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Esclusiva

Dicembre 6 2021.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 22 2021
Enzo Panizio

“Uno dei ricordi più vividi che ho è quello di un mio amico che scappa correndo dal centro di una rissa, con i vestiti che gli si sono stracciati nel combattimento, scatenato nel parco del mio paese da un atto di prepotenza di un membro della criminalità locale. Lì ho capito che la mafia era più vicina a me di quanto pensassi e che voglio combatterla con la scrittura”.  I cento (e più) passi di Enzo Panizio, dalla Puglia a Roma, passando per Bologna. Gli stessi cento passi che occorrono per colmare la distanza tra la casa di Peppino Impastato, il giornalista e attivista che si oppose alla criminalità organizzata, e quella di un famoso boss mafioso. Quella di Enzo è una storia in cui attivismo politico, giornalismo e legalità si intrecciano.

“Ci sono stati diversi eventi della mia vita, delle vere e proprie scelte, che hanno deviato il mio percorso e mi hanno fatto prendere una strada diversa”. Enzo cresce in un piccolo paese nel nord della Puglia, in una famiglia numerosa e unita, passando le giornate tra il mare e la campagna.  Al liceo è un adolescente impegnato nel sociale, che milita nelle associazioni politiche giovanili. “In Puglia la noia intrinseca del luogo ti tempra, ma se uno ha molti interessi, soprattutto in ambito culturale, ti limita”. Alterna la passione per la musica e il cantautorato italiano, a letture come “Il giovane Holden” di Salinger o “Cent’anni di solitudine” di Marquez. Poi, a 17 anni, la scoperta della mentalità mafiosa, ancora molto viva nella sua comunità di origine, della storia di Peppino Impastato, e della sua Radio Aut. Questo è il vero turning point della sua vita.

Enzo Panizio

 Decide di voler diventare giornalista per “osservare la politica e la società, studiarne le logiche, gli intrecci, la reciproca influenza.” Il giornalismo, per Enzo Panizio, è lo strumento con cui impegnarsi e portare avanti con coraggio i cambiamenti di cui la nostra società ha bisogno. Le sue passioni lo conducono a Bologna per studiare Giurisprudenza, con l’obiettivo di diventare un cronista. Lì spera di trovare un ambiente vivace e fertile per le attività politiche. Durante gli anni dell’università vive in Emilia un’esperienza umana importante, di cui parla con molto trasporto. Dopo la laurea, però, decide di iniziare la pratica forense e l’iter per diventare avvocato. L’immobilismo forzato della pandemia lo porta a riflettere e a scegliere di seguire le sue vere passioni. Sceglie quindi di iscriversi alle selezioni per la Scuola di giornalismo. Dall’esperienza romana si aspetta di vivere un ambiente stimolante come quello del Master della Luiss, attento ai cambiamenti e alle rivoluzioni che il mondo dei giornali sta attraversando.

I punti di riferimento di Enzo sono i magistrati dei pool antimafia del passato, il cui coraggio e integrità morale ha guardato con ammirazione, da sempre. “Sono ancora preso in giro dai miei amici perché ho l’abitudine di addormentarmi guardando i video delle deposizioni del maxi-processo, persino quando siamo in vacanza insieme”.  Il suo sogno è diventare cronista politico o giudiziario.