Esclusiva

Aprile 24 2025
Marcel, “postino” della Résistance a sei anni

Ai tempi dell’occupazione nazista della Francia, Marcel Pinte, sei anni, visse e cadde tra i partigiani come un piccolo messaggero di libertà

Prima arriva la sconfitta sul campo di battaglia. Siamo all’alba del secondo conflitto mondiale e la Francia capitola in appena 20 giorni, piegata dall’esercito nazista dopo una trafila di disastri militari. Il 13 giugno 1940 Parigi viene evacuata e il governo fugge a Bordeaux. Poi tocca all’occupazione: la Wehrmacht si prende una parte del territorio francese. Da qui, l’armistizio con la Germania, firmato il 22 giugno dal maresciallo Maréchal Pétain, nominato – nel frattempo – a capo del governo collaborazionista installatosi a Vichy, sud della Francia. Il nord-ovest del Paese sarà invece amministrato direttamente dai tedeschi.

In questo contesto si solleva il grido del generale Charles De Gaulle, che il 18 giugno, da Londra, via radio, lancia un appello a non piegarsi, la prima vera manifestazione pubblica alla resistenza francese. Da lì dedica tutto se stesso a un solo obiettivo: l’organizzazione di un embrione di governo in esilio nelle colonie. De Gaulle all’inizio è isolato, è da solo con pochissimi a fondare “la France libre”. Le iniziative dei partigiani d’Oltralpe sono locali e prive di un reale coordinamento. In una parola, sono deboli. Col tempo, però, nascono le prime reti: i cristiano-democratici di Combat, i socialisti di Libération. Solo nel 1943 – quando De Gaulle manda in Francia Jean Moulin – il movimento di resistenza all’interno della Francia si unifica e vengono creati l’Armée Secrète (l’esercito segreto) e poi le Forces Françaises de l’Intérieur (Forze Francesi all’interno del Paese).

Ma prima, quando appunto il movimento dei maquisards (i partigiani) ancora non si era dato una vera struttura, i nazisti si affrontavano con piccoli nuclei di combattenti, iniziative di singoli, coraggiosi, uomini. Ed è in questo contesto che va inquadrata la vicenda di Marcel Pinte, detto “Quinquin” – come la canzone del XIX secolo “Le petit Quinquin” – che oggi è considerato il più giovane eroe della resistenza francese. Marcel ha solo quattro anni quando suo padre Eugène, meglio conosciuto come il comandante “Athos”, affitta una piccola fattoria – dove fa trasferire pure la moglie e i cinque figli –  e qui dà vita a una cellula di resistenza. In poco tempo, la fattoria diventa uno dei centri dell’organizzazione clandestina più importanti di Limoges, Francia sud-occidentale. Qui – giorno e notte – si tengono riunioni, si pianificano operazioni. Qui iniziano ad arrivare paracadutisti inglesi e carichi di armi da nascondere in soffitta.

Il piccolo Marcel osserva tutto questo e vuole rendersi utile. Gli sarà fatale. A riportare a galla la sua storia è oggi Marc Pinte, nipote del comandante Athos, insieme a un altro parente, Alexandre Brémaud. Ed è il primo a spiegare come il piccolo Marcel tra i maquisards fosse una sorta di “postino”: «Marcel aveva sorpreso tutti con la sua incredibile memoria. Portava messaggi ai capi della resistenza nascondendoli sotto la camicia, raccoglieva informazioni quando andava a fare una passeggiata o a scuola, giocava con una lampada elettrica per fare il codice morse. E, naturalmente, passava inosservato perché era un bambino». «All’inizio deve averlo preso come un gioco – continua Marc Pinte – ma presto si è reso conto che era rischioso». Lo era davvero.

Quinquin verrà ucciso a soli sei anni il 19 agosto 1944, proprio poco prima della Liberazione. Un’ulteriore beffa: morirà per errore, per una pallottola partita da un fucile britannico, un incidente di fuoco amico. Poco dopo il suo decesso, aerei inglesi sorvolano la casa dei Pinte con stendardi neri. Nel 2020 il nome di Marcel è iscritto sul monumento ai caduti del suo piccolo paese, Aixe-sur-Vienne, dove riposa nella sua lapide rosa accanto al padre, morto pochi anni dopo di lui – qualcuno dice di crepacuore – nel 1951. Sulla pietra sono iscritte le parole “il mio fiore preferito è il non-ti-scordar-di-me”. E chi mai potrebbe, Quinquin, piccolo grande eroe?

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