Un’app per calcolare la probabilità di essere
infetti o meno dal coronavirus? Possibile? Si, secondo lo studente austriaco
Konstantin Klinger che ha disegnato “Coronadetector”, app che formula domande
come età, viaggi in Italia negli ultimi 14 giorni, stato febbrile, tosse,
difficoltà respiratoria.
Le informazioni vengono elaborate da un algoritmo che esprime poi la sua
diagnosi: contagiati o no?
Klinger racconta di aver preso spunto dalla
storia di un’amica, per giorni in attesa con gli operatori della linea
telefonica di emergenza. L’idea non è di sostituirsi ai medici, ma aiutarli nel
filtrare le chiamate, riducendole.
Le domande poste dall’algoritmo sarebbero le stesse formulate dai numeri
telefonici del servizio sanitario.
Il Download di Coronadetector è gratuito e
supportato da un sito web; ma basta un’app in questa emergenza?
La pediatra romana Loriana Baiocchi è scettica :“La salute è una cosa seria,
soprattutto in un periodo come questo. Affidarsi a tali soluzioni tecnologiche,
in momenti così delicati, è da sconsiderati. Bisogna farsi aiutare da medici e
scienziati che stanno studiando l’andamento dell’epidemia, la sintomatologia e
la sua evoluzione. Solo loro sanno quali domande fare e come comportarsi in
caso di sospetto. È fondamentale che entri in funziona una procedura ad hoc,
non basta un’app” conclude la dottoressa Baiocchi.
E la speranza digitale di Konstantin è bocciata anche da chi opera nel pieno dell’epidemia italiana “Viviamo nel caos, la gente è nel panico e non può affidarsi a un’app. Per tranquillizzare le persone servono specialisti” assicura Raissa Caldelari, infermiera e studentessa di un master all’università di Brescia, “l’aiuto che potrebbero fornite app mediche, spesso efficienti e molto più utilizzate nel corso degli anni è importante, ma ora non è il momento”.