la chiave fantasy per parlare nei mie libri di tematiche sociali delicati e sensibili, come la manipolazione e l’abuso in vari aspetti e forme, perché mi permette di arrivare a un pubblico, anche più giovane, e di trattare le tematiche in modo un po’ più soft» e aggiunge che «lo spazio per il fantasy in Italia c’è, anzi, bisognerebbe attuare una sorta di rivalutazione, uscire un po’ dalla nicchia, anche di pregiudizi, che si è creata intorno al fantasy e, mi permetto di dire, anche del fantasy femminile».
La prima edizione di Oblivion ha accolto lettori di libri e fumetti, di vari generi, uniti dall’essere irrazionali. La seconda edizione della fiera è in programma per il 2026.