Esclusiva

Giugno 25 2025
La rotta del cuore, quando l’amore nasce tra le onde

Joanna Lukaszewicz, pianista polacca, lascia una cattedra a Danzica per imbarcarsi su una nave da crociera

Una giovane pianista polacca si innamora del vicecapitano della nave da crociera dove è stata ingaggiata per intrattenere i passeggeri con la sua musica e  tra note, melodie, pause e sospiri nasce un amore idilliaco. Sembra di leggere Novecento di Alessandro Baricco, invece è la storia vera di Joanna Lukaszewicz. È nata a Lipsk – una cittadina nel nord-est della Polonia, a venti chilometri dal confine con la Bielorussia – e ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di sette anni.

«A quindici anni, mi sono trasferita a Danzica per studiare. Avevo sentito parlare di un liceo musicale di alto livello. Il test di ammissione era difficile: quindici candidati per tre posti. Mia madre, fuori dalla porta durante l’esame, pregava che non passassi perché non voleva che andassi via di casa. Ma sono stata ammessa e mi è stato assegnato il miglior professore della scuola, Andrzej Artykiewicz. È stato mio maestro sia al liceo che all’università. Mi ha insegnato tutto quello che so», dice Joanna.

Nel suo Paese, la musica classica è intrisa nella cultura ed è percepita in modo diverso. Gli artisti sono trattati come dei veri professionisti, al pari di medici o ingegneri, e le città sono piene di scuole statali musicali. Ad esempio, a Varsavia nel parco dedicato al compositore Fryderyk Chopin si organizzano concerti all’aperto ogni domenica.

A ventiquattro anni, dopo essersi appena laureata, Joanna viene assunta come insegnante di pianoforte in un liceo a Danzica a tempo indeterminato. Un giorno, mentre faceva lezione a un suo alunno, una violinista entra in classe domandandole se conoscesse una pianista che potesse unirsi a lei e una violoncellista per formare un trio classico e suonare sulla nave Carnival Paradise della compagnia Carnival Cruise Line: «Ho pensato subito che quella musicista potessi essere io. Sono corsa dal professor Artykiewicz e lui mi ha consigliato di partire. Così siamo andati insieme dal dirigente scolastico per richiedere un’aspettativa di sei mesi. L’ho ottenuta e sono salpata».

Era l’ottobre del 1998 e Joanna partiva per la sua prima crociera da New York, che era riservata ai vip della compagnia: il proprietario, gli ingegneri, i grandi nomi. Poi si sono spostati a Miami e da lì sono cominciati i giri regolari nei Caraibi: «Suonavamo tre volte al giorno: alle 17:00, 19:00 e 20:30. Avevamo preparato un repertorio molto vasto, che copriva sette ore, perché molti passeggeri venivano ad ascoltarci tutte le sere. Al suo interno c’erano brani difficili, come i trii di Sergej Vasil’evič Rachmaninov, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven, ma anche pezzi più leggeri», racconta.

L’esperienza a bordo si rivela preziosa per la pianista, che ha modo di crescere – a livello personale e professionale – ma anche di apprendere importanti lezioni di vita: «Una volta, dopo una settimana faticosa, abbiamo deciso di suonare dei brani molto semplici. Alla fine del concerto si è avvicinato un uomo che ci ha detto di essere un musicista professionista della Carnegie Hall di New York. Noi tre siamo rimaste scioccate, perché gli avevamo proposto musica di livello basso. L’indomani, alle sette del mattino, eravamo già in sala prove a preparare il nostro repertorio più ambizioso. Da quel momento abbiamo imparato a non sottovalutare mai il pubblico. Anche se ci sono tremila passeggeri, dieci di loro potrebbero essere del mestiere e non bisogna mai deluderli».

Nel 2001 – proprio durante uno dei suoi periodi di lavoro in mare aperto – Joanna conosce Paolo Adella, il comandante in seconda della nave, e se ne innamora: «All’inizio eravamo solo amici. Io mi ero appena imbarcata e lui stava per finire il contratto, quindi ci siamo visti solo per due o tre settimane. È scattata subito una scintilla tra di noi e abbiamo continuato a sentirci e scriverci lettere».

E prosegue: «Poi Paolo mi ha chiamato dicendomi che era tornato a casa sua in Italia, per invitarmi a stare da lui e farmi vedere i luoghi belli di Roma, dove poi mi sono trasferita l’anno dopo. È stato amore a prima vista. Dopo due settimane insieme, avevamo già fissato la data del matrimonio e, nel 2002, ci siamo sposati nella basilica dei Santi Cosma e Damiano, vicino al Colosseo. La messa è stata celebrata in due lingue, così che entrambe le nostre famiglie potessero capire tutto».

Pochi mesi dopo, i due avrebbero dovuto imbarcarsi insieme per una crociera da Vancouver verso l’Alaska. Ma la pianista rimane incinta ed è costretta a rinunciare: «Conservo ancora il biglietto e il contratto nel cassetto per ricordo», dice sorridendo.

Con il passare del tempo, il suo rapporto con la musica si è evoluto, ma non è mai cambiato del tutto: «Non posso immaginare la mia vita senza di essa. Quando suonavo sulle navi, mi preoccupavo di dovermi “vendere” bene. Il pianoforte non passava in secondo piano, ma anche la mia presenza era parte dello spettacolo. Oggi sono più insegnante che concertista».

E quando aiuta i suoi allievi a leggere uno spartito o a scegliere con quale dinamica suonare un passaggio, spiega loro che bisogna sentire dentro ciò che si sta interpretando: «La musica è conoscenza, va compresa. Non basta avere talento. Un musicista deve essere preparato: se non lo è, gli ascoltatori non possono capire. Ma sono fondamentali anche struttura, fraseggio, forma. Se non hai una storia da raccontare con il tuo brano, l’interpretazione sarà vuota. Il pubblico deve poterlo sentire e vivere attraverso di te», afferma Joanna.

Se potesse tornare indietro nel tempo e sostituire qualche tassello della sua vita, non ha dubbi su cosa farebbe: «Andrei di nuovo a Danzica, una città meravigliosa, sul mare, piena di studenti, viva e piena di cultura. Sceglierei ancora la mia università, che mi ha dato tutto. A volte penso che dopo il primo contratto in nave, forse sarei dovuta tornare a insegnare a scuola. Ma suonare per i passeggeri mi arricchiva. Non mi pento di quello che ho fatto», conclude la pianista. Insomma, rifarebbe tutto da capo: la musica, l’amore, il mare.