Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Ottobre 24 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 20 2022
I “pediatri vaccinisti” del Covid non esistono

Secondo Byoblu Antonio D’Avino, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, diffonderebbe un clima di paura per indurre i genitori a vaccinare i figli contro il Covid e ottenere così finanziamenti dalle case farmaceutiche, ma è falso

I “pediatri vaccinisti” del Covid non esistono

L’articolo intitolato “Fare paura per spingere i vaccini”, la frase shock del Presidente dei pediatri”, pubblicato sul sito Byoblu – La TV dei Cittadini, riporta alcune dichiarazioni sulla situazione dei contagi Covid a scuola rilasciate ad Adnkronos Salute da Antonio D’Avino, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp). Tuttavia Byoblu (che il report byoblu.com della società indipendente americana NewsGuard Technologies, nata nel 2018 con l’obiettivo di distinguere i siti con notizie verificate da quelli che diffondono fake news, classifica alla voce «Credibilità» come il sito che «ha pubblicato informazioni non comprovate in materia di salute, incluse false informazioni sulla pandemia di Covid-19 e i relativi vaccini») estrapola le dichiarazioni di D’Avino dal contesto originario riportandole in modo parziale e fuorviante per sostenere la tesi della «narrazione vaccinista» ed elaborare teorie del complotto sui «finanziamenti delle case farmaceutiche».

«Fanno rabbrividire le dichiarazioni del presidente della Federazione italiana medici pediatri Antonio D’Avino» esordisce con linguaggio sensazionalistico l’articolo, «perché sono indicative delle pressioni vaccinali che gli italiani hanno subito negli ultimi mesi». Il testo riporta poi alcune dichiarazioni rilasciate da D’Avino all’Adnkronos Salute e pubblicate nell’articolo intitolato Scuola e covid, pediatri: “Lieve aumento contagi ma peggio deve arrivare”, che vengono però decontestualizzate. Nella versione originale, D’Avino fa infatti il punto della situazione dei contagi Covid a scuola: «Stiamo registrando un lieve aumento dei casi tra i bambini in età scolare. Nessuna emergenza, ma quello che ci preoccupa è che il peggio deve ancora arrivare perché le temperature sono ancora miti e nelle aule si possono tenere le finestre aperte. Quando arriverà il freddo e ci sarà un ritorno drastico alla vita al chiuso, i contagi Covid aumenteranno molto, visto che non c’è più il distanziamento o l’uso delle mascherine», mentre nella versione di Byoblu, il paragrafo «La paura come motore della campagna vaccinale» dedicato alle «previsioni terroristiche sull’aumento dei contagi» decontestualizza le parole di D’Avino non solo per smentire la «narrazione vaccinista» che fa «leva sulla paura» («Stiamo registrando un lieve aumento dei casi tra i bambini in età scolare. Nessuna emergenza»), ma anche per sostenere la tesi dell’allarmismo diffuso dai medici, a partire dal presidente Fimp «che poi invoca il ritorno di distanziamento e mascherine in aula».

Il successivo paragrafo «Covid19 e bambini: i numeri dell’ISS» riporta: «I dati dell’Istituto superiore di sanità parlano chiaro: dall’inizio dell’emergenza Covid risultano contagiati oltre 4.6milioni di soggetti tra zero e 19 anni. I decessi registrati in questa fascia d’età sono 73: lo 0,0016%. E non sappiamo se si tratti di persone con patologie, non sappiamo il loro stato vaccinale, non sappiamo come siano stati curati. Ma il numero, esiguo, è sotto gli occhi di tutti. E allora bisogna infondere la paura, come sottolinea D’Avino». Tuttavia, Adnkronos elabora diversamente i dati del rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Covid-19: Sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale contenuti nella sezione «Focus età scolare (0-19 anni)»: «Dall’inizio dell’epidemia sono stati diagnosticati e riportati 4.628.181 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 23.563 ospedalizzati, 525 ricoverati in terapia intensiva e 73 deceduti». Oltre a specificare lo stato di cura, il report non esprime valutazioni circa l’esiguità del numero delle diagnosi di Covid riscontrate nella fascia 0-19 anni. Adnkronos riporta poi alcune precisazioni di D’Avino sullo stato della vaccinazione anti-Covid nella fascia 5-12 anni: «Siamo fermi al 38-40% dei bambini, molta variabilità regionale. Come pediatri da qualche mese siamo impegnati in modo significativo sul fronte della prevenzione e su quello delle vaccinazioni. Ma c’è un nodo, per far aumentare le immunizzazioni dei bambini occorrerà che aumentino i casi, ovvero che si inneschi un po’ di paura nei genitori. Noi continueremo a lavorare su questo fronte convinti della validità delle linee guida nazionali». Byoblu distorce anche il significato di queste ultime affermazioni, riferendole ai «sieri anti-Covid19» ed evidenziando in particolare la parte secondo la quale «per far aumentare le immunizzazioni dei bambini occorrerà che aumentino i casi, ovvero che si inneschi un po’ di paura nei genitori».

Nel successivo paragrafo «Il coro dei pediatri vaccinisti» Byoblu accosta le dichiarazioni di D’Avino a quelle di Annamaria Staiano, Presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip), «secondo cui i bambini sono serbatoi per il virus: “Al futuro ministro della Salute chiediamo una decisa intensificazione delle campagne vaccinali, soprattutto tra i più piccoli». Tuttavia, come riportato dall’Ansa,all’inizio di ottobre Staiano ha rilanciato le vaccinazioni e rivalutato l’uso delle mascherine a scuola a fronte dell’aumento dei contagi nei bambini in età scolare segnalato dall’Iss,. Per la Presidente l’impennata dei contagi fino al 14,9 %, conseguita alla riapertura delle scuole, «dimostra infatti, ancora una volta, come i bambini rappresentino un serbatoio per il virus e possano sviluppare l’infezione e anche trasmetterla». Da ciò discende la richiesta al futuro ministro della Salute di una decisa intensificazione delle campagne vaccinali «in tutte le fasce d’età». Byoblu decontestualizza anche un’ulteriore dichiarazione di Staiano: «“Ci auguriamo che ci sia al più presto l’approvazione dell’Agenzia europea dei medicinali Ema per i vaccini per la fascia 6 mesi-5 anni”. Desiderio esaudito il 19 ottobre». L’affermazione completa, riportata dall’Ansa, si inserisce infatti in un contesto più ampio, per cui occorre «intensificare la campagna vaccinale per la fascia pediatrica perché la copertura finora raggiunta resta molto bassa», e nello specifico nella misura del 38,5% dei bambini tra 5 e 11 anni. «Attualmente sono autorizzati i booster, ovvero i richiami di terza dose, solo per i bambini dai 12 anni in su, ma anche fra i 5 e gli 11 anni la copertura vaccinale è molto bassa. Ci auguriamo quindi una ripresa della campagna vaccinale in attesa che ci sia al più presto anche l’approvazione dell’Agenzia europea dei medicinali per i vaccini per la fascia 6 mesi-5 anni». L’ultimo riferimento riguarda la recente raccomandazione dell’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) di estendere l’uso dei vaccini mRna ai bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni (Biontech-Pfizer) e tra 6 mesi e 5 anni (Moderna). L’eventuale somministrazione non sarà tuttavia indiscriminata come lascia desumere Byoblu, dal momento che in Italia l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) dovrà autorizzare il vaccino e una circolare del ministero della Salute dovrà indicare i soggetti destinatari della raccomandazione vaccinale, presumibilmente bimbi fragili o che convivono con familiari immunodepressi o affetti da patologie gravi.

Il paragrafo «I finanziamenti delle case farmaceutiche» suggerisce allora una teoria del complotto secondo la quale «le società presiedute da D’Avino e Staiano, la Fimp e la Sip, ricevono finanziamenti dalle case farmaceutiche, anche quelle produttrici dei vaccini». Byoblu cita in particolare la casa farmaceutica britannica Glaxo Smith Kline (Gsk), accusata di aver versato a ciascuna delle due società più di 800 mila euro, ma nessun documento ufficiale attesta il passaggio di denaro. Le uniche relazioni tra Gsk e le due società riguardano campagne di sensibilizzazione sui rotavirus: #unapreoccupazioneinmeno della Fimp per la promozione della vaccinazione contro il rotavirus e Missing B della Sip per la promozione della vaccinazione contro l’infezione da meningococco di tipo B. Byoblu coinvolge inoltre Pfizer e Moderna, che «hanno dato contributi economici non condizionati per il congresso Sip che si è tenuto a maggio di quest’anno». Secondo l’Accordo Stato-Regioni del 5 novembre 2009 le industrie farmaceutiche non possono acquisire il ruolo di Provider (cioè non possono organizzare, direttamente o indirettamente, eventi formativi di aggiornamento medico professionale), ma possono essere sponsor di Provider a condizione che il supporto finanziario sia dichiarato e non condizionante l’organizzazione, i contenuti e la gestione dell’attività. La pratica, se avvenuta, sarebbe quindi lecita, ma nel caso di specie nessun documento ufficiale attesta un’elargizione al congresso Sip 2022 di contributi economici non condizionati da parte di Pfizer e Moderna.

Il paragrafo «I paesi che sconsigliano i sieri Covid ai bambini» azzarda poi una prospettiva comparata del panorama vaccinale Covid infantile, secondo la quale «mentre le autorità sanitarie italiane spingono i sieri anti-Covid per neonati e bambini, all’estero c’è chi si muove in direzione contraria. È il caso della Gran Bretagna, che lo consiglia solo ai bambini affetti da patologie gravi, e della Svezia, che ha fermato le somministrazioni a bambini e adolescenti sani. Il ministro della Salute danese, medico e consulente dell’Oms, ha detto che la decisione di vaccinare i bambini tra 5 e 11 anni è stata sbagliata perché il vaccino non impedisce il contagio né la trasmissione del virus, quindi la vaccinazione in questa fascia d’età è inutile». Premesso che, come detto in precedenza, anche la recente raccomandazione dell’Ema sulla somministrazione di vaccini ai bambini nella fascia d’età 6 mesi-5 anni dovrà essere in Italia autorizzata dall’Aifa e specificata dalla circolare del ministero della Salute, i tre paesi citati da Byoblu abbracciano contesti molto diversi tra loro.La Gran Bretagna ha da sempre destinato ai minori sani tra i 5 e gli 11 anni una vaccinazione temporanea e, come ha dichiarato al Guardian il pediatra e membro del Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione Adam Finn, «l’obiettivo principale della politica inglese, in questo momento, è cercare di immunizzare coloro che sono a più alto rischio di Covid acuto grave, secondo il recente annuncio sul programma di richiamo autunnale», compresi i bambini a rischio clinico. La Svezia, come riportato da France Soir, non raccomanderà più la vaccinazione contro il Covid agli adolescenti sani nella fascia d’età 12-17 anni per il « rischio molto basso» di sviluppare una forma grave della malattia. Il quotidiano francese sottolinea però che, a differenza della maggior parte degli altri paesi europei, la Svezia ha rifiutato di mettere in atto restrizioni sanitarie come il lockdown perché diversi studi e dati scientifici hanno evidenziato un minor numero di danni dovuti al virus e alle restrizioni. La Danimarca, come riporta l’Associated Press, non ha vietato i vaccini per bambini e ragazzi nella fascia d’età 5-17 anni (che, se fossero soggetti ad alto rischio, potrebbero ricevere la dose su prescrizione del medico), ma nella campagna vaccinale invernale non raccomanderà più loro i vaccini, perché i giovani raramente soffrono di sintomi severi per la variante Omicron.

L’articolo di Byoblu si conclude con il commento di Eugenio Serravalle, «uno dei più noti e apprezzati pediatri italiani, che da anni si occupa di vaccini», in realtà presidente dell’Associazione di Studi e Informazione sulla Salute (Assis) «in prima linea contro le strategie nazionali di vaccinazione», come riportato dal Corriere della Sera già nel 2015. Serravalle ripropone la retorica del «ricatto vaccinale», contesta le affermazioni di Staiano sul concetto di «bambini serbatoi di virus», esprime il «timore che saranno i pediatri che vogliono vaccinare i bambini a spargere un po’ di paura», elabora le teorie del complotto sui finanziamenti delle case farmaceutiche ed elenca una serie di dati a dimostrazione dell’inefficacia dei «sieri» sui bambini. In particolare, Serravalle afferma (senza specificare la fonte) che a fronte di un’efficacia teorica dei vaccini stimata intorno al 90%, «l’efficacia reale invece è stata notevolmente inferiore, persino la pubblicazione dell’Istituto superiore di sanità ha evidenziato come nei bambini italiani seguiti per un breve periodo di tempo, l’efficacia fosse modesta, un’efficacia destinata a scomparire velocemente e che raggiungeva appena il 29,4%». Lo studio dell’Iss e del ministero della Salute Covid 19 ed efficacia vaccino nella fascia di età 5-11 anni pubblicato dalla rivista Lancet, che ha stimato l’efficacia dei vaccini Covid su oltre un milione di bambini vaccinati con due dosi, 134 mila con una dose e 1 milione e 800 mila non vaccinati, tutti tra i 5 e gli 11 anni e seguiti tra il 17 gennaio e il 13 aprile 2022, pur avendo rilevato un’efficacia più bassa rispetto a quella riscontrata negli studi autorizzativi, con una protezione del 29% contro l’infezione e del 41% contro la malattia grave, ha individuato per i non vaccinati un’incidenza delle forme severe della malattia doppia rispetto ai vaccinati con due dosi. Questo smentisce così le successive affermazioni di Serravalle, erroneamente attribuite ai dati dell’Iss e a indefiniti «dati inglesi», secondo le quali «l’azione protettiva va scemando rapidamente per cui dopo un periodo breve si riduce al 20% e lasciando passare altri mesi l’efficacia diventa negativa, cioè si ammalano di più i bambini vaccinati rispetto ai bambini non vaccinati» e «passati sette mesi si ammalano di più i vaccinati rispetto ai non vaccinati, sia gli adulti, fino a 50 anni, che i bambini».

Leggi anche: Gli introiti derivanti dai vaccini Covid non finanziano le ricerche per curarne gli effetti collaterali

Zeta, sito di informazione della Scuola Superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” – Luiss Guido Carli è un supplemento di Reporter Nuovo, testata giornalistica legalmente registrata presso il Tribunale di Roma (Reg. Tribunale di Roma n. 13/08 del 21 gennaio 2008), al cui interno è stata istituita un’unità Zeta Check con lo scopo di verificare i fatti, che pubblicherà regolarmente rapporti sull’accuratezza fattuale delle dichiarazioni di personaggi pubblici e istituzioni e affermazioni ampiamente diffuse in formato testo, visivo e di altro tipo, incentrate principalmente su dichiarazioni relative a questioni di interesse pubblico.

Il suo lavoro editoriale non è controllato dallo Stato, da un partito politico o da una figura politica. La testata non è destinataria di finanziamenti da fonti statali o politiche per svolgere giornalismo di servizio pubblico.