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Esclusiva

Giugno 3 2021
La ‘politica dei tre figli’ in Cina

La Cina autorizza le famiglie ad avere fino a tre figli. La decisione arriva dopo i dati negativi dell’ultimo censimento.

“In parte mi sorprende la nuova politica del governo cinese e il fatto che l’abbiano adottata proprio adesso. Questa è l’ennesima limitazione dei diritti delle donne, in cui lo Stato interviene in maniera eccessiva nella sfera privata ed individuale dei cittadini. Questa scelta non risolverà il problema demografico”.

Maria Adele Carrai, assistente professore di studi globali sulla Cina presso la New York University Shangai, commenta così la nuova policy adottata dal paese, che ha autorizzato le famiglie ad avere fino a tre figli, e non più solo due.

 Per quasi 40 anni la nazione ha imposto la cosiddetta ‘politica del figlio unico’, che limitava le nascite a un figlio solo per nucleo familiare e che è stata revocata nel 2016, in seguito alle preoccupazioni per un rapido invecchiamento della popolazione e alle possibili conseguenze economiche.

La decisione giunge qualche settimana dopo la pubblicazione dell’ultimo censimento in Cina, su base decennale, che mostra un calo notevole del tasso di natalità.

L’attuale tasso di fertilità, pari a 1,3 figli per donna, è al di sotto di quel 2,1 necessario per sostenere un livello stabile della popolazione ed è un segnale d’allarme per la tenuta del sistema previdenziale futuro.

“In Cina, i giovani vivono tantissime pressioni economiche e sociali.  Le donne preferiscono concentrarsi sullo studio e sulla carriera piuttosto che sulla maternità. Il governo è ben consapevole che questa policy non risolverà la questione della natalità, ma vuol comunque tentare. I veri problemi del paese sono altri. Ci sono politiche sociali che andrebbero rifatte” spiega la dottoressa Carrai.

I risultati del settimo censimento nazionale, condotto nel 2020 e pubblicato il mese scorso, hanno certificato che il numero dei cittadini over 60 (264,02 milioni di persone) è per la prima volta superiore a quello degli under 14 (253,38 milioni di persone).

La popolazione cinese, che oggi conta 1.411 miliardi di abitanti, ha dunque registrato un ritmo di crescita annuale che è diminuito del 4% rispetto al decennio precedente.

Lo scorso anno, non solo le nascite sono state il 20% in meno rispetto al 2019 ma è stato anche registrato il numero più basso dagli anni Sessanta, quando la Cina superò un periodo di grande carestia.

“A mio parere, il problema demografico si dovrebbe risolvere in modo diverso. In Svezia, per esempio, ci sono delle policy per cui le donne hanno a disposizioni ferie e varie agevolazioni. In Cina invece, il supporto alle famiglie è molto limitato. Si potrebbe lavorare di più sull’immigrazione, aprendo di più le frontiere agli immigrati e garantendo così una maggiore forza lavoro. Non basterà questa nuova pianificazione familiare per cambiare la cultura del ‘figlio unico’, ormai radicata”.

La volontà di voler adottare una nuova policy, dinanzi ad uno scenario di diminuzione della forza lavoro e aumento della popolazione anziana da sostenere, nasce come tentativo di riportare il tasso di fertilità a quota 2,1.

L’agenzia di stampa di Stato cinese Xinhua ha anche lanciato il sondaggio online: #SieteProntiperilterzoFiglio? che è stato poi eliminato perché sulle prime 31 mila risposte, 29 mila sono state negative.

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