Esclusiva

Aprile 25 2025
La Brigata Ebraica e i pro Pal

Le forze dell’ordine blindano piazza di Porta San Paolo a Roma: da una parte bandiere italiane e israeliane, dall’altra quelle palestinesi

Piazza di Porta San Paolo, a Roma, il 25 aprile 2025 è divisa in tre parti. Sotto la Piramide Cestia sventolano bandiere italiane e israeliane della comunità ebraica, che si riunisce per celebrare i combattenti della Brigata Ebraica. Di fronte alla fermata della metro un presidio di opposizione in sostegno alla causa palestinese e alla popolazione di Gaza. In mezzo una terra di nessuno, creata dalle forze dell’ordine. 

Quattordici camionette di vari reparti di celere, barriere mobili e idranti blindano la piazza e evitano provocazioni e lanci di oggetti e pietre, visti lo scorso anno.

Lo spiazzo sotto le lapidi di Porta San Paolo, luogo storico della Resistenza romana – fu teatro dell’ultimo tentativo di esercito e partigiani di evitare l’occupazione tedesca della città il 10 settembre 1943 – viene prima riservato alla comunità ebraica. “25 aprile, antifascisti sempre” recita lo striscione con il tricolore e la stella di David, in testa al corteo che arriva alle 8.30 da viale del Campo Boario. «Oggi è la festa della Liberazione italiana – dice Noemi Di Segni, presidentessa dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI) – non di altre liberazioni, giuste o presunte che siano». Vengono posati una ghirlanda e i ritratti dei partigiani e delle partigiane ebree morte nella Resistenza. 

«Celebriamo anche i valori costituzionali che sono usciti dalla Liberazione, ma non dobbiamo dare a nessuno la legittimità di abusare di quei valori. Perché se no accade quello che vediamo dall’altra parte della piazza», continua Di Segni indicando le bandiere palestinesi che si intravedono oltre le camionette. «In nome della libertà non si può manifestare odio», aggiunge.

Dopo un’ora è il turno della manifestazione pro Palestina a rendere omaggio alle lapidi dei partigiani. «Ci siamo ripresi la piazza», urlano dal microfono. Sono, però, le forze dell’ordine a gestire l’alternanza.

 “A caduti/e per la Resistenza antifascista e antisionista” si legge sulla corona di fiori rossi. «No all’ipocrisia dei governi, che parlano di lotta al nazifascismo ma sono complici del genocidio del popolo palestinese», dice uno degli interventi, che chiede anche la liberazione di Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh. I tre palestinesi sono stati arrestati a marzo 2024 all’Aquila con l’accusa di far parte delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa, formazione armata legata a Fatah. Mentre si canta Fischia il vento, spunta una bandiera verde di Hamas. L’invito a riporla causa un litigio fra gli organizzatori che spezza il corteo diretto a Parco Schuster.