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Esclusiva

Aprile 23 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 24 2020
A lezione di pandemia con le #Luiss.MasterClasses

La Luiss lancia un ciclo di incontri sulle sfide presenti e future imposte e dal coronavirus. Molti gli esperti coinvolti nell’iniziativa: noi abbiamo parlato con Cecilia Piccioni, ex Ambasciatrice italiana in Vietnam, di prospettive della diplomazia

L’università Luiss “Guido Carli” di Roma ha inaugurato le #LuissMasterClasses – Dialoghi Digitali sulle sfide della grande emergenza di oggi per riflettere sulla portata dei cambiamenti che la pandemia e il lockdown imporranno alla nostra quotidianità: comunicazione, didattica, ma anche marketing e diplomazia usciranno stravolte dal fenomeno globale e epocale del Covid-19. 

La dottoressa Cecilia Piccioni, Senior Advisor del Presidente di Fincantieri e già Ambasciatrice italiana in Vietnam, è uno dei protagonisti della programmazione webinar targata Luiss: «Da oltre un mese le agenzie specializzate dell’ONU e tutti i soggetti di questa galassia hanno luogo online. È una rivoluzione».

L’adeguamento forzato a nuove pratiche e nuove tecnologie stravolge tutti i livelli, anche la diplomazia, che vede una parte importante dei negoziati svolgersi dietro le quinte. «Nelle stanze dei delegati non si può prescindere dal linguaggio del corpo, dalla presenza fisica, ma svolgere riunioni online consente di ampliare il grado di partecipazione (includendo attori nuovi: settore privato, ONG…), di ridurre costi finanziari e ambientali, di dare voce a stakeholders e paesi che altrimenti non potrebbero non essere ascoltati».  

La flessibilità imposta dal lockdown ha anche effetti sociali: «Penso, in generale, che favorirà l’insorgere di una rinnovata solidarietà intergenerazionale fra giovani diplomatici (tecnologicamente più Smart) e diplomatici senior (più esperti nell’arte negoziale tradizionale)». 

«Per quanto riguarda gli effetti sulle relazioni internazionali, non produrrà cambiamenti copernicani, ma l’accelerazione di processi e trend che le caratterizzavano. Fra tutti, due: l’indebolimento della governance globale e lo spostamento degli equilibri di potere ad est, Cina e Asia in generale».

Lo slittamento del baricentro dell’asse geopolitico dall’Atlantico al Pacifico è dovuto soprattutto alla scarsa capacità previsionale e organizzativa della comunità internazionale: «Pur dinanzi a numerosi campanelli d’allarme è mancata una risposta coordinata. In primis, perché i rischi per la salute hanno una forza di mobilizzazione inferiore ad altri, ma soprattutto perché la frammentazione politica e le tensioni hanno prevalso sulla cooperazione. Tutto ciò mentre Pechino sta imponendo all’ONU la propria visione di multilateralismo basata su due pilastri: una “cooperazione vantaggiosa per tutti” e una “comunità con un futuro condiviso per l’umanità”».

La Cina è riuscita a trasformare una «liability politica in un asset». La responsabilità dovuta alla poca chiarezza nella fase iniziale della pandemia, è stata superata ponendosi come campione di solidarietà ed efficienza, sbaragliando i propri rivali nella competizione per il soft power.

La Repubblica Popolare non è l’unica ad essere uscita rinforzata nel panorama internazionale, anche il Vietnam, con le dovute proporzioni, ha reagito prontamente alla pandemia: «L’esperienza traumatica della SARS nel recente passato, ancora viva presso la popolazione, ha indotto i vietnamiti a una disciplina ferrea che ha prodotto i suoi frutti. Sono anni che, fra i dieci paesi membri dell’Asean, il Vietnam esibisce una crescita e una capacità di accreditarsi sulla scena internazionale non comuni. Di certo, la competenza della sua classe diplomatica è un fattore, ma ritengo che siano state le scelte operate negli ultimi anni e legate all’intensificazione dell’attività in ambito multilaterale (specie NU), alla ricerca convinta e caparbia di aprirsi al commercio internazionale (è il paese che ha siglato il maggior numero di FTA – accordi di libero scambio ndr. – fra quelli Asean), alla centralità data a sfide globali, prima fra tutte quella posta dal climate change a fare del Vietnam un campione nel suo quadrante di riferimento».

La dottoressa Piccioni si confronterà con Raffaele Marchetti Professore di Relazioni internazionali, nella webinar Masterclass di martedì 5 maggio, ma ci anticipa qualche riflessione oggetto del dibattito sul futuro degli equilibri globali: «Se già pre-Covid ci trovavamo in un momento di transizione e di ridefinizione caotico, la pandemia non ha fatto altro che accelerare certe dinamiche geopolitiche, che, a loro volta, rischiano di creare incertezza. Non ci sarà un ritorno alla normalità: l’auspicio è che questo rinnovamento possa anche coinvolgere le istituzioni multilaterali che necessitano di essere riformate. Me lo auguro davvero, perché la pandemia ha mostrato quanto in realtà non possiamo fare a meno di una chiara ed efficace governance globale».

Sull’irreversibilità delle trasformazioni è d’accordo anche il Rettore dell’Università Luiss, Andrea Prencipe, promotore degli incontri accademici online: «È improbabile che, superata la crisi, torneremo alle abitudini di prima: al contrario, dovremo imparare a orientarci in una “nuova normalità».    Il prossimo appuntamento online le #Luiss.MasterClasses è martedì 23 aprile, alle 18:00 e ospiterà il dialogo tra la Vice Presidente della Luiss Paola Severino insieme al top manager Aldo Bisio, AD di Vodafone. Tema dell’incontro: “La nuova normalità dopo il Covid-19”