Tg Zeta – Edizione del 5 marzo 2024
Yulia Navalnaya ricorda il marito a Strasburgo, Nicolas Schmit in corsa per la presidenza della Commissione europea, i papiri di Ercolano letti dall’intelligenza artificiale e molto altro nella nuova edizione del nostro tg
Trincea • Zeta Numero 17 | Febbraio 2024
Due anni dopo lo scoppio della guerra, il nuovo magazine di Zeta racconta le repressioni del dissenso in Russia e la resistenza del popolo ucraino. Il tema chiave è la Trincea, simbolo dello stallo al fronte e del terrore diffuso dal regime di Vladimir Putin
Insegnanti contro la Regione Lazio: «Difendiamo la scuola pubblica»
Il nuovo piano di ridimensionamento rischia di mettere in difficoltà gli istituti nella periferia di Roma
«Mio nonno ucciso dal regime di Stalin»
La scrittrice Elena Kostioukovitch confronta le repressioni sovietiche al governo di Vladimir Putin
Le connessioni tra Europa e Africa nella strategia continentale per il Sud del Mediterraneo
La cooperazione e il dialogo tra l’Unione europea e il vicinato sono al centro del volume presentato all’Università Luiss Guido Carli
Tg Zeta – Edizione dell’8 febbraio 2024
I trattori arrivano a Roma, i nostri inviati da Strasburgo, il Festival della canzone italiana raccontato da Sanremo e tanto altro nella nuova edizione del nostro telegiornale
Associazioni in piazza «Basta morti nei Cpr»
Mobilitazione per denunciare le condizioni degradanti imposte agli immigrati nei Cpr, dopo il suicidio del ventiduenne nel centro di Ponte Galeria
Malcolm X e Martin Luther King, due vie per cambiare il mondo
“L’ape e la colomba”, eroi dell’emancipazione afroamericana, raccontati nel libro di Gianluca Briguglia
Tra social e clausura, i due volti delle suore agostiniane
Le monache hanno lanciato una vendita di limoni su Youtube, pubblicano reel su Instagram e hanno attirato l’attenzione di tv e giornali
Luiss, presentato il nuovo Atlante Geopolitico Treccani
Tra gli speaker l’ex ambasciatore Ettore Sequi: «In Medio Oriente non c’è un solo conflitto, ma tre». Andrea Manciulli di MedOr: «L’Europa non resti a guardare»