Esclusiva

Aprile 16 2025
Gaza, le opposizioni si ricompattano: «L’Italia non può restare in silenzio»

Pd, M5S e Avs presentano una mozione unitaria: «Subito riconoscimento dello Stato di Palestina e stop alla vendita di armi a Israele»

Al di là del contenuto della mozione, il dato politico è l’unità. Dopo mesi di distinguo, Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra tornano a parlare con una sola voce. Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli siedono allo stesso tavolo e presentano insieme una proposta parlamentare sul conflitto in Medio Oriente: dieci impegni rivolti al governo per un deciso cambio di rotta sulla guerra a Gaza.

È un’immagine che non si vedeva dalle elezioni regionali dello scorso autunno. E non è casuale che arrivi proprio ora, con all’orizzonte la partita elettorale in cinque Regioni chiave – dal Veneto alla Campania – dove il centrosinistra è chiamato a costruire coalizioni ampie per provare a contendere il primato alla destra.

«È un fatto politico importante», ha detto Elly Schlein, «la nostra è una mozione aperta a tutte le forze che vorranno sostenerla. Speriamo che il messaggio arrivi anche a Palazzo Chigi». Il testo chiede, tra le altre cose, il riconoscimento dello Stato di Palestina, lo stop immediato all’export di armi verso Israele, il sostegno alla Corte penale internazionale e l’avvio di sanzioni contro il governo di Benjamin Netanyahu per la sistematica violazione del diritto internazionale umanitario. Un documento articolato che, come sottolinea la segretaria dem, «vuole riaccendere un faro di attenzione in Parlamento ma anche nel Paese» e denunciare «un doppio standard da parte del governo italiano e dell’Unione Europea. Netanyahu», prosegue Schlein, «sta mettendo in campo un disegno di deportazione di massa dei palestinesi da Gaza e dalla Cisgiordania, più di 30mila persone sono già state costrette ad allontanarsi da quei territori. Non abbiamo sentito una condanna né una voce che chieda il cessate il fuoco». 

A spingere le opposizioni a muoversi insieme, sarebbe dunque il silenzio dell’esecutivo.Giuseppe Conte parla di «sfida alle coscienze» e attacca la linea del governo: «Un crimine contro l’umanità che si consuma da quasi due anni, con oltre 50mila vittime accertate, tra cui 15mila bambini. Una media di 30 al giorno. Eppure, il nostro paese in sede internazionale assume una posizione vigliacca, che non ci appartiene». Il riferimento è al voto del 10 maggio scorso, quando l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato, con l’astensione dell’Italia, una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventare a pieno titolo membro dell’Onu. «Si dà copertura a un governo amico per ideologia e si calpesta il diritto umanitario», chiosa l’ex premier. «Gaza è rasa al suolo», rincara Nicola Fratoianni, «mentre scrivevamo questa mozione è arrivata la notizia del bombardamento dell’ultimo ospedale funzionante. Tutti noi abbiamo condannato senza ambiguità quando accaduto il 7 ottobre, ma non accettiamo l’idea che denunciare i crimini di guerra possa essere accomunato all’antisemitismo».

La suggestione c’è: la mozione, che si vorrebbe calendarizzare a breve, è un banco di prova. «Una futura alleanza può avvenire solo attraverso i temi e i contenuti», precisa Bonelli a margine. «Non è che ogni volta che facciamo una cosa, quella scelta allude a qualcosa di diverso», gli fa eco il collega Fratoianni sul tema delle «convergenze» tra le forze di opposizione, «ci piace fare le cose insieme quando condividiamo questioni nel merito».

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