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Esclusiva

Febbraio 3 2023
I dati del carcere duro

L’analisi del sistema carcerario del 41bis attraverso numeri e grafici

Il regime del 41 bis, anche detto ‘carcere duro’ per la rigidità delle prescrizioni, non nasce dopo le stragi che portano alla morte dei magistrati antimafia Falcone e Borsellino, ma ben sei anni prima. L’articolo 41 bis dell’Ordinamento penitenziario viene introdotto il 10 ottobre 1986, con la Legge Gozzini. Questa disposizione prevede un particolare regime carcerario con la finalità di prevenire e frenare problematiche interne al carcere, come la rivolta, isolando alcuni detenuti per un breve periodo.

Nel giugno 1992 viene modificato l’Ordinamento penitenziario con l’aggiunta di un secondo comma all’articolo 41bis. Con il cosiddetto “superdecreto antimafia” Scotti-Martelli, viene data una risposta alle stragi mafiose che hanno causato la morte dei giudici Falcone e Borsellino e degli agenti delle loro scorte. Questo nuovo comma prevede l’applicazione di questa forma di carcere duro per gli autori di reati in materia di criminalità organizzata nei confronti dei quali sia stata accertata la permanenza dei collegamenti con le associazioni di appartenenza. (Treccani)

Tale misura è stata introdotta nell’ordinamento all’indomani delle stragi di Capaci e di via D’Amelio (con il d.l. 8.6.1992, n. 306, conv. in l. 7.8.1992, n. 356), per rispondere ad un problema che anche quei drammatici eventi avevano messo in evidenza, ossia l’incapacità della pena detentiva, nella sua ordinaria modalità di esecuzione, di neutralizzare la pericolosità di detenuti che, in virtù dei legami con le associazioni criminali di appartenenza, continuavano dal carcere ad esercitare il loro ruolo di comando, impartendo ordini e direttive agli associati in libertà.

Il 41bis ha dei profili molto controversi, soprattutto per alcune misure.

Innanzitutto, il detenuto ha diritto a due ore al giorno d’aria che passa con altri carcerati della sezione in un numero massimo di quattroPer quanto riguarda le comunicazioni con l’esterno, il detenuto ha un colloquio al mese della durata di un’ora solo con parenti – è vietato incontrarsi con persone terze non appartenenti al nucleo familiare. Durante gli incontri il detenuto e i suoi parenti si incontrano divisi da un vetro e per parlarsi utilizzano un telefono. Tutte le conversazioni e gli incontri sono video e audio registrati. Gli unici autorizzati a colloqui senza la separazione del vetro sono i figli minori di 12 anni. Inoltre, c’è la possibilità di fare una telefonata di dieci minuti al mese, sempre solo con i propri familiari. La corrispondenza personale, così come i giornali, sono sottoposti a censura ed è possibile avere accesso solamente ai libri della biblioteca del reparto di 41bis. Tra le regole più dibattute c’è il divieto di appendere foto alle pareti, l’utilizzo limitato dei fornelli nella propria stanza e la discriminazione dell’età dei figli per potersi vedere senza il vetro separatore.

I reati per cui si può essere sottoposti al regime di 41bis sono associazione di tipo mafioso, terroristico o eversivo. Questa forma detentiva è diventata un’azione di contrasto alla criminalità organizzata, terroristica o eversiva. L’applicazione del carcere duro avviene con lo scopo di recidere i legami e le comunicazioni del detenuto con il gruppo di appartenenza e risponde ad esigenze di ordine e di sicurezza. Il provvedimento ha durata pari a quattro anni ed è prorogabile per successivi periodi pari a due anni. 

I dati più aggiornati sul sistema del 41bis sono contenuti nell’ultima “Relazione sull’amministrazione della giustizia”, pubblicata dal Ministero della Giustizia il 25 gennaio 2022.

Numero detenuti 41bis rispetto a quelli totali

Secondo i dati del Ministero i detenuti sottoposti al carcere duro sono 728, quindi l’1,3% dei 56mila detenuti totali in Italia. Di questi 728 detenuti in 41bis, le donne sono 12, mentre gli uomini 716.

Uomini e donne detenuti al 41bis

Sono 12 le carceri in tutta Italia che sono provviste della sezione del 41bis. Il carcere di Roma Rebibbia è l’unico ad avere la sezione femminile. La prigione con il maggior numero di detenuti in 41bis è quella dell’Aquila, in Abruzzo, con 143 persone. Al secondo posto troviamo il carcere di Opera Milano, in Lombardia, con 95 detenuti, seguito al terzo posto dalla prigione di Sassari, in Sardegna, con 86 detenuti.

All’intero dei 728 detenuti totali al 41bis, al 31 ottobre 2022, 242 si trovavano lì per legami con la Camorra, 195 per reati connessi con la ‘Ndrangheta, 232 per collegamenti con Cosa Nostra, 3 per annessioni alla Stidda. Sono 55 i detenuti in carcere per reati legati ad altre associazioni mafiose, mentre in quattro per crimini di terrorismo (tra questi viene conteggiato anche l’anarchico Alfredo Cospito).

Numero di detenuti in 41 bis suddivisi per gruppi di appartenenza

Durante il 2022 il picco massimo di detenuti al 41bis è stato di 748 persone, un numero più basso rispetto all’anno precedente, in cui ci si ferma a 760. Sono 16 i detenuti per cui è stata emessa una nuova applicazione del carcere duro. Per 84 persone è stato prorogato il regime che di norma durerebbe quattro anni. I detenuti scarcerati dal 41 bis sono stati 26. Sono 5 i carcerati deceduti nell’ordinamento del 41 bis.

TIPOLOGIAAnno 2022
Detenuti a cui è stato rinnovato il 41bis84
Detenuti a cui è stata emessa una nuova applicazione del 41bis16
Detenuti scarcerati dal 41bis26
Detenuti deceduti in 41bis5

L’età anagrafica media risulta in aumento ed è cresciuto anche il numero dei detenuti di età pari o superiore a 60 anni. L’età anagrafica media è di 58 anni. I detenuti di età pari o superiore a 60 anni sono 340 (circa il 46.7% del totale).