«Per fare surf mi alzavo con il buio e tornavo all’alba. Con muta e tavola in spalla andavo verso la costa e aspettavo l’onda giusta nella penombra». Lavinia, una ragazza italiana che vive in Portogallo ha vissuto una quarantena vista mare. «Vivevo a Lisbona in un piccolo appartamento, ma con lo scoppio dell’emergenza coronavirus mi sono trasferita a Santa Cruz, un paese sul mare a quarantacinque minuti dalla capitale».
«Ho avuto paura. Quando sono iniziate a circolare notizie e immagini degli altri Paesi europei in grave emergenza sanitaria, molti miei amici hanno deciso di tornare, ma io non me la sono sentita». Il Portogallo non è stato uno dei paesi più colpiti dal virus, ma misure di cautela sono state comunque prese. «Il giorno prima della dichiarazione dello stato d’emergenza, ho deciso di lasciare Lisbona, ma non avevo la possibilità di tornare a casa in modo rapido. L’ambasciata proponeva degli itinerari davvero lunghi e avrei dovuto prendere tre arei. Non mi sentivo pronta per correre questo rischio».
Lavinia a Santa Cruz ha trovato la sua casa per questi mesi con un piccolo giardino affacciato sul mare dove ha trascorso queste lunghe giornate ascoltando il rumore delle onde. «All’inizio della quarantena per paura di non saper cosa fare, mi ero fatta una lista di cose da portare a termine, ma in questi giorni mi sono resa conto che non ho fatto nulla. Il tempo non è mai stato un problema e forse è solo grazie al mare». In questo borgo tra il mercato del pesce e i piccoli market dove Lavinia andava a fare la spesa il surf è stata la sua passione che riesce a trasmette anche tramite una chiamata. «Quando la marea lo permetteva correvo verso le spiagge e ogni settimana mi sono ritagliata del tempo per andare a surfare».
Il Portogallo in questa emergenza ha agito con un forte spirito di collaborazione tra governo e opposizione e per Lavinia quello che lo ha contraddistinto da tutti gli altri paesi è stata la solidarietà. «Tutti gli immigrati che avevano già fatto domanda per il permesso di soggiorno sono stati regolarizzati per poter accedere ai servizi sanitari e la metro di Lisbona è stata aperta e gratuita durante la quarantena» racconta Lavinia.
«Qualche giorno fa sono tornata in macchina nella capitale per svuotare il mio appartamento e la desolazione che ho visto mi ha impressionato. Le piazze erano vuote e c’erano pochissime persone in giro per la città». Lavinia ha deciso di restare a Santa Cruz fino a quando non potrà tornare in Italia e lasciare le onde dell’Oceano Atlantico non sarà facile. «Quando penso ai miei famigliari mi sento spesso in colpa per come sto vivendo la mia quarantena. La verità è che sono stata davvero fortunata».