Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Aprile 10 2020
Guardare la Pasqua dal lockdown

Attività chiuse, piazza vuota e «celebrazioni in diretta su Facebook». Il fotoracconto dei giorni di festa che non ci saranno

Cammini, ti guardi intorno. Sono i giorni che portano alla Pasqua ma in centro non c’è nessuno. Non ci sono mamme ferme a parlare, né anziani seduti al bar per una partita a carte. Non ci sono bambini a giocare sulla scalinata della chiesa. I portoni sono chiusi. Ed è la prima volta. 

«Quest’anno le celebrazioni pasquali non saranno aperte al pubblico. Dispiace, ma è impossibile fare altrimenti», spiega don Sandro, parroco della chiesa di Santa Maria. 

Il tradizionale incontro a messa per dare gli auguri ad amici e parenti non ci sarà. «È un momento critico – continua don Sandro – ma serve coraggio. Tutte le parrocchie della città saranno unite e chi vorrà potrà seguire i riti della settimana santa in diretta Facebook. Si terranno ogni giorno in una chiesa diversa e in orari scelti per i fedeli, cercando di evitare sovrapposizioni alle cerimonie di papa Francesco».

Guardare la Pasqua dal lockdown
La chiesa di Santa Maria, al centro di Fondi

L’acqua della fontana continua intanto a scorrere senza nessuno che vada lì a berla. Pochi passi risuonano nel vuoto di un corso Appio Claudio mai così silenzioso. Gli agenti delle forze dell’ordine girano tra i vicoli prendendo nota degli spostamenti delle persone: l’autocertificazione è un accessorio indispensabile per la quotidianità e tutti sono tenuti a dare spiegazioni. Nessun movimento passa inosservato.

Guardare la Pasqua dal lockdown
Corso Appio Claudio, una volante della polizia ferma una ragazza chiedendo l’autocertificazione

Il sole splende, mette quasi il buonumore. Ma guardare le serrande abbassate e i negozi chiusi riporta alla realtà. Le poche attività ancora aperte hanno cambiato “stile di vita”.

«Non credevo potesse succedere, ma mi manca quella confusione che ho spesso odiato». Giorgio, pasticciere, non nasconde l’amarezza di giornate sempre più dure. Quelli che dovevano essere frenetici momenti da passare tra la sua gente sono diventati, non solo per lui, attimi coperti di pensieri e paure. 

«Dopo una pausa di due settimane – racconta – ci siamo organizzati per offrire ai nostri clienti un servizio di consegna a domicilio. Qualche ordine arriva, soprattutto dai più affezionati, ma il lavoro resta poco ed è inutile negare le difficoltà. Tante persone si divertono a preparare i dolci in casa per far passare le giornate e non c’è da biasimarli».

Si cerca la spensieratezza. Perché quest’anno non ci saranno pranzi in famiglia e strette di mano. Non ci saranno i soliti auguri e nemmeno gli abbracci. A Fondi, ma in tutta Italia del resto, quelli che avvicinano alla Pasqua sono giorni lenti e apatici. Tristi, come tanti se ne sono visti nell’ultimo mese.

Guardare la Pasqua dal lockdown
Piazza IV novembre

Giorni che impressionano anche nelle piccole file che si vedono fuori dai negozi di generi alimentari. Code a distanza, tenute insieme da sguardi persi nell’abitudine a un qualcosa di estraneo. 

«Le persone continuano a venire da noi per fare la spesa, ma è irreale vedere il negozio fermo e far aspettare gente fuori per servire un cliente alla volta», dice Chiara, cassiera in una salumeria del centro. 

Guardare la Pasqua dal lockdown
Uno dei cartelli all’ingresso dei negozi ancora aperti in città

Fondi raccoglie le poche energie rimaste preparandosi a una Pasqua inaspettata. Cercando la normalità di una situazione surreale con video di auguri girati tra le mura domestiche. Fingendo, ancora una volta, sorrisi rassicuranti e una serenità inesistente.