A marzo del 2023, una foto di Papa Francesco ha fatto il giro dei social. Una collana d’oro con una grande croce in vista sul petto e un lungo piumino bianco. Un prodotto fake, uno dei primi andati virali, creato con il software di intelligenza artificiale Midjourney, che ha scatenato milioni di commenti. Quasi tutti ironici, anche se diversi utenti non hanno riconosciuto il photoshop e hanno accusato il Pontefice di vanità e ipocrisia. In ambienti più conservatori, l’immagine è stata letta come una conferma di un presunto nuovo “stile mondano” della Chiesa sotto la sua guida: «Il Papa pensa alla moda mentre i cristiani vengono perseguitati».
Negli ultimi anni sono aumentate le bufale per attaccare il Vaticano. Anche poche ore dopo l’elezione di Leone XIV, l’8 maggio, alcuni account si sono spacciati come il profilo ufficiale di Robert Francis Prevost su X, come ha evidenziato Open. E nei giorni precedenti, durante il Conclave, è uscita la notizia di un malore del cardinale Pietro Parolin, smentita dalla Sala Stampa del Vaticano.
NON SOLO IL PIUMINO, ALTRI FAKE SU PAPA FRANCESCO
Per quanto riguarda il pontificato di Papa Francesco, invece, il caso del cappotto è stato il più virale di una lunga serie di fake news, arrivate anche dopo la sua morte del 21 aprile. Nel 2019 è circolato un fotomontaggio in cui Francesco avrebbe baciato la mano del banchiere David Rockefeller, mentre si trattava invece di un sopravvissuto alla Shoah al memoriale Yad Vashem. Un fake ripubblicato anche da account italiani, come il medico ed ex politico Alessandro Meluzzi. Fra i settanta commenti del tweet del 17 gennaio 2019, in tanti hanno segnalato la non veridicità della notizia, eppure alcuni (circa un utente su tre) hanno sentenziato: «Che schifo: il maledetto dio denaro!»; «Siamo sulla strada per l’inferno»; «E questo sarebbe un papa?».

Poi si sono diffusi i video generati dall’Ai. Lo scorso aprile, diversi prodotti fake hanno raccolto milioni di visualizzazioni. A metà mese, ad esempio, è successo con un filmato di Bergoglio in sedia a rotelle, all’interno della Basilica di San Pietro, che si alza e cammina via come se nulla fosse. Giorni dopo la sua morte, il 28 aprile, è andato virale un fake riguardante il messaggio urbi et orbi pronunciato durante la domenica di Pasqua del 20 aprile. La scena originale è stata pubblicata dai media, ma alcuni account su X hanno postato un video falso in cui il pontefice ha tre mani. L’obiettivo era quello di dimostrare che, in realtà, il Papa fosse già morto.
DA CHI ARRIVANO I FAKE
Accanto a queste bufale virali c’è una rabbia tradizionalista che cova da anni. In Italia e nel mondo cattolico conservatore il pontificato di Francesco è stato spesso attaccato come un tradimento delle usanze: nel 2017, ad esempio, apparvero per le strade di Roma manifesti satirici («A France’…») che prendevano in giro il Papa con foto ridicole e accuse di doppiezza. Alcuni critici lo etichettavano con epiteti come «demagogo, populista, comunista, femminista, eretico», accusandolo di allontanarsi dalla tradizione o di fare confusione tra i fedeli. Anche negli Stati Uniti il clima è simile.
Tra i primi a gioire per la morte di Francesco è stata la deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene, che su X ha scritto che «oggi (il 21 aprile, ndr) c’è stato un enorme cambiamento nelle leadership globali. Il Male viene sconfitto dalla mano di Dio». Una mossa che rifletteva il malcontento dell’ala conservatrice americana per le aperture di Bergoglio su giustizia sociale e morale.

Allo stesso modo i seguaci di QAnon, gruppo complottista di estrema destra, hanno condiviso bufale sulla figura di Bergoglio. Grazie all’analisi coordinata dal Luiss Data Lab in collaborazione con l’università del Michigan e di Amsterdam, emerge una vera e propria infrastruttura di disinformazione partecipativa. Influencer e simpatizzanti autonomi che costruiscono blog, siti, aggregatori di contenuti (anche tramite bot) e usano chat e canali Telegram per raccogliere e rilanciare teorie del complotto. Il Vaticano viene dipinto come fulcro di un occulto “Deep State” globale dominato da pedofili satanici e cannibali, o accuse di corruzione e pedofilia come verità segrete da svelare. Vengono anche diffuse voci infondate su Bergoglio: nel 2021 è circolato un video QAnon che sosteneva l’arresto del Papa «con ottanta capi d’imputazione», mentre più di recente è stata rilanciata la sua (presunta) morte durante il ricovero al Gemelli. I profili QAnon bannati hanno riaperto nuovi account con nomi neutrali (per esempio «Pensiero Critico»).
E non sono mancati i deepfake sulla salma del Pontefice. Online circolano immagini con Francesco in bara, vestito di bianco o circondato da cardinali, tutte ricavate con un software di Ai. Foto ricondivise sia su Facebook sia su X che, anche in questo caso, hanno alimentato narrative false fra gli utenti.