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Esclusiva

Gennaio 20 2022
Dal Barocco a Roma Antica. Uno studio geofisico rivela il tesoro nascosto del Casino dell’Aurora

Corey Brennan, portavoce di Rita Boncompagni Ludovisi, rilascia in esclusiva a Zeta la documentazione degli studi archeologici effettuati nel 2019 sul perimetro della residenza più preziosa di Roma

La prima convocazione dell’asta per la vendita di Villa Boncompagni Ludovisi, tenutasi il 18 gennaio, è andata deserta. Dai nomi dei ricchi del mondo di cui si vociferava, tra cui Bill Gates, non è pervenuta nessuna offerta e il prossimo appuntamento è fissato per il 7 aprile. Il prezzo della dimora verrà ribassato del 20%. Nessuno, però, è a conoscenza degli studi sul territorio, avvenuti nel novembre 2019, che hanno individuato la presenza di rovine risalenti all’epoca romana.

Commissionati dal dottor Bernard Frischer dell’Indiana University, Bloomington, questi studi hanno permesso di individuare i resti che si celano al di sotto e intorno a Villa Aurora.

Si è dimostrato che davanti all’ingresso nord-est della villa si nasconde un’antica struttura romana, mentre, a sud dell’edificio, sono stati rilevati resti di una strada o dell’acquedotto romano.

Un’area ricca di storia quella del Casino dell’Aurora, che sorge nello spazio occupato dagli Horti Sallustiani, prima sede della residenza di Giulio Cesare e poi proprietà dello storico Gaio Sallustio Crispo. Con il declino dell’impero romano, questa zona si riempie di vigneti e campi destinati alla coltivazione, ma conosce una rinnovata vitalità a partire dall’età barocca.

Casino dell'aurora
S-D: Geologi e ingegneri di Geostudi Astier, Prof. Bernard Frischer, Principessa Boncompagni Ludovisi, Prof. Brennan

Nel 1622 Ludovico Ludovisi, nipote dell’allora papa Gregorio XV, acquista dal Cardinal Francesco Maria Del Monte il nucleo centrale di quella che diventerà Villa Ludovisi, ossia Villa Aurora, già decorata dall’unico dipinto murale di Caravaggio. Nel giro di due secoli la proprietà si allarga e si estende per circa trenta ettari tra Porta Pinciana, Porta Salaria e il convento di Sant’Isidoro.

Dopo la presa di Roma, però, la speculazione edilizia colpisce anche questo immenso complesso, che, a partire dal 1885, viene in gran parte demolito. Il Casino dell’Aurora si salva, ma l’area circostante viene abbassata di 8-10 metri, tanto che la villa, oggi, sembra sorgere su una collina. Ed è proprio su questo terreno che, nel 2019, sono stati condotti gli studi iniziati dal dottor Frischer.

Durante i lavori effettuati nel 1887 vennero rinvenuti numerosi reperti risalenti all’impero romano: due statue in corrispondenza del Casino dell’Aurora, una cisterna semicircolare appartenente all’età imperiale, grandi fondamenta attribuibili ad edifici romani e una strada risalente all’antica Roma.

A novembre 2019 i Geostudi Astier di Livorno e il Dott. Frischer dell’Indiana University hanno condotto lo studio definitivo delle rovine romane. Per il momento non è stato necessario procedere con gli scavi, grazie all’utilizzo di avanzati strumenti geofisici, come la tomografia di resistività elettrica (ERT, Electrical Resistivity Tomography) e il radar a penetrazione terrestre (GPR, Ground Penetrating Radar).

Con la sigla ERT si indica una tecnica che, attraverso degli elettrodi disposti lungo il terreno, è in grado di rilevare strutture sepolte, analizzando i materiali presenti nel sottosuolo. I dati raccolti sono poi ordinati in una ricostruzione che rappresenta, in una sezione bidimensionale, le differenti strutture archeologiche in base ai livelli di profondità analizzati.

Dal report di Prof. Bernard Frischer, Indiana University
Dal report di Prof. Bernard Frischer, Indiana University

Il GPR usa, invece, le onde elettromagnetiche ed è quindi il metodo più indicato per rilevare oggetti non metallici, come le architetture. Quando l’onda inviata dall’antenna trasmittente incontra una discontinuità fisica ritorna in superficie a una differente velocità di propagazione. Dalla registrazione delle differenze di velocità è possibile tracciare il radargram, grafico che rappresenta la composizione del sottosuolo in 3D.

In una prima fase gli studiosi hanno usato il GPR per individuare i punti migliori in cui posizionare gli elettrodi utili alle rilevazioni dell’ERT. Poi hanno proseguito con la tomografia di resistività elettrica e hanno realizzato un modello tridimensionale con l’integrazione di tutti i dati raccolti.

Report di 
Prof. Bernard Frischer, Indiana University
La mappa radar del terreno sotto il Casino dell’Aurora. Dal report di
Prof. Bernard Frischer, Indiana University

I risultati della ricerca soddisfano lo scopo per cui è nata: trovare le prove dell’esistenza di resti archeologici. Nel resoconto della survey si legge che «tutte le anomalie trovate sono orientate da sud-ovest verso nord-est, in opposizione all’attuale orientamento urbanistico, ma in accordo con quello dei precedenti ritrovamenti negli scavi del 1887.»

Il valore delle rovine romane non è stato ancora stimato, quindi il Casino dell’Aurora, nella seconda convocazione dell’asta, potrebbe essere venduto a un prezzo di gran lunga inferiore all’eredità culturale e storica che rappresenta.

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